venerdì 30 agosto 2013

Oggi bevo: OP Pinot Nero Vigna Brumano 2010 - Az. Agr. Ruiz de Cardenas

L'annata è di quelle sfigate. Mi dicono essere parola di produttore.
Epperò, azzardo io, è proprio in questi casi che si vede il talento del vignaiolo.
Infatti il Vigna Brumano 2010 di Ruiz de Cardenas è tutt'altro che un vino da disprezzare, anzi: il colore è meno intenso del solito ma di splendida tonalità, brillantezza e trasparenza. Naso giovane, croccante, fresco, invitante. Bocca sottile, fresca, piacevolmente tannica. Certo è più esile, non ha la complessità e la potenza dei campioni e non durerà in eterno, ma adesso (magari più fresco del solito) si beve alla grande. IMHO, ovvio.

Giuro che il prossimo telefono lo prendo con una fotocamera in grazia di dio.

martedì 27 agosto 2013

Oggi fotografo: agosto 2013

Catalogo Bolaffi n.4 del grande Gino Veronelli, preso a Sarzana

Montecristo Petit Edmundo fumato dopo l'acquisto


Cinque Terre, quale?

Come sopra...

Cinque Terre, relax

Cinque Terre, vigneti

Sempre Cinque Terre, stavolta al tramonto. Bello vero

Hoyo de Monterey

Carlo e Ambra

Bottino della trasferta ligure, più qualcos'altro bevuto in loco (Magioa Cinqueterre Buranco ad esempio)

Partagas D4

Dalla finestra di camera mia a Sarzana

Toscano del Presidente: tutto quel che si può chiedere ad un sigaro Toscano 

I nipoti nuotano e io fumo. Partagas a bordo piscina

La piana di Monzone vista da Casa Prati

Come sopra...
Ambra, la fidancè!

Fattoria Moretto, lambrusco grasparossa tracannato allegramente una sera al ristorante La Staffa

Appunto.
Tipico piatto da metà agosto!

Ancora Partagas D4

Come sopra, solo qualche minuto dopo
Casa Prati, Monzone

Crescentine, lambrusco (Bonluigi) e quattro generazioni

Due delle quattro generazioni a tavola (più o meno)

Cao MX2, Nicaragua (almeno credo)
Fidancè, nipoti e pizza

Il Ponte del Diavolo nei boschi sopra Monzone




giovedì 1 agosto 2013

Oggi bevo: TANNHAMMER 1998 - Alois Lageder

Arrivo in anticipo all'Osteria del Dosso, Marco che finalmente se la godrà dall'altra parte del banco non è ancora arrivato.
Quando arriva mentre aspettiamo gli altri ci sediamo su un tavolo all'ombra di una pianta secolare. Aspetta, dice. E torna un minuto dopo con una bottiglia, nemmeno a dirlo, debitamente stagnolata.
Stappa.
Bello: giallo dorato, carico, lucente e vibrante. Elettrici riflessi verderame. Si muove morbido, la ciccia c'è ma non sembra giusta.
Annuso e sparo: per me è uno chardonnay old style, naso sontuoso e ricco, sfaccettato, minerale e molto elegante nel porsi.
Assaggio: minchia che vino! Elettrico, sapido e cremoso tutto insieme. Un sorso di una vitalità e una classe superiore.
Prima di svelare il mistero dico la mia: chardonnay Alto Adige (sapevo già non essere francese). Quasi ci prendo: è chardonnay e sauvignon. Quello che non avrei indovinato era l'anno: 1998. Quindici (15!) anni giusti giusti.
La bottiglia ha fatto in tempo a scaldarsi e tirare fuori il suo potenziale solo per qualche attimo. Solo perché io e Marco, stringendo i denti, non l'abbiamo finita in meno di un quarto d'ora. E fidatevi, è stata una fatica...
Il vino è il  TANNHAMMER di Alois Lageder ed è uno dei vini bianchi più buoni che abbia mai bevuto.
Adesso viene vinificato in acciaio con una sosta sulle fecce di quattro mesi, per me nel 1998 faceva legno, scriverò una mail all'azienda per saperne di più.
Aggiornamento del 6/8/2013: contattata l'azienda mi ha risposto il cortese Hansi Piger confermando che il vino in effetti nel 1998 fermentava e affinava in barrique francesi per 11 mesi. Fermentazione malolattica compresa (pensavo non l'avesse fatta!). Che bottiglia!

Oggi festeggio

L'immagine, che rende bene l'idea del perché brinderò stasera, arriva dal sito del Fatto Quotidiano (spero non me ne vogliano).
Ben gli sta.