giovedì 31 dicembre 2009

Auguri a tutti!

Il titolo del post è chiaro: questi sono i miei auguri per chi legge e per chi no.
Che sia un anno carico di felicità e di buone bevute, da soli o in compagnia ma sempre con un bel sorriso sulle labbra.
E che la fortuna passi un po' a darci una mano in un periodo non facile ma che ci vedrà vincitori (speriamo...).
Alla faccia di chi ci vuole male.
Alzo il calice ad un 2010 sereno per tutti.
Ci si sente l'anno prossimo.

Gabry

Oggi bevo: Vigna del Mattino 2003 Chardonnay OP - Il Montù

Ok, lo ammetto: sono tutt'oggi affascinato da pratiche enologiche estreme, quando spulciando tra gli scaffali di un'enoteca in Oltrepo ho trovato questo chardonnay non ho saputo resistere.
La cantina è IL MONTU', il vino uno chardonnay dall'omonima vigna "vigna (appunto) del mattino.Targato 2003 in etichetta dichiara una permanenza in legno di oltre 20 mesi. C'è da far tremare le gambe a ben più blasonati rosso da invecchiamento...
E sia, sborso la cifra richiesta e porto a casa la bottiglia.
Il colore è prevedibilmente dorato carico ma di una brillantezza viva e solare, il naso alterna a echi fruttati ben più marcate note di spezia e sbuffi minerali, l'affinamento in legno si palesa con la classica vaniglia e la nocciola ma in un amalgama che non stanca, ben evoluto direi.
Il sorso è potente, piuttosto secco e ancora in forze, certo largo e polputo ma dal piglio rigoroso. Lungo quanto basta per dire: però!Rimane un bicchiere impegnativo ma che, soprattutto a tavola, può strappare più di un sorriso.

Pagato all'enoteca dell'Iper a Montebello della Battaglia il non indifferente prezzo di (quasi) 16€.

Il mio voto: 7,5/10

venerdì 25 dicembre 2009

Oggi bevo...

Charles Gardet 1999
Montebuono 2007 Lino Maga
Brunello di Motalcino 2004 Fonterenza
Barbacarlo 2007 Lino Maga
Asti MC 24 mesi 2006 Gancia
Grappa F.lli Berlucchi
Nocino mamma Imile

Basta, no?

Buon Natale!

A te che non hai niente di meglio da fare che leggere il mio blog vanno i miei auguri. Ma anche a chi queste righe non le leggerà mai.
Che sia un bel Natale per tutti.

Auguri!

martedì 22 dicembre 2009

Oggi bevo: Montevolpe bianco 2007 Garda DOC 2007 - Az. Agr. Bertagna

E' difficile che a pranzo in settimana mi vediate stappare bottiglie ma ieri è stata una giornata particolare: facevo il secondo turno e ho iniziato a lavorare alle 15 come al solito, aveva appena iniziato a nevicare... Sono tornato a casa alle 4 del mattino. Stamattina mi han svegliato alle 10.
Un calice di vino a pranzo mi è sembrato il minimo.
Allora, dalla sponda mantovana del Garda arriva questo vino: il Montevolpe bianco 2007 dell'az. ag. Bertagna.Trattasi di chardonnay in purezza, rese di 1,5 Kg per pianta, leggero appassimento delle uve e 12 mesi in tonneaux. Un bel giallo dorato brillante, appena versato spara subito nocciola e vaniglia, subito dopo leggeri sbuffi metallici. Cala d'intensità e arriva il frutto decisamente caldo e maturo, tipo ananas e banana. Il sorso è coerente con quanto percepito al naso, entra caldo e leggermente alcolico, non difetta in acidità ma secondo me è poco fragrante. Non è male, un bicchiere forse poco emozionante ma corretto.
Il mio voto: 6,5/10.
Il prezzo dovrebbe essere inferiore alle 10€ in cantina, se non ricordo male.

mercoledì 16 dicembre 2009

Oggi scrivo: domenica è sempre domenica!

Puntualmente dopo il sabato arriva la domenica.
E, meno puntualmente, arriva anche il pranzo. Della domenica, è chiaro.
Stavolta si era in otto a tavola. Mica male. Io, mamma, papà, nonna, mia sorella Rossana e il suo compagno Davide detto Pippo, Teresa e Nando. Insomma una bella tavolata, non c'è che dire. L'occasione era di quelle grasse, ma sul serio: la cassoeula.
Ora io non sono mai andato matto per la carne, figuriamoci per le cotenne, piedini e altre "prelibatezze" del genere, tra l'altro come antipasto c'era una bella frittura di interiora d'agnello. Fate voi...
Insomma, mi son preparato qualche bella fettina di maiale magra magra con degli ottimi porcini e un bel carciofo crudo in pinzimonio.
E da bere (direte voi)? Siam partiti con uno splendido, sapido e minerale vermentino Sarticola di mr. Lambruschi che anno dopo anno si conferma essere uno dei migliori interpreti del vermentino in Italia, con la cassoeula invece abbiam stappato due lambruschi, uno il Piafoc di cantine Virgili: dal mantovano con furore, fruttato e sbarazzino si rivela essere bevuta molto piacevole ed equilibrata, dal residuo zuccherino non invadente ma avvertibile, sorso polposo e dinamico. Il secondo è stato il Barbacane dell'azienda Quarticello tra Parma e Reggio Emilia, il Barbacane è invece lambrusco dal piglio più austero, piuttosto secco e un filo tannico, l'ho preferito al primo.
La coccola finale è stata il Gaggiarone 2004, bonarda di Rovescala da un vigneto di 50 anni, basse rese e due anni in vasca di cemento. Vino molto interessante e territoriale, dal fascino artigiano. Vino genuino, dalla massa e dal tenore alcolico (14.5°) non indifferenti e al tempo stesso molto equilibrato.
Dopo tutto questo ben di dio Pippo, geometra convertito a pasticcere, per concludere in dolcezza sfodera una torta chantilly dalla bellezza (e dalla bontà) commovente.
Sul ricordo della panna montata chiudo un resoconto che non interesserà a nessuno probabilmente, ma come si dice in questi casi: chi se ne frega.

