domenica 20 settembre 2015

Oggi bevo: a cena con Frank Cornelissen e i vini del 2014

Frank Cornelissen è un vignaiolo.
Folgorato dalle vigne etnee, scese dal Belgio in Sicilia, a Solicchiata ormai 15 anni fa.
Formazione classica grazie al padre grande cultore del grande vino, si è appassionato a quest'ultimo con i classici bordolesi e borgognoni.
Pensando e ripensando a quello che secondo lui dov'esse essere il vino è arrivato a concepire lo stesso e le tecniche di vinificazione in maniera singolare ed estrema.
L'idea è quella di evitare tutti gli ostacoli tra la vigna e la bottiglia vinificando per sottrazione: lieviti spontanei, anfore, solo travasi e nient'altro. Nemmeno solforosa.
Vino senza filtri, nel bene e nel male.
Nel corso degli anni è cambiato molto: le anfore sono state vetrificate, la cantina è stata interamente piastrellata e le attrezzature si sono evolute, si cerca di evitare ogni tipo di contaminazione esterna dovuta a batteri o a lieviti che non siano sull'uva.
Sono vini senza compromessi, negli anni sono migliorati molto sul piano della precisione e della pulizia - che non saranno mai quelle di un vino classico.
Abbiamo degustato i vini dell'annata 2014 che andrà in bottiglia a breve al Vinodromo durante una bellissima serata insieme a lui.
Simpatico e divertente i Sussucaru: rosato composto dalla fermentazione del 60% di uve bianche che si aggiungono al resto di uve rosse. Tanto frutto, freschezza e una chiusura piacevolmente tannica.
Vino da bere.
Meno centrato, ma son gusti personali, il Contadino. Rustico e poco fine, secondo me il meno interessante insieme al Munjibel bianco.
L'asticella della qualità - e del prezzo - si alza sensibilmente con il Munjibel rosso, nerello in purezza da vigne più vecchie. Grande concentrazione e maggiore pulizia, ricco e potente. In fase embrionale però.
La vera sorpresa è stata il Magma '13. Prodotto in quantità omeopatiche da una vigna del 1910 a piede franco a più di 900 metri d'altezza solo quando il nerello riesce ad arrivare a giusta maturazione.
Finissimo e infiltrante, potente e sottile allo stesso tempo. Inconfondibilmente un vino del vulcano prima ancora che un vino siciliano, e forse un vino poco siciliano comunque. Molto concettuale e stratificato, cerebrale e vero insieme. Gran bottiglia davvero.

venerdì 4 settembre 2015

Oggi bevo: Champagne Brut Nature - Perseval Farge

 Assemblaggio composto dal 52% di pinot meunier, 38% di chardonnay e 10% di pinot noir.
Il 25% del vino è della vendemmia 2010 mentre il resto è composto da un taglio delle annate 2009, 2008, 2007, 2006 e 2004.
Il 31% del vino non ha svolto la fermentazione malolattica.
Degorgiato il novembre 2014, nessun dosaggio.
La scheda tecnica sul sito?
No: la retroetichetta della bottiglia.
Io mi tolgo il cappello.
Uno Champagne questo di Perseval Farge che fa del dosaggio zero una sfumatura, chiude secco un sorso ricco e largo, saporito, fine e minerale. Non è una lama acida che ti sbianca i denti ma uno Champagne di grande cremosità e scorrevolezza.
Bevuti due bicchieri a cena, la mezza bottiglia abbondante avanzata è durata si e no venti minuti il giorno dopo.
Buonissimo.