venerdì 29 ottobre 2010

Oggi bevo: Gallieno IGT Lazio Bianco 2008 - Riserva della Cascina

Gallieno Igt 2008, lo fa Riserva della Cascina, azienda biologica laziale.
Malvasia del Lazio in purezza, dodici mesi in acciaio e cemento più un breve passaggio in legno. L'abbiamo bevuta mercoledì sera io, Gigi e Andrea, avanzata poco meno di mezza bottiglia l'ho finita io oggi, a due giorni dalla stappatura.Il colore è giallo dorato carico, molto bello, d'aspetto viscoso e promettente. I profumi sono però diversi da quel che mi aspettavo: premesso che conosco la malvasia del Lazio come gli origami (cit.) credevo di trovare una matrice aromatica che invece non c'era, anzi. Secco con note di fiori e fieno, poco intenso ma piuttosto fine, non è cambiato molto da quando l'abbiamo aperto. Il sorso è voluminoso, marcato da una certa morbidezza alcolica/glicerica (targa ben 14,5°) ma comunque secco e di bella struttura, lunghezza retro olfattiva nella media.
Sugli scaffali a poco più di 10€, non mi ha fatto impazzire ma devo dire che non ho confidenza ne con la malvasia laziale ne tantomeno con i bianchi del Lazio.
Da rivedere.

venerdì 22 ottobre 2010

Oggi vedo: Machete - Robert Rodriguez

E' da un po' che non scrivo di film, e ne ho visti di belli ultimamente, anzi. E' che non ne ho voglia.
Ma per l'ultimo masterpiece di Rodriguez non posso tirarmi indietro, è cinema allo stato puro.
Nato dal finto (?) trailer diretto per Grindhouse, il personaggio di Machete ha preso forma come creta nelle mani di Dio, dove attori e regista divertono e si divertono, dove le invenzioni e le idee non si contano, come nemmeno gli arti e le teste mozzati.
E' passione sintetizzata in pellicola, imperdibile.

giovedì 21 ottobre 2010

Oggi Tasting Panel: Chiaror sul Masso - Cascina I Carpini

Ho bevuto il primo timorasso spumante della storia.
Se posso è per l'estro e la capacità di Paolo Ghislandi, aka Cascina I Carpini.
Viticoltore di spicco dei colli tortonesi, Paolo ha provato, con successo, a spumantizzare il timorasso, un vitigno riscoperto recentemente che, nei bianchi da invecchiamento, sta dando risultati che non lasciano dubbi.
Si chiama Chiaror sul Masso, vendemmiato nel 2008 in due tempi per preservare sia la freschezza che la maturità del frutto, lavorato secondo il metodo charmant e prodotto in poco meno di quattromila bottiglie. 50 destinate a questo Tasting Panel per il quale Paolo si è avvalso della collaborazione di Andrea Petrini, attivissimo wine blogger romano su Percorsi Di Vino.Nel calice è un bel paglierino, la spuma svanisce in fretta e lascia il campo aduna bella colonna di bolle fini e persistenti. Al naso è fine, senza dubbio, e la pera croccante è il filo conduttore dove in secondo piano troverai delicate sensazioni floreali. Il sorso è retto da una struttura acida importante, la pera torna puntuale sulla lingua lasciando una traccia appena morbida. L'effervescenza è delicata, secondo mio papà, con me a condividere la bottiglia, addirittura poca, a me è piaciuta così. Chiude leggermente ammandorlato e piuttosto lungo.
In definitiva mi è piaciuto, fresco e croccante. Un bel vino, i miei complimenti alla Cascina i Carpini.