sabato 12 dicembre 2009

Oggi bevo: gutturnio riserva Ronco Alto 2006 - Az. Ag. Baraccone

Preso tempo fa al gutturnio festival stasera il Ronco Alto 2006 è finito in tavola.
Prodotto in 2.500 pezzi dall'azienda agricola Baraccone dall'omonimo vigneto, vecchio e a 400 metri d'altezza, barbera al 70% il resto croatina, fermenta in acciaio, matura 12 mesi in barrique e poi bottiglia.
Aperto due ore prima di cena per fargli prendere un po' di confidenza con l'ambiente.Versato nei calici è rubino scurissimo, di materia fitta e brillante con unghia porpora. La massa si muove dinamica e compatta, lascia lacrime che scendono lente e grasse sulle pareti del bicchiere. Portato al naso sconta peccati di gioventù: la materia è compressa su se stessa, scura, speziata, ha bisogno di tempo per distendersi. Il sorso è tanta roba, l'estratto ha a corredo una spina acida e un'impianto tannico di tutto rispetto, secco ed avvolgente, ha stoffa e diversi anni davanti a se.
Non può che migliorare.

Il mio voto 8/10 (in prospettiva).

giovedì 10 dicembre 2009

Oggi bevo: Cinque Campi rosso VDT 2007 - Az. Ag. Cinque Campi

Vino da tavola vendemmia 2007 a base lambrusco grasparossa, malbo gentile e un saldo di marzemino (!!!) prodotto e imbottilgliato da Cinque Campi, azienda biologica in quel di Puianella di Quattro Castella (RE).
Vinificato in tini di rovere e castagno aperti, senza lieviti aggiunti e senza controllo delle temperature, affinato in acciaio e rifermentato in bottiglia.E' assaggio difficile ma di indubbio fascino il Cinquecampi rosso: appena versato nel calice la spuma accesa e svelta color viola lascia presto il campo ad un vino molto pigmentato, rubino scurissimo, disegna archi glicerici piuttosto atipici per la tipologia.Al naso è scontroso e reticente, scuro e vegetale, terroso. Il sorso è decisamente secco e tannico, la spina acida e la carbonica sottile ricordano che si tratta comunque di lambrusco.
In chiusura il tannino lascia il segno.
Un bicchiere che farà discutere.

In fiera al Leonkavallo è costato 5.50€.

Il mio voto 7,5/10

Oggi bevo: Bacchus 2008 Rosso Piceno - Ciù Ciù

Potevamo stupirvi con effetti speciali...

Invece no, ma con un frutto così dolce, immediato, maturo e succoso da mettere il sorriso!
Il rosso piceno della cantina Ciù Ciù gioca le carte della piacevolezza e della semplicità con eleganza e simpatia, senza nascondersi dietro inutili orpelli.
Buono!

Foto tratta dal sito aziendale.

martedì 8 dicembre 2009

Oggi bevo: Despina 2007 malvasia - Az. Ag. Quarticello

La prima boccia ad essere finita sulla tavola da La Terra Trema è la malvasia frizzante de Il Quarticello: non filtrata e rifermentata in bottiglia, proposta in commercio a più di due anni dalla vendemmia. Versione interessante e anacronistica di un vitigno sorprendente. E' color paglierino chiaro e leggermente velato, spuma evanescente e perlage finissimo. Il naso è sottile e reticente, agrumi e fiori, pesca bianca croccante, varietale. L'attacco al palato è secco, dritto e percorso da un'acidità tagliente, torna la percezione d'agrumi bilanciata dall'aromaticità tipica della malvasia. L'effervescenza è sottile, morbida e stuzzicante.Un vino dal piglio un po' rustico, non banale e genuino.
Il prezzo pagato in fiera era di circa 5 euri
Si becca un bel 6-7/10.

lunedì 7 dicembre 2009

Oggi scrivo: La Terra Trema 2009

Cavoli, io mi son dato da fare! Ho scritto sul blog, su facebook, ho mandato mail e chiamato gli amici e alla fine con chi sono andato a La Terra Trema? Da solo. Forse devo farmi qualche domanda...
Ma chissenefrega, il Leonka è bello anche se ci vai da solo, ancora di più se ci vai a degustare vini e scambiare opinioni.
Perché la gente li arriva da ogni dove: trovi l'appassionato, il degustatore professionista, il gaina che al banco d'assaggio ti chiede del "rosso".
Gente spesso curiosa e interessata, sempre sorridente.
E tra una chiacchiera e un calice ho scoperto e ritrovato realtà vinicole molto interessanti, piccoli numeri e grande livello qualitativo. Vini spesso molto personali e caratteristici, come quelli di Cinque Campi: azienda nel reggiano che interpreta i vini classici del luogo con rigore e naturalità, o i vini della Tenuta Grillo nel Monferrato, tutti legati da un filo rosso che li accomuna ma solidamente rappresentativi delle rispettive tipologie; ancora: i vini di Porta del Vento: dalla Sicilia ottime espressioni di nero d'avola e cataratto non solfitati, oppure il Gaggiarone di Annibale Alzati: una bonarda tradizionale, ferma e dalla struttura imponente.
Ho incontrato vecchie conoscenze e ne ho fatte di nuove, vignaioli, agricoltori e allevatori appassionati con tanto da raccontare, con parole e, soprattutto, con i frutti della terra.
Piccole sfaccettature di un'Italia artigiana che bisogna valorizzare di più nella sua dimensione. Dove la qualità, la genuinità, il rispetto per il prodotto e per il produttore, per colui che poi lo consumerà sono il fulcro su cui tutto ruota attorno.
L'idea di un'agricoltura a misura d'uomo e di Terra non può che giovare a tutti noi.
Al prossimo anno spero di restarci qualche ora in più, e scrivere un resoconto più dettagliato perché, fidatevi, se lo merita.

venerdì 4 dicembre 2009

Oggi scrivo: sullo scrivere...

