venerdì 30 aprile 2010

Oggi bevo: Pino nero Vigna Brumano 2004 - Az. Ag. Ruiz De Cardenas

Il pinot nero in Oltrepo è coltivato da molti anni, di solito la produzione è destinata a basi spumanti dalle alte rese quantitative dalla qualità discutibile.
Gianluca Ruiz De Cardenas fu uno dei primi -se non il primo- a credere nel pinot noir vinificato in rosso che fosse degno di questo nome ed esplorare le reali potenzialità del territorio.Il Vigna Brumano 2004 che ho bevuto è un bellissimo rubino di buona concentrazione e trasparenza, sfumature granata sull'unghia. Al naso è scontroso e reticente, quasi fosse in una fase di chiusura, si alternano note di frutta nera di sottobosco come la mora e il ribes, accenni terrosi, cuoio e radice di liquirizia. C'è da dire che la bottiglia è stata aperta e bevuta, una giusta ossigenazione avrebbe reso giustizia al vino.
In bocca però si conferma vino di gran classe, setoso e perfettamente equilibrato, un frutto caldo e dolce bilancia l'acidità e la trama tannica di rara finezza, avvolgente, elegante e suadente come un buon pinot noir dev'essere.
L'abbinamento perfetto è probabilmente con della cacciagione da piuma, io l'ho bevuto mangiando delle cotolette impanate, ma chi se ne frega.
All'Iper di Montebello della Battaglia viene via con 16,50€.
Da provare.

giovedì 29 aprile 2010

Oggi bevo: Prior Prosecco di Valdobbiadene DOC - Bortolomiol

Il Prior di Bortolomiol ha spuma ricca e candida, giallo paglierino chiaro e limpido, perlage intenso e fine, naso sottile e frizzante, mela verde e qualche nota citrina. L'assaggio è snello e fresco, morbido, abbastanza secco e dalla carbonica discreta, torna puntuale la nota di mela. Dissetante.
Non sono un fan del prosecco, rimane un bicchiere corretto, piacevole e poco impegnativo.
Bella confezione.
Credo costi intorno alle 10€.
Voto: 6,5/10

lunedì 26 aprile 2010

Oggi scrivo: spumanti La Versa, riflessioni...

Sentirsi chiedere più di 11 euro per la bottiglia da 75cl della Cuvee Storica di La Versa quando a natale ne hai spese meno di 10 per la magnum fa un certo effetto, aggiungi che a chiederli è il commesso del wine-point dell'azienda a Salice Terme...

P.S.: la Cuvee Storica , prodotto affidabilissimo, è costantemente reperibile tra le 8 e le 9 euro in molti supermercati della Lombardia, e senza offerte particolari.

sabato 24 aprile 2010

Oggi bevo: Magot 2009 pinot nero OP doc - Castello di Luzzano

Preso in un'enoteca a Rozzano qualche giorno fa, incuriosito dalla simpatica etichetta che, tra l'altro, è disponibile in tre diversi colori per lo stesso vino.
Il Magot è un pinot nero, nella classica (per la zona) versione in bianco frizzante, arriva dall'Oltrepo Pavese e lo fa l'az. ag. Castello di Luzzano.Interpretazione riuscita: brillante paglierino scarico, profuma di mela verde e fiori bianchi, pera croccante che puntuale ritrovi al palato dolce e succosa, sorso piacevolmente morbido, fresco e brioso, stuzzica, diverte e si fa bere con piacere.
Pagato 8€.
Un bicchiere allegro e spensierato, buono.

