sabato 11 giugno 2016

Apunti sparsi di sbicchierate non organizzate

La mia pigrizia nell'aggiornare il blog sta diventando leggendaria.
Ma per definirmi "blogger" - che un po' fa fico - devo bloggare.
Bloggo quindi sono.
E allora eccomi qui a scrivere due righe giusto per ricordare a me stesso qualche bottiglia che ha allietato il mio desco nell'ultimo indefinito periodo.
Dovrei iniziare dai riesling credo, perchè di sei o sette foto che seguiranno ben tre sono del vitigno che nel cor mi sta. E pensate che ho giusto giusto una bottiglia in frigo di Vosca '11 ad aspettarmi...
In ordine sparso: Il riesling '12 di Monsupello - di cui ieri ho scassato uno scintillante Nature - che dopo tre anni di vetro si presenta guadagna una complessità che non avrei detto davvero.
Il Gan Cru di Dirler Cadè "Saering" 2009: Alsazia, biodinamica, solo acciaio. Grasso e potente, una macedonia al naso e l'idrocarburo che tanto ci piace che inizia a farsi sentire. Certo, gli zuccheri sono un po' distanti dal mio gusto attuale ma cazzo che vino.
Ultimo ma non ultimo uno dei miei vini preferiti: Ettore Germano Riesling Renano Herzu 2006.
Forse la prima annata prodotta, forse una delle ultime bottiglie ancora in giro. Ora potrei mettermi qui a scriverne lodi sperticate e a incensarlo come un dio ma non farò nulla di tutto ciò, mi basta gongolarmi al ricordo di uno dei bicchieri più belli degli ultimi tempi.
Il Pietranera di Marco de Bartoli. Perchè, sapete, il Moscato ha tante faccie. E questa mi piace assai: da Pantelleria è uno zibibbo - quindi uno dei moscati - vinificato secco con mano leggera e piglio d'artista. Sarebbe bello assaggiarlo con qualche anno di vetro.
L'Instant Nature di Maurice Groumier, champagnista in Venteuil nella valle della Marna.
Non dosato e col 40% di vini di riserva elaborati col metodo Solera. Iodato, freschissimo, agrumato ed estremamente gourmand. Bottiglia monodose. E grazie al Buscia.
Ed ora siore e siori alla vostra attenzione due rossi, per par condicio.
Il primo è un Barolo ed è il base della premiata cantina Oddero in Santa Maria di La Morra proposto nella gloriosa annata 2010. Nonostante l'evidente gioventù era da tanto che non mettevo il naso in un vino di langa così piacevole, compatto e ricco senza per frza maledirmi per l'ipotetico infanticidio.
Un vino che sapeva di gioia.
Il secondo rosso e ultimo vino del post è sempre piemontese ma non nebbiolo. E' una barbera frizzante.
E già immagino i nasi che si storscono, i sorrisetti ironici e le battute sarcastiche...
Ridete voi, popolo bue e provate dopo a mettere nei calici la barbera Le Verrane 2012 di Vittorio Bera e Figli.
Poi ne riparliamo.