lunedì 25 novembre 2013

Oggi bevo: Riesling OP doc Vigna Costa 2011 Bruno Verdi - Altonero 2004 igt Villaboni

Per me il Vigna Costa di Bruno Verdi è uno dei migliori riesling fatti in Lombardia. In Oltrepo pavese sicuramente. Il 2011 adesso è una piccola bombetta: dritto e minerale, ha stile e personalità. Sacrifica il frutto più semplice ed ammiccante in favore di un rigore olfattivo petroso e minerale (lo so, l'ho già scritto una riga sopra...), la bocca acida e piena, davvero buono. Che poi in Alto Adige ce ne sono di migliori siamo tutti daccordo ma il Vigna Costa ha il suo perché. E poi è inconfondibilmente  renano, sembra una banalità ma chi frequenta i riesling dell'Oltrepo sa che non è così.
L'Altonero invece arriva dall'Emilia e lo fa Luigi Boni. trattasi di uvaggio bordolese puro e semplice: cabernet e merlot.
Evoluto ma no stanco, affascina. Morbido e disteso, sottobosco e ricordi di ciliegia. La terziarizzazione dei profumi arricchisce, sfuma e riempie il profilo olfattivo. Il sorso nonostante l'etichetta segni 12.5° è appagante e setoso. Non manca di una certa lunghezza. In terra di lambrusco è piacevole sorpresa, soprattutto all'alba del decimo compleanno.
 E scusate se è poco.

domenica 24 novembre 2013

Oggi bevo: Champagne...

Nemmeno mi metto scriverle le note. Perché non le ho prese e perché mentre bevevo  pensavo che per trovare il fianco a questi vini bisogna proprio cercarlo. Mi spiego meglio: c'era il vino più buono e quello meno buono ma tutti, proprio tutti, erano mediamente meglio di quello che di solito puoi bere con etichetta italiana. Il rosè di Gimonnet Oger ad esempio non mi ha fatto impazzire ma col senno di poi direi che è stato penalizzato dall'essere stappato per primo, probabilmente avrebbe meritato un diverso posizionamento durante la cena per esprimersi al meglio. Lo scrivo perché il loro selection blanc de blancs stappato per ultimo ha avuto da dire nonostante prima fossero partiti fior di millesimati. Lo Special Club 2006 di Hervieux Dumez ad esempio, o lo strabordante Cuvee du Hordon di Pascal Redon. Gran serata. Grazie Ricky e grazie Barbara.
Il mio amico Silvio dice: non è provato che bere Champagne allunghi la vita ma sicuramente la migliora.
Quanto ha ragione...

P.S.: Torracca a te l'onere e l'onore di raccontare ogni bottiglia nei commenti. Tiè.

venerdì 22 novembre 2013

Oggi scrivo: Golosaria 2013

Golosaria, chissà perché non ci sono mai andato prima.
E' la "rassegna di cultura e gusto del Club di Papillon".
Una girandola di sapori lunga tre giorni durante i quali, mi dice l'ufficio stampa, sono passate qualcosa come 40.000 persone. Mica male.
Il mio peregrinare tra i banchi di Golosaria si è svolto il pomeriggio di domenica più o meno tra un hamburgher (200g di black angus, scamorza affumicata, crema di broccoli al peperoncino e scarola ripassata con uvetta e pinoli. Micidiale) e tanti produttori di vino, la zona food per me era veramente troppo affollata ma l'offerta proposta sui banchetti era di prim'ordine.
Pensate a qualcosa di buono, bene, li c'era.
Ecco, con più calma e organizzazione - mia, non dello staff - mi sarebbe piaciuto partecipare ai vari eventi complementari come la degustazione degli spumanti da uve autoctone di domenica mattina o qualcuno dei tanti show cooking.
Cercherò di far meglio l'anno prossimo.
In compenso ho partecipato al concorso WineNot che consisteva nella degustazione di almeno otto vini dalle 17 alle 19 tramite un'app da scaricare sullo smartphone.
E mi sono portato a casa il volume "L'Ascolto del Vino" (Paolo Massobrio e Marco Gatti) risultando il migliore su più di 200 partecipanti, con tanto di premiazione sul palco, strette di mano e foto di rito. Una bella soddisfazione per Ambra - la mia compagna, che ha insistito per farmi partecipare - e per il mio fegato, fedele compagno di mille battaglie.
Paolo Massobrio, due ragazzi di Golosaria e il sottoscritto
Tra gli assaggi migliori piazzo un graffiante Barbacarlo 2010 del mitico Lino Maga e il Vesna di Stefano Milanesi, amico e vignaiolo di talento, col quale abbiamo alzato il calice per brindare.
Stefano, io e il Vesna
Pollice sopra: la cartella stampa: al posto del solito malloppo di carta un'elegante chiavetta USB con tutto quel che serve.
Pollice verso: il calice (?) da degustazione. L'impressione è che l'unico punto di contatto che lega quest'ultimo al vino sia la firma del suo ideatore: Luca Gardini. IMHO, ovvio...