giovedì 22 aprile 2010

Oggi bevo: Bonarda IGT 2006 - Fausto Andi

Per comprendere i vini di Fausto Andi bisognerebbe conoscere lui prima di tutto perché, i vini, sono il prodotto finale di un progetto molto più ampio che si basa su concetti tanto alti quanto condivisibili. Banalmente potrei riassumerli citando la pratica biodinamica in agricoltura, ma questo è solo un aspetto, o dell'integrazione con altre realtà che ha portato alla nascita di laboratori per la trasformazione della frutta con l'aiuto di ragazzi disabili e che sempre a seguito di questo progetto accredita l'azienda come fattoria didattica riconosciuta, o ancora dell'agriturismo ristrutturato interamente con materiali di recupero vecchi anche 500 anni con tecniche tradizionali e andate ormai in disuso.
Insomma, i vini di Fausto Andi sono figli di tutto questo, hanno un' identità precisa che nasce dalla coesistenza del pensiero e l'idea dell'uomo con la natura, dalla tradizione e dall'innovazione.
In questi due giorni ha accompagnato la mia tavola la bonarda, forse il vino più semplice che Fausto produce, o meglio produceva.La bonarda vivace (che poi non è una bonarda ma un IGT) in questione è millesimo 2006 ed è l'ultima che ha fatto. Perché? Semplice: secondo lui un grande vino rosso non può andare in bottiglia nella primavera successiva alla vendemmia. Così nel 2011 uscirà un vino frutto dell'assemblaggio delle annate '07 e '08 maturate in legno più la '09 che ancora carica di zuccheri permetterà la rifermentazione in bottiglia. Semplice no?
Tornando alla "nostra" bonarda: è un blend fatto dal 85% di croatina e dal restante 15% diviso tra 9 vitigni autoctoni persi nel tempo che l'azienda sta recuperando, vinificazione tradizionale in rosso e rifermentazione in bottiglia, non ha etichetta ed ogni bottiglia è dipinta a mano e diversa dalle altre.Versato nel calice la spuma è svelta a sparire e lascia che l'attenzione si concentri sul rubino brillante, compatto e di belle trasparenze luminose.
I profumi si sono arricchiti dalla permanenza in bottiglia restano comunque fragranti con un bel frutto in primo piano, ciliegia matura e croccante, poi la stessa sotto spirito tutto in un quadro fine, elegante e di una certa austerità. Il sorso attacca con un'effervescenza sottile e carezzevole, dal corpo non eccessivo ma ricco di gusto, secco, piacevolmente fresco e tannico, godibilissimo.
Una bonarda tradizionale e fuori dal coro allo stesso tempo, sicuramente buonissima.
In cantina costa 6€, più che meritate.

Loc. Moriano, 48
27040 Montù Beccaria (PV)
Tel. 0385277245

Oggi vedo: Il segreto dei suoi occhi - Juan José Campanella, 2009

Ha vinto l'Oscar come miglior film straniero quest'anno, speriamo che venga distribuito e di poterlo vedere sul grande schermo, merita davvero.

venerdì 16 aprile 2010

Oggi vedo: The Road - John Hillcoat, 2009

Un padre (Viggo Mortensen) e un figlio in viaggio sulla strada, verso sud.
Non si sa perché, non si sa quel che è successo ma la natura è morta.
Tutto è coperto di cenere, tutto è morte e desolazione.
L'unico motivo che tiene in vita il padre è il figlio, ultimo barlume di speranza, innocenza e umanità.
John Hillcoat (regista di "La Proposta") porta sullo schermo il bellissimo romanzo di Cormac McCarthy con un film cupo e intenso, triste e forte allo stesso tempo.
La distribuzione italiana lo snobba (perché troppo deprimente, mah...) ma questo non è un problema, no?
Da vedere assolutamente!

Oggi bevo: Ortrugo "sur lie" DOC 2007 - Croci

Massimiliano Croci è giovane e determinato, ha le idee chiare e una precisa visione del vino e del suo mestiere, il vignaiolo. Ha sposato al terra e la rispetta, la sua è un'agricoltura naturale e i suoi frutti sono figli del territorio e della tradizione.
E come da tradizione il suo ortrugo non è filtrato e riposa in bottiglia sui lieviti, a rifermentare.
Ecco, l'assaggio di questo vino deve essere fatto resettando i normali parametri di misura: su Soavemente la tenutaria del blog dopo l'assaggio lo ha paragonato ad una "birra weisse"! I lieviti in sospensione in effetti marcano molto sia il profilo aromatico che quello gustativo, mettici pure che l'ortrugo non è un vitigno aromatico e potete farvi un'idea.
Portato in tavola ieri sera non ha incontrato i gusti di tutti i commensali che sono rimasti un po' spiazzati. Personalmente mi è piaciuto proprio per quella sua vena d'antan, è un buon vino e sposa bene la tavola, al palato è sapido, poco impegnativo ma affatto banale fa della piacevolezza e della genuinità la sua carta migliore. Ed è digeribilissimo.
Da provare, anche per il corretto rapporto qualità/prezzo, sta in enoteca tra i 6€ e i 7€.

mercoledì 14 aprile 2010

Oggi bevo_ Agenore 2007 Bonarda DOC - Fattoria Mondo Antico

Sede staccata di una simpatica famiglia bergamasca in Oltrepò, vigne coltivate in regime biologico in conversione biodinamica.
Uve molto mature ed affinamenti rigorosamente in acciaio sono alla base della produzione della fattoria Mondo Antico che, mi dicono, sia anche un valido agriturismo.
Ieri sera abbiamo stappato l'Agenore 2007, la loro bonarda: rubino scuro scuro, profumatissima e croccante, giocata su un frutto (ciliegia) maturo e solare che puntuale si ripresenta in bocca. Sorso succoso, di buon corpo e dalla beva sorprendentemente agile, targa 14° alcolici perfettamente integrati da estratti e acidità. E' chiaro che non è mossa, vero?
Un bel vino, diretto e comunicativo, buono e affatto banale.
Costa meno di 10€ ed è vivamente consigliato.