Rileggevo prima il post sul Rosso d'Asia di Andrea Picchioni (bel vino!) e, pensavo, oggi lo scriverei in maniera completamente diversa.
Non c'è nulla da fare, per scrivere bene ci vuol l'ispirazione.

mercoledì 2 dicembre 2009

Oggi bevo: Rosso d'Asia 2005 - Andrea Picchioni

Si fa un gran parlare di quanto servano o no le guide cartacee, del futuro sempre più 2.0.
il parer mio è che le guide servono, spesso mi hanno aiutato ad orientarmi in zone che conoscevo poco o niente ma non per questo prendo quel che leggo come oro colato: in fondo quando poi verso un vino nel bicchiere sono io che lo bevo e a me deve piacere, con buona pace di tutti i degustatori delle guide...
E così ho fatto con i vini di Andrea Picchioni: incuriosito dai giudizi positivi (io ho quella del Gambero e quella dell'Espresso) sono andato in azienda e ho preso qualche bottiglia.
Domenica sera è toccato al Rosso d'Asia 2005 I.G.T. : croatina 90% , il resto ughetta di solinga, fermentazione di 10/15 giorni e successivo passaggio in legni piccoli per 12 mesi. E' a tutti gli effetti una bonarda ma per scelta commerciale viene imbottigliato come IGT.
L'nterpretazione della croatina di Picchioni è misurata ed elegante: a partire dal colore giustamente scuro ma al tempo stesso dotato di trasparenze luminose, naso giocato su frutti scuri e suggestioni speziate, la bocca è di estrazione calibrata, ottimo frutto, tannini fini (vera croce e delizia della croatina) e legno ben dosato. Il risultato è un vino dalla struttura importante ma che conserva ottime doti di bevibilità e versatilità sulla tavola. A me già piace così, ma può tranquillamente affronate diversi anni in cantina.
In cantina 10,50€.
Il mio voto 7-8/10.

Foto tratta dal sito aziendale.

Oggli scrivo: LA TERRA TREMA 2009

Parte venerdì 4 dicembre prossimo la tre-giorni enogastronomica autogestita e resistente del Leonkavallo "LA TERRA TREMA". Numerosi viticoltori da tutt'Italia presentano al pubblico i loro vini, dichiarando il prezzo sorgente per un idea di commercio a filiera che più corta non si può a tutto vantaggio del produttore e del consumatore.
La manifestazione di solito è molto ben organizzata e vale la pena andarci sia per i prodotti assoluta qualità (ad esempio ROAGNA dalle Langhe o AURORA dalle Marche) che per il programma che prevede numerose iniziative, incontri, concerti e proiezioni. E se ancora non bastasse c'è anche la cucina con cena a filiera zero con menù diversi per tutte e tre le sere.
Ci vediamo al Leonka al grido di Terroir Resistance!

sabato 28 novembre 2009

Oggi vedo: Voglio la testa di Garcia, Sam Peckinpah 1974

Un ricco possidente messicano mette una taglia sulla testa di Alfredo Garcia, colpevole di avergli messo incinta la figlia. Dei gangster incontrano Benny che sa come trovare Alfredo e gli offrono 10.000 dollari per la sua testa. Benny, pianista squattrinato accetta sapendo che Garcia è in realtà già morto e si mette in viaggio per andare nel villaggio in cui è sepolto. Lo spettro dei soldi che muove Benny non porterà la felicità che tanto desidera ma solo disperazione e morte.
Crepuscolare, violento, surreale e disincantato.
Peckinpah dipinge un mondo sporco, selvaggio e spietato. Un western moderno dove le automobili scassate sostituiscono i cavalli, dove la legge la fanno le pistole e non c'è futuro per nessuno.
Tragico e bellissimo. Da vedere.

Oggi bevo: Filang Long 2008 - Ca' del Ge' vs Riesling 2005 Albani

Non so mica come scriverlo 'sto post.
Non che sia così complicato, alla fine si tratta di una cena piacevole con ospiti piacevoli, abbiamo mangiato spaghetti con le vongole, dell'ottimo branzino al forno e stappato qualche bottiglia. Ecco, di questo devo scrivere, del vino.
Abbiamo bevuto riesling locale, dell'oltrepò.Il primo sacrificato sull'altare della tavola è stato il Filang Long 2008 di Ca' del Ge': riesling si, ma italico che suona decisamente meno bene del più famoso renano. Il Filang Long però ne è un'interpretazione particolarmente felice, viene da una vigna di oltre settant'anni a filari lunghi, da qui il nome. E solo quando l'annata lo permette.In cantina non ha attenzioni particolari, viene vinificato tradizionalmente in acciaio e imbottigliato dopo qualche mese di affinamento.
La seconda bottiglia è sempre riesling, questa volta renano. Lo fa Albani: azienda appena sopra Casteggio. Il riesling di Albani invece vede il legno per una parte della massa e acciaio per l'altra.La prova della tavola ha dato la corona del vincitore al Filang Long che a dispetto del suo essere riesling si, ma italico, ha sfoderato una prestazione di tutto rispetto, con profumi all'inizio un chiusi, poi sempre più intensi, frutta bianca e fiori, note vegetali ma soprattutto un sorso avvolgente, di struttura considerevole, particolarmente succoso ed equilibrato, fresco e sapido.
Il riesling di Albani si rifà invece ad uno stile un datato che penalizza la freschezza a favore di una complessità che è si più ampia, con note salmastre e minerali al naso, ma ne appesantisce soprattutto il sorso. Rimane un bel bicchiere comunque, dal fascino un decadente semmai, ma gli amanti del genere non disdegneranno. Bisogna sottolineare che a quattro anni dalla vendemmia il tono evoluto che lo caratterizza è comprensibile, anche se una bocca più dinamica forse era auspicabile.
Ultima nota per i prezzi: il Filang Long 4,20€ in cantina, il Riesling Albani 9,50€ all'Iper di Montebello della battaglia.