Cara Golosaria ti saluto.
Ci vedremo l'anno prossimo.




giovedì 14 novembre 2013

Oggi scrivo: Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

Autunno, tempo di fiere, degustazioni ed incontri.
Ecco, il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti organizzato dalla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, appunto) è uno dei più interessanti del momento.
Perché? Perché si smarca da qualsiasi idea politica e si concentra su una cosa: il prodotto artigianale. Indipendentemente dal fatto che un'azienda segua pratiche agronomiche biologiche o meno, che decida di usare lieviti selezionati o fermentazioni spontanee l'importante è che segua il percorso che va dalla gestione del vigneto fino alla vendita della bottiglia.
Ci mettono la faccia. La ricerca di qualità, per me, ne è una diretta conseguenza.
Ne vale la pena, ci vedremo li.

Piacenza Expo – Quartiere Fieristico di Piacenza
Fraz. Le Mose, Strada Statale 10 per Cremona, 29100 Piacenza

30 novembre - 1 dicembre 2013
Orari 11,00 - 19,00
Ingresso 15€

Oggi bevo: vdt Bianco Testalonga (lotto 2010) - Antonio Perrino

Lo scritto che segue non è mio ma del buon Riccardo Torracca, che sono felice di ospitare su queste pagine.
I pranzi in settimana sono rari qui al nord, ma talvolta Gabriele ed io riusciamo a ritagliarci degli spazi "enogastronomici" che illuminano queste giornate novembrine.
Siamo indecisi su cosa bere, ci viene in mente una bottiglia che sonnecchia in cantina ormai da quasi un anno...
E' il Bianco Testalonga di Antonio Perrino, vignaiolo a Dolceacqua (IM). E' vermentino, dicono.
Il primo incontro è spiazzante :ricorda i vecchi vini dei nonni, dalla volatile accesa. Forse anche troppo accesa.
Poi... Poi inizia ad aprirsi e migliora di minuto in minuto.
Sapido, salmastro. Ricorda la riviera di Ponente che lo ha generato. Il suo giallo paglierino opalescente ricorda i raggi di sole che filtrano tra i vicoli di Dolceacqua.
Si beve bene, l'alcol è contenuto e il sorso equilibrato. Finiamo la bottiglia in men che non si dica e il nostro pomeriggio milanese avrà un tocco di salsedine d'antan...
Un pensiero speciale all'amica Nadia, sponsor della bottiglia...

Cara Nadia, io non ti conosco ma il primo brindisi era per te. Grazie!

giovedì 7 novembre 2013

Oggi bevo: Trentodoc Blauwal - Az. Agr. Cesconi

Bello spumante quello di Cesconi, a partire dall'etichetta originale e divertente.
Chardonnay in purezza, prima fermentazione in legni vecchi e quaranta mesi sui lieviti.
Un bel giallo paglierino luminoso e brillante. Lo senti che è chardonnay con quel timbro così giallo,  frutta e fiori, poi il burro e l'agrume.  La lunga lisi dei lieviti lo ha arricchito.
Bel sorso, cremoso e corrispondente. Secco e sapido.
Mi è piaciuto molto.
Lo ha preso Riccardo per 27€ in un'enoteca di Milano, non sono pochi ma non sono di certo buttati.

mercoledì 6 novembre 2013

Oggi bevo: Chianti Classico Castello di Ama 2002 - Castello di Ama

Colore perfetto, nessun cedimento: rubino scuro, limpido, trasparente, brillante, belle sfumature granata.
Il naso parte in sordina ma col passare dei minuti tira fuori delle affascinanti note di sottobosco, pelliccia e selvatico da strabuzzare gli occhi. Terziarizzazione da manuale.
In bocca il vino era saldo, compatto, succoso, snello, saporito e terribilmente buono.
Se penso che la 2002 fu probabilmente la peggior annata del decennio scorso mi rendo conto che a Castello di Ama hanno fatto un lavoro da togliersi il cappello.
Ho letto in rete che quell'anno fu l'unico Chianti prodotto dimezzando la normale produzione e mettendo in commercio solo 70.000 bottiglie. Il frutto di tanto rigore è un vino che a dispetto dell'annata ha ancora molto da dire e, adesso, sta vivendo una fase davvero luminosa.
Buono vero, non avrei detto.