venerdì 9 aprile 2010

Oggi bevo: ribolla gialla 2004 - Az. Ag. Franco Terpin

Ieri è stata una giornataccia, il perché ve lo risparmio ma tant'è.
Arrivo a casa alle 23,20 che ancora dovevo cenare, perché uscendo ho dimenticato il panino che, di conseguenza, mi aspettava in frigorifero.
Avevo bisogno di coccolarmi un po'.
Di solito se mangio a quest'ora non stappo vino, preferisco una birra meno impegnativa, ma chissenefrega ho pensato.
Ho tirato su dalla cantinetta una bottiglia presa ad Agazzano: la ribolla gialla 2004 di Franco Terpin.Ed eccomi qui, col mio panino stagionato 11 ore e il calice con questa ribolla atipica se pensiamo alla maggior parte dei bianchi in circolazione ma ben ancorata e fedele al suo territorio, il collio, dove la vinificazione in rosso per i vini bianchi è di antica memoria. Non è solo questo a caratterizzare la ribolla e tutta la produzione di Franco Terpin, ma l'intera filiera produttiva che vede alla base di tutto il rispetto della terra, della natura e dei suoi frutti.Rapisce già dal colore: oro antico e luminoso, attraversato da un finissimo velo materico si muove nel calice compatto e viscoso.
Al naso è profondo e ricco, frutta gialla matura e disidratata, vaniglia, miele, quasi sembra uscire una nota che richiama l'origano, poi agitando il bicchiere i profumi si alzano su freschi richiami vegetali, intenso, ricco e affascinante.
Il sorso è perentorio: grasso, materico e al tempo stesso attraversato da una vibrante acidità salina a bilanciare la struttura poderosa, ricco di sapore, rimane attaccato al palato strappando più di un sorriso e, soprattutto, un'altro bicchiere.
Un vino eccellente e senza compromessi.
Costa intorno a 20€.
Il mio voto è un 9/10.

domenica 4 aprile 2010

Pranzo pasquale

Allora, in sequenza:
- Oltrepò Pvese brut Cantina di Casteggio: MC millesimo 2005, 36 mesi sui lieviti, fresco, carbonica poco invasiva e acidità controllata, bel frutto, buono.
- Il Maiuscolo 2006: pinot nero in rosa di Fausto Andi, marcato fortemente dal sentore di rosa canina (sentite Fausto per sapere perché...), morbido e beverino, particolare e stuzzicante.
- Bonarda (i.gt.) sempre di Fausto Andi millesimo 2006: base croatina con un saldo di nove (9!) uve autoctone riscoperte dall'azienda, rifermentato in bottiglia, naso scuro: china, terra e frutta nera, effervescenza sottile e beva trascinante. Targa 14° e non lo diresti neanche sotto tortura.
- Maria Gioanna 2005 barbera d'Alba passata in legno piccolo, tipica acidità della barbera mitigata dall'affinamento, elegante e poco impegnativa (in senso positivo, è chiaro, no?).
- Monte Brullo 2006 Sangiovese di Romagna Superiore Riserva di Costa Archi: 15° alcolici, estrazione da anni novanta, frutto croccantissimo, tannino incazzato e, soprattutto, commensali sorridenti!
- Vernaccia di Oristano Silvio Carta riserva 1994: ho dovuto filtrarla ma ne è valsa la pena: frutta secca e disidratata, sfumature balsamiche, macchia mediterranea. Il sorso vivo ed elegante a dispetto dei 16 anni dalla vendemmia.
- Mirto Paola Pinna (mia mamma...): il migliore sulla piazza!

Buona Pasqua a tutti!!!

venerdì 2 aprile 2010

Oggi bevo: Champagnino - Cantina BULLI

Preso per quattro euri in un negozietto appena fuori dal casello di Fidenza, incuriosito dal nome e, soprattutto, dalla rifermentazione in bottiglia.
Lo fa una azienda fin'ora sconosciuta, almeno per me: la cantina BULLI a Bacedasco Alto (PC).
All'acquisto ero convinto si trattasse di uva marsanne per l'abitudine in zona di chiamarla, appunto, champagnina ma dal sito leggo che è un blend di malvasia, sauvignon, moscato e ortrugo.Paglierino , leggermente opalescente, la spuma è svelta a sparire e lascia spazio a una bella colonna di perle sottilissime. Naso che apre su note di lievito, poi fiori bianchi, erba di campo, sbuffi più dolci e maturi, poi di nuovo vegetale ed agrumato, mobile e persistente. Sorso dall'effervescenza cremosa e sottile, si allarga in bocca in modo inaspettato sulle note di frutta matura, secco, tratteggiato da stuzzicanti note saline e con una bella chiusura amarognola.
Un piccolo vino fedele al territorio e dalla beva trascinante, tra pranzo e cena ho spazzolato allegramente la bottiglia.
Una piacevole sorpresa.
Il mio voto è 7,5/10.