I miei voti:
Filang Long: 7,5/10
Riesling Albani: 6-7/10

mercoledì 25 novembre 2009

Oggi scrivo: degustazioni 30/11 e 1/12 2009

Segnatevi i due appuntamenti che segnalo qui sotto perché credo valga la pena andarci.
Il primo si svolgerà lunedì 30 novembre presso l'Osteria del Treno in via San Gregorio n.46 a Milano: è un banco d'assaggio dedicato al Lugana, probabilmente il più importante bianco lombardo, sicuramente uno dei più interessanti a livello nazionale.
Ci saranno 26 aziende presenti con più di 50 etichette, dalle 19,30 alle 22, il costo dell'ingresso è di 12€.

Il secondo sarà il giorno seguente: martedì 1 dicembre 2009, questa volta a palazzo Mezzanotte in piazza Affari, sempre a Milano. Qui dalle 15,30 alle 22,30 ci sarà la presentazione della guida "Sparkle - Bere Spumante 2010": l'ingresso fissato in 20€ che comprende una copia della guida vi permetterà di degustare praticamente tutte le migliori bollicine del panorama italico: circa un centinaio di aziende per più di 300 etichette.
Le etichette che hanno ricevuto l'eccellenza sono queste:

Giuseppe Galliano Brut Riserva 2001 - Borgo Maragliano
Gavi Soldati La Scolca Brut 2002 - La Scolca
Gavi Soldati La Scolca D’Antan Brut 1997 - La Scolca
Oltrepò Pavese Pinot Nero Écru Nature 2004 - Anteo
Franciacorta Riserva Vittorio Moretti Extra Brut 2002 - Bellavista
Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé Extra Brut 2003 - Bellavista
Franciacorta Brut 2005 - Ca’ del Bosco
Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi Brut 2002 - Ca’ del Bosco
Franciacorta Giovanni Cavalleri Collezione Esclusiva Brut 2001 - Cavalleri
Franciacorta Brut 2005 - Ferghettina
Franciacorta Extra Brut 2002 - Ferghettina
Franciacorta Ante Omnia Satèn 2004 - Majolini
Franciacorta P.R. Brut - Monte Rossa
Franciacorta Comarì del Salem Extra Brut 2004 - Uberti
Franciacorta Sublimis Non Dosato 2003 - Uberti
Franciacorta Cuvette Brut 2004 - Villa
Trento Riserva Altemasi Graal Brut 2002 - Cavit
Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Brut 2000 - Ferrari
Trento Perlé Nero Extra Brut 2003 - Ferrari
Trento Riserva Brut 2004 - Letrari
Trento Riserva Methius Brut 2003 - Metius
Alto Adige Riserva Hausmannhof Brut 1999 - Haderburg
Prosecco di Valdobbiadene Vigneto Giardino Dry 2008 - Adami
Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry 2008 - Bortolomiol
Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry 2008 - Col Vetoraz
Valdobbiadene Suprème Dry - Le Bertole
Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Dry - Orsola Andreola
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Ubaldo Rosi Brut 2004 - Colonnara
La Dama Forestiera Nature Brut 2003 - D’Araprì

Ne vale la pena o no?

Oggi bevo: Lambrusco mantovano Rosso della Signoria - Cantina Gonzaga

E' scuro il lambrusco mantovano, di quelli che macchian la tovaglia e la moglie si incazza perché tanto poi è lei che lava.
Il Rosso della Signoria della Cantina Gonzaga è lambrusco genuino e sincero: dalle varietà Salamino e Ruberti nasce un vino rosso rubino scuro e trasparente, spumeggiante, dai profumi fruttati e vinosi di una certa intensità, molto tipici e piacevoli.In bocca sfodera le carte migliori con una carbonica mai aggressiva e, soprattutto, con un sorso succoso e bello secco lontano da residui zuccherini ora tanto di moda.
Molto buono.
E credo costi meno di 5€, devo aggiungere altro?
Il mio voto: 7/10
Ultimamente ho un debole per il buon lambrusco...

P.S.: per quel che vale l'annata (non riportata in etichetta) 2008 della mia bottiglia ha vinto la gran medaglia d'oro nella sua categoria al Vinitaly.

martedì 24 novembre 2009

Oggi scrivo: MantuaWine 2009

Giovedì 19 novembre c'è stata l'ultima tappa della seconda edizione del MantuaWine: evento itinerante per presentare al pubblico i vini mantovani.
Non ne ero al corrente fino alla mattina quando ho ricevuto una mail che pubblicizzava la degustazione, visto che avevo il pomeriggio libero ho deciso di fare un salto.
Bella la location: Palazzo dei Giureconsulti in piazza Mercanti a Milano, praticamente in Duomo.
Una quindicina i produttori presenti a rappresentare la produzione vinicola mantovana: dai gradevoli lambruschi agli spumanti metodo classico a rossi da uve internazionali fatti con la tecnica dell'appassimento.
Io che sono un semplice consumatore curioso ma che non conosce la zona non sono riuscito a trovare un filo conduttore che legasse i vini tra di loro. Pur trovando prodotti di buona fattura a prezzi onesti (penso agli spumanti di Ca Roma ad esempio) ho avuto l'impressione di un territorio che non sa bene che direzione prendere. Devo dire che da parte mia c'è stata un po di leggerezza nel documentarmi, ma credo che il pubblico presente fosse nelle mie stesse condizioni. Un piccolo appunto lo faccio all'organizzazione che con un'adeguata pubblicità avrebbe richiamato molte più persone di quelle che c'erano.

giovedì 19 novembre 2009

Oggi vedo: Il nastro bianco - M. Haneke, 2008

Una voce narrante introduce lo spettatore nell'ultimo film di Haneke: è la voce del maestro che nei primi del '900 si trovò a lavorare in un villaggio rurale della Germania dove avvennero strani avvenimenti.
Tutto iniziò una mattina quando il dottore del villaggio fece una rovinosa caduta da cavallo dovuta ad una corda tesa tra due alberi nel cortile di casa sua. Parte da questo fatto Haneke per disegnare con mano precisa una realtà dove la maschera della tradizione e della forma cela cattiveria, odio e rancore, dove l'esercizio del potere e dell'autorità trascende diventando la giustificazione di brutalità e soprusi. Dove non c'è responsabilità e l'accettazione passiva dell'abuso di potere si trasforma in voglia di vendetta indiscriminata.
I ragazzi del villaggio obbediscono senza fiatare a chi ha il diritto di calpestare la loro innocenza coscienti che prima o poi arriverà il loro turno. Questo sarà il seme che darà vita alla Germania nazista.
Haneke gira lento e solenne, in un bianco e nero tanto bello quanto inquietante, il rigore della forma diventa angoscia, un senso di inquietudine accompagnerà il film fino alla fine: il 28 giugno 1914.
Da stra-vedere.

mercoledì 18 novembre 2009

Oggi bevo: Cuvee 60 2003 Altalanga riserva - Gancia

Il nuovo corso di Gancia è partito tempo fa con una massiccia campagna pubblicitaria per scrollarsi di dosso la fama di "spumante da panettone" che ormai aveva, complice lo sputtanamento dell'Asti spumante e il basso livello qualitativo di molte proposte sugli scaffali.
Quindi nuova immagine aziendale, un sito piuttosto glamour e, soprattutto, nuove etichette
Il filo che lega gli spumanti tra loro, sia Altalanga che Asti, è il numero che da il nome alla cuvee e che si riferisce ai mesi di rifermentazione in bottiglia, è chiaro che stiamo parlando di metodo classico.
Qualche tempo fa ho assaggiato nella mia enoteca di fiducia i prodotti base: 18 mesi in bottiglia bianco e rosè avendone una buona impressione generale, spinti da sana curiosità abbiamo stappato anche il 36 mesi ma era troppo caldo, comunque ricordo un buon prodotto.
Se tanto mi da tanto...Settimana scorsa ho acquistato la Cuvee 60: riserva 2003 con ben 60 mesi sui lieviti.
Ero indeciso fino a stamattina se scriverne o meno: ho trovato un vino pallido e senza carattere, naso che non si apre neanche a distanza di diversi minuti, il sorso corto e piuttosto anonimo.
Non che mi aspettassi il Krug del Piemonte però per una riserva qualche aspettativa c'era!
Non sono convinto però: è probabile che la mia bottiglia fosse un po' sfigata.
Non darò un voto a questo vino almeno finché non avrò aperto un'atra bottiglia.

venerdì 13 novembre 2009

Oggi bevo: Blanc 2006 - Mazzolino

Il Blanc di Mazzolino è sciardonè dell'oltrepò, fermentato in legni piccoli francesi (nuovi al 25%) e li rimasto per 12 mesi. Alla vigilia del suo quarto anno dalla vendemmia si presenta con uno splendido color paglierino trasparente, leggermente scarico con lampi verdi e oro bianco. I profumi non nascondono lo spirito modernista: banana, pera, burro e vaniglia, nocciola e sbuffi di arancia candita in un quadro a suo modo rigoroso. In bocca è secco, il legno smussa gli spigoli, sorso agile e scorrevole. Sul finale torna il ricordo di arancia amara.
In enoteca intorno alle 12€.
Il mio voto: 7/10

martedì 10 novembre 2009

Oggi vedo: Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo, Terry Gilliam, 2009

Parnassus: l'ultimo film di Terry Gilliam, visionario regista inglese con all'attivo numerosi capolavori (Brazil, Paura e delirio a Las Vegas, L'esercito delle 12 scimmie...) a cui sono affezionato.
E Parnassus è uno di questi.
Una sgangherata compagnia porta in giro uno spettacolo dal quale escono magie, il sogno si avvera e la fantasia diventa realtà. A guidarla c'è Parnassus, un anziano signore che anni fa vinse l'immortalità scommettendo col diavolo, che a sua volta gli ridiede la vita ma ad un patto: al sedicesimo compleanno della figlia lui sarebbe venuto a prenderla.
Visionario, surrelae, psichedelico, è un inno alla potenza del sogno, dell'immaginazione e un ultimo omaggio a Heat Ledger, l'attore venuto a mancare a 28 anni durante le riprese. Gilliam ha portato a termine il film modificando la scenggiatura e con l'aiuto di tre amici del povero Heat: Johnny Deep, Colin Farrel e Jude Law che si sono prestati alle riprese a titolo gratuito (il loro compenso è andato alla famiglia dell'attore).
Eccellente il cast che oltre ai quattro attori già citati vede Cristofer Plummer interpretare Parnassius, il mitico Tom Waits nel ruolo di Mr Nick il diavolo in persona e Valetina, la figlia di Parnassus che ha il viso particolare di Lily Cole.
Insomma, se vi piace Gilliam andate a vederlo.
E sullo schermo più grande che c'è.

domenica 1 novembre 2009

Oggi bevo: Vermentino Costa Marina 2008 - Ottaviano Lambruschi & Elba rosso riserva Bonfiglio 2005 - Montefabbrello

Io Halloween lo festeggio così: prima bottiglia Costa Marina 2008 di Ottaviano Lambruschi.
Dall'omonimo cru a Castelnuovo Magra, due passi da Sarzana e La Spezia Fabio Lambruschi confeziona uno dei migliori vermentino sul mercato. Giallo paglierino chiaro con riflessi verdolini, lucente e brillante. La naso profumi intensi e croccanti di pera, fiori, salvia, pietre e un'idea di mare. Bocca perentoriamente secca e dritta, avvolgente e rigorosa al tempo stesso, dal sorso quasi salato. Bicchiere fantastico.

Dall'isola d'Elba invece arriva la seconda bottiglia: Bonfiglio, sangiovese in purezza chiamato così in onore del vecchio proprietario della tenuta (credo...). Il vino di punta di Montefabbrello è rubino scuro e compatto, degrada all'unghia verso trasparenze granate. Naso marcato dal frutto, amarena su tutto. Poi le spezie, le note dolci dell'affinamento in legni piccoli. In bocca ha corpo di una certa importanza ma scorre bene, ha vigore, strizza l'occhio al modernista ma senza sfacciataggine. Forse è un pò slegato, comunque non è male.
Un plauso alla bella etichetta.
Il Costa marina 2008 lo trovate in cantina (ammesso che ce ne sia ancora) a 10€, il Bonfiglio
lo pagherete, sempre in cantina 20€.

I miei voti: Costa Marina 8,5/10, Bonfiglio 7,5/10.

venerdì 30 ottobre 2009

Oggi bevo: Pinot Nero 2006 - Cantina Terlan

Rosso rubino trasparente tendente al granato, naso scuro, note di terra e piccoli frutti, spezie come il cacao amaro, particolare e di carattere. Il sorso è sottile, fresco e saporito, elegante.
E' il pinot nero base di un'azienda che non sbaglia un colpo.

Il pinot nero può piacere o no, mio papà ad esempio sembra acqua in bocca, è comunque un vino di sicura qualità.
Credo di aver pagato la bottiglia 10 euro.

Il mio voto: 7/10

Oggi bevo: Curtefranca rosso 2005 - Ca Del Bosco

Un bel color rubino compatto e brillante fino all'unghia, naso marcato dalle note vegetali dei cabernet e da un frutto pulito, non particolarmente ampio. Il sorso ha tutto quel che serve, ma le note verdi tornano a disturbare una bevuta corretta ma a parer mio poco coinvolgente.
La bottiglia è stata un regalo, il prezzo sullo scaffale dovrebbe essere tra le 12 e le 15 euro.

Il mio voto: 6/10

Oggi vedo: Monster - Patty Jenkins, 2003

Aileen Wuornos il 9 ottobre 2002 finì di vivere sotto l'ago di un'iniezione letale nel penitenziario di Raiford, in Florida.
Storia di ordinaria follia ai margini delle autostrade americane, storia d'amore, di bisogno smisurato d'amore. L'ultimo ramo a cui attaccarsi prima di cadere nel vuoto. Amore che Aileen trova in Selby (in realtà Tirya), ragazza incontrata in un locale una sera che decise di suicidarsi, perché il mondo non aveva più nulla da offrirle. Una storia d'amore a senso unico che diventerà follia e disperazione. Un triste viaggio che lascerà sulla via numerosi morti, alcuni colpevoli e altri no. Un viaggio che finisce nell'unico modo possibile.
Patty Jenkins è all'esordio con tema difficile come Aileen Wuornos, figlia malata di una società malata che non ha saputo aiutarla. Il film non giudica e non mitizza, racconta un personaggio disperato con la giusta dose di pietà. Charlize Theron è ingrassata 14 Kg e si è sottoposta a sedute di trucco di due ore per portare sullo schermo Aileen. Prestazione che le è valsa giustamente l'oscar.

martedì 27 ottobre 2009

Oggi bevo: Ereb 2007, Melis

Da Terralba, sulla costa ovest della Sardegna viene questo vino. Vermentino in purezza dal vigneto Pauli Craxia vinificato dalle cantine Melis.
A distanza di 2 anni dalla vendemmia ne bicchiere si presenta con un color paglierino di media intensità con netti riflessi verdolini, limpido e brillante. Naso esplosivo: fiori, macchia mediterranea (salvia) e bellissime sfumature saline e minerali, affascinanti note idrocarburiche. Il sorso è appagante e saporito, teso e dinamico. I 14° alcoolici sono retti da una solida struttura acido/sapida mai sopra le righe. Gran bel vino.
La bottiglia mi è stata regalata, ma credo si possa prendere con circa 15 euri.

8/10

Oggi scrivo: il voto al vino

Il voto al vino: un tema che torna attuale tutti gli anni all'uscita delle guide. Dopo la recente separazione tra il Gambero Rosso e Slow Food quest'ultima ha annunciato la pubblicazione della sua guida dei vini, la settima (credo...) sul mercato. La novità sarà che i vini recensiti NON avranno il classico punteggio, che sia espresso in centesimi, ventesimi o altro.
Non sono contrario nel giudicare un vino con un punteggio, trovo che sia un modo immediato e di facile lettura per inquadrare una bottiglia, purché corredato da un testo che approfondisca il discorso anticipato dai numeri. Trovo allo stesso tempo affascinante la scelta di strade diverse dove il punteggio diventa superfluo (vedi Porthos e la sopracitata guida)
Da oggi in poi su Oggi Bevo darò anche io un voto ai vini che passeranno sul mio tavolo, ma non indicherà l'effettiva qualità del vino che lascio a persone più competenti di me, ma semplicemente il grado del mio apprezzamento. Alle volte mi capita di bere vini che mi emozionano come pochi altri e vista la mia scarsa capacità descrittiva ci sarà il punteggio (presumibilmente da 1 a 10) ad aiutare il temerario lettore dei miei appunti nel quantificare il godimento della bevuta.
Ecco, è deciso. Così sarà.

lunedì 26 ottobre 2009

Oggi scrivo: Valentino Rossi campione del mondo!

Hanno già scritto tutto quello che andava scritto.
Questo post è il mio piccolo contributo per celebrare Valentino Rossi: il più grande campione che la mia generazione ha visto correre.
Che da ieri, per la nona volta è campione del mondo della massima classe motociclistica.

venerdì 23 ottobre 2009

Oggi bevo: Ca' del Ge'

Giorni fa, durante un giretto in macchina con Luisa son passato da Montalto Pavese, bel borgo ad alta vocazione vinicola a una decina di Km dopo Casteggio, e li mi son fermato una mezz'ora a prendere qualche bottiglia all'azienda agricola Ca' del Ge'. Azienda di medie dimensioni a conduzione familiare che dai 37 ettari di terra tira fuori circa 200.000 bottiglie ogni anno. Ho preso il riesling italico Filang Long, ricavato da una vigna particolarmente felice di circa 70 anni, un pinot nero riserva vendemmia '99, La Fidela: una bonarda riserva 2004, il Marinotti: un riesling renano passato in legno vendemmia 2005, una bottiglia di metodo classico millesimo 2005 da pinot nero (36 mesi sui lieviti) e una curiosa versione di dolcetto (vitigno caro al padrone di casa) chiamata Tormento imbottigliata come vino da tavola.Per pranzo oggi ho aperto il Pinot Nero (aperto col giusto anticipo...): RIP, morto e sepolto. Pazienza, e visto che pranzare con solo l'acqua in tavola mette tristezza ho proposto ai mie commensali La Fidela, curiosa riserva di bonarda ferma affinata solo in acciaio: portata in tavola sui 14/15 gradi di temperatura, rosso rubino scuro, profumi di ciliegia matura sotto spirito e prugna, spezie orientali e note eteree (targa 15° alcoolici...), il sorso è quasi dolce (!!!), saporito e lungo, importante senza eccessi, buona corrispondenza con i profumi, tannini soffici in sottofondo.Una bonarda insolita, può piacere o meno, noi, manco a dirlo, l'abbiam finita.
Appena apro le altre bottiglie, va da se che sarete i primi a saperlo...

P.S.: da segnalare l'ottimo rapporto qualità/prezzo di tutti i vini Ca' del Ge'.

martedì 13 ottobre 2009

Oggi scrivo: Birrart - 15-18 Ottobre, Casteggio

A chi si trovasse nelle vicinanze di Casteggio tra il 15 e il 18 di questo mese segnalo la prima edizione di Birrart (sul sito il programma), il festival delle birre artigianali a Casteggio. Non ho la più pallida idea di come sarà, ma visto che orami sono residente li vicino mi sento in dovere di sostenere il territorio e le sue iniziative, farò quindi lo sforzo di andarci e bere qualche pinta di buona birra.
Ci vediamo li!

lunedì 12 ottobre 2009

Oggi bevo: Dominariu 2007 - Melis

Circa due settimane fa sono venuti a cena Nando e Teresa, amici di famiglia di vecchia data che è sempre un piacere vedere. Erano di ritorno dalla Sardegna e da li han portato due bottiglie dalla cantina Melis di Terralba. Ieri sera la prima è stata sacrificata sull'altare della tavola: il Dominariu 2007.Bovale in purezza che sulla carta spaventa con i suoi 15° alcolici, si rivela invece di beva trascinante! Color rubino scuro, compatto e brillante, lacrime fitte e carnose, naso potente di frutta nera matura e dolce, spezie piccanti, intenso e profumato. Il sorso sorprende per equilibrio e piacevolezza: il potente grado alcololico è bilanciato da solida struttura, tannini dolci e levigati e un frutto dolce ma mai molle. E non tocca legno!

mercoledì 7 ottobre 2009

Oggi vedo: Crank 2 High Voltage - Mark Neveldine, Brian Taylor, 2009

Chev Chelios è tornato. E ora, dopo essere sopravvisuto ad una caduta da 1400mt da un elicottero deve riprendersi il suo cuore.
Se Crank ridefiniva i confini dell'action movie Crank 2 High Voltage li sposta ancora più in la.
Adrenalinico, ipercinetico, ironico e divertentissimo. Ricco di tutte le soluzioni grafiche possibili ed immaginabili, il film parte a 200 all'ora e non molla fino alla fine, tra richiami alla grafica 8 bit, i manga giapponesi e un montaggio da far girare la testa. A metà strada tra film e video clip, è accompagnato dall'allucinante colonna sonora curata da Mike Patton (!!!).
Da vedere, ma solo dopo il primo (che a confronto sembrerà acqua fresca...).

P.S.: c'è anche Ron Jeremy!!!

Oggi vedo: Bastardi Senza Gloria - Quentin Tarantino, 2009

Ecco, rischio di essere poco obbiettivo quando parlo di Tarantino e dei suoi film, ragion per cui se non vi piacciono i toni entusiastici che userò per Inglorius Basterds fermatevi pure qui...
Perché Bastardi Senza Gloria è un gran film, forse non è il suo capolavoro ma è un gran film.
Siamo in piena guerra mondiale e nella Francia occupata una famiglia ebrea scampata finora ai rastrellamenti viene sterminata dalle SS, solo la giovane Shosanna riuscirà a fuggire. Quattro anni dopo la ritroveremo alla guida di un cinema in Parigi lasciatole in eredità dalla zia. Nello stesso periodo "I Bastardi" un manipolo di soldati ebrei americani ebrei capitanati da Aldo Raine, segnato da una profonda cicatrice al collo lasciata da un cappio (tedesco?) fa azioni di guerriglia con l'unico scopo di ammazzare nazisti, e senza usare le buone maniere. A loro e ad un ufficiale inglese verrà assegnata la missione Kino che potrebbe essere decisiva per la fine del conflitto.
Ma anche Shosanna sta meditando vendetta...
Tarantino si diverte come al solito e sfodera una serie di personaggi eccessivi, caricaturali ed affascinanti: il tenente Aldo Raine detto l'Apache per l'abitudine che ha di collezionare scalpi nemici o il bastardissimo colonnello Hans Landa tanto cortese quanto spietato.
Niente mezze misure, i cattivi sono cattivi e vanno ammazzati, nessuna pietà e poco importa se hanno famiglia o sono pentiti. Vendetta dev'essere e vendetta sarà.
Come al solito ma mai nello stesso modo Tarantino gioca coi generi, sempre sul filo dell'ironia con dialoghi mozzafiato, tempi dilatati e momenti di phatos assoluto (stavo strappando i braccioli della poltrona quando è partito il 4 rullo di pellicola!!!), ricco di omaggi ai suoi maestri famosi e meno famosi: da Sergio Leone, a Castellari, a Margheriti. Perchè a loro deve tutto, no, non tutto: il talento che ha nel (ri)maneggiare il cinema che vediamo nei suoi film è tutta roba sua.
Bastardi Senza Gloria è il suo, l'ennesimo atto d'amore verso il cinema e io, che amo il cinema, non posso che applaudire.

lunedì 5 ottobre 2009

Oggi bevo: Vecchia Modena Premium 2007 - Chiarli VS Vigna del Cristo 2007 - Cavicchioli

In giro per la rete si fa un gran parlare di Lambrusco, che in questo periodo di riscoperta del vitigno autoctono, del cambiamento di rotta verso vini più bevibili e meno estrattivi sembra poter offrire prodotti più che validi. I lambrusco che ho portato in tavola ieri sono nientepopodimenoche i rispettivi top di gamma delle due aziende più importanti, numericamente parlando, della denominazione: Cavicchiloli e Chiarli. Vini dal prezzo umano, per la tavola e senza manie di grandezza, che porti a casa con meno di 10 euri: io li ho presi in offerta a 6 euri l'uno. Li ho presi perché ho sempre pensato che il lambrusco fosse un vino un po' sfigato e lo snobbavo, poi ho assaggiato l'Otello di Ceci e mi son dovuto ricredere. Ma il vero amante del lambrusco, mi dicono, non beve quei vini scuri li: quello buono deve esser chiaro e secco!
Ora, correnti di pensiero a parte io, che son di bocca buona e non mi ano i preconcetti mi son procurato 2 bottiglie: il vigna del Cristo 2007 di Cavicchioli e il Vecchia Modena Premium 2007 di Cleto Chiarli, tutti e due Sorbara in purezza. Vini fantastici! Tutti e due color buccia di cipolla, brillantissimi con spuma madreperla che sfugge in fretta lasciando posto a bollicine sottili e stuzzicanti. Profumi sottili ed eleganti, non urlati, di frutta rossa (lampone e fragoline), di minerali. Il sorso attacca secco e acido pulendo la bocca in maniera perentoria. Vini essenziali, nervosi, il lambrusco nella sua accezione più pura: nessuna concessione a dolcezze zuccherine, fanno di necessità virtu rendendo grandi i tratti tipici del lambrusco chiaro. Più sul frutto il Vigna del Cristo che chiude leggermente amaro, più secco e minerale il Vecchia Modena Premium al quale va la mia personale preferenza (ma è veramente una bella lotta!).
Due bicchieri vivamente consigliati.

domenica 4 ottobre 2009

Oggi bevo: Pignoletto 2005 - Alberto Tedeschi, Pecharmant Chateau Neyrac 2004, Poggio della Buttinera 2003 - Travaglino

Bevuti venerdì sera a cena con amici.
Il pignoletto di Alberto Tedeschi è un'interpretazione quantomeno singolare, almeno per il vitigno che nei colli bolognesi, da dove viene questo vino, da solitamente frizzantini da bere in annata senza grandi pretese. Lui, Alberto, fa partire la fermentazione in tini aperti senza controllo delle temperature, poi trasferisce tutto in botti di rovere da 500 lt e li lo lascia per circa 15 mesi.Il colore è arancio, opalescente, sembrerebbe vinificato in rosso. Le particelle in sospensione denunciano il non filtraggio. Anche i profumi sono molto singolari: mediamente intensi, spaziano dalla marmellata di agrumi e spezie dolci alla resina. In bocca entra secco, piuttosto fresco e sapido, di corpo medio con una buona persistenza. Non male, anche i commensali hanno apprezzato nonostante la singolarità del prodotto.
La seconda bottiglia arriva da casa di Nando e, prima ancora dalla Francia. Si tratta dello Chateau Neyrac Pecharmant, vino del quale non so assolutamente nulla. Ma google mi dice QUI qualcosa in più. Gli appunti invece parlano di un buon vino, rosso rubino con profumi di amarena, effluvi vegetali, poi terra e ancora l'amarena sotto spirito e la vaniglia. Un sorso succoso, equilibrato e corrispondente al naso, tannini setosi e levigati, medio corpo e soli 12.5°. Media la persistenza. Un bordolese che su internet viene via a meno di 10 euri a bottiglia.
Il terzo vino della serata è stato anche il più apprezzato: il pinot nero riserva 2003 Poggio della Buttinera di Travaglino. Dall'omonimo vigneto questa riserva che si presenta nel bicchiere con un color rubino tendente al granato brillante, con un naso che apre su piccoli frutti rossi (fragolina di bosco e ribes) per poi virare su toni più scuri e affascinanti: cacao amaro, note balsamiche e animali che continuano ad uscire dal bicchiere. Attacco morbido e tannnico, elegante e scorrevole. Sorso pieno e succoso, ancora il ribes sulla lingua. Anche la persistenza è piuttosto lunga. Molto buono. Questo lo portate a casa dalla cantina a circa 15 euri se non erro. Ben spesi.