mercoledì 20 ottobre 2010

Oggi bevo: Brunello di Montalcino 1997 - Vasco Sassetti

Un amico col quale amo condividere le bottiglie più importanti è certamente Riccardo, per tre motivi: il primo è che beve e gli piace bere, il secondo è che apprezza e capisce il valore di cos'ha davanti, il terzo è che un bicchiere con un amico è sempre più buono.
E così ogni tanto ci troviamo a casa mia o a casa sua, si mangia bene e si stappa meglio.
Domenica accompagnando uno splendido risotto ai porri e raspadura abbiamo bevuto questa bottiglia di Brunello che riposava in cantina da parecchio tempo, la vendemmia è la famosissima 1997 e il produttore è Vasco Sassetti, scomparso recentemente.
Vado a memoria, perché il vino non lo abbiamo analizzato spaccando il capello in quattro, ma ricordo che a fronte di un naso non molto intenso ma emozionante per profondità, aveva un sorso che era puro velluto. Per me lo abbiamo beccato al top, una dolcezza e un'intensità che riempivano la bocca in ogni angolo, un tappeto tannico maturo e di grande stoffa, chiusura infinita.
Davvero, una bontà.
Non è stata l'unica bottiglia della serata però, dopo su un piatto di formaggi abbiamo stappato un montepulciano da uve leggermente passite, affinato in legno del 2005. Si chiama Jarno e, guarda un po', lo fa Jarno Trulli, il pilota.
Ora, magari la nostra era una bottiglia sfigata, può essere. Ma l'idea che 32€ siano andati via per un vino così francamente scoccia. Al naso era si potente e surmaturo, ma con fastidiose note vegetali, e in bocca non era meglio. Grasso e dai tannini verdi ed asciuganti, amaro e decisamente poco armonico.
Magari era una bottiglia sfigata, oppure, come dice Riccardo, Jarno Trulli fa il vino come va in macchina.

La foto l'ho presa da internet, spero che il proprietario non me ne voglia...

venerdì 15 ottobre 2010

Oggi bevo: Classese DOCG 2005 - Travaglino

Se in questi giorni posto più del solito un motivo c'è. Circa due settimane fa, la domenica dopo una divertente cena con amici, lavando i piatti mi si è rotta in mano una maledettissima teglia in ceramica. Risultato: dito mignolo destro aperto e tendine lesionato, diversi punti di sutura e venti giorni col dito steccato.Almeno mi consolo con il vino!
Ad allietare la mia pallosa degenza in questi due giorni una delle bollicine più titolate dell'Oltrepo Pavese: il Classese di Travaglino.
Millesimo 2005, pinot nero con saldo di chardonnay fermentato in barrique, 48 mesi sui lieviti.Paglierino, carico ma dai chiari riflessi verdi. Naso intenso da mc di razza: prima i lieviti, poi pasticceria, dalla crema al profumo di brioches, la pera e la pesca mature, richiami di frutta secca, cocco e vaniglia. Grasso ed elegante allo stesso tempo, in bocca è bolla di bella grana, vino giocato più sulle morbidezze che sulle tensioni, ma di qualità indiscutibile.
Preferisco bolle più tese generalmente, ma se dicessi che non mi è piaciuto direi una falsità.
Costa tra 25 e 30 €.

martedì 12 ottobre 2010

Ecco il mio piccolo contributo alla causa del buon lambrusco, questa bottiglia viene dal Frignano, sull'appennino Modenese. Precisamente da Serramazzoni, prodotta ed imbottigliata dall'azienda Villaboni-Bon Luigi, IGT sull'etichetta è composto da uva Lambrusca in prevalenza con un saldo di uva Tosca, la vendemmia di riferimento è la 2008 e il vino deve la sua effervescenza alla nobile pratica della rifermentazione in bottiglia. Non è finita qui, perché, udite udite, questo atipico lambrusco viene anche sboccato per pulirlo dal fondo!Signore e signori ecco a voi il Frinese.
Rosso rubino, ottima consistenza, naso timido tra sensazioni di frutta scura e floreale delicato, sottili note minerali. Bello in bocca, secco, teso e di bella polpa, bolla sottile e dal finale leggermente amaricante dalla lunghezza non indifferente. Ben fatto e parecchio gustoso.La spensieratezza della beva, il palato mai stanco, l'originalità e la bontà del vino sono caratteristiche che spesso hanno i lambruschi migliori, e come in questo caso, meritano assolutamente l'assaggio.

venerdì 8 ottobre 2010

Oggi bevo: Don Chisciotte Fiano Campania IGT 2006 - Il Tufiello

Conservavo questa bottiglia da più di un anno, l'ho stappata ieri sera.
Bevuto mezzo litro mi son fermato per decenza, ma avrei potuto finirla nel giro di dieci minuti. Perché il Don Chisciotte 2006 è uno dei vini più buoni che mi è capitato di bere.
Frutto della vinificazione di una vigna di fiano a 900 metri d'altezza coltivata in modo naturale, vinificando le uve in rosso, con molti giorni, credo 40, di macerazione sulle bucce e maturazione esclusivamente in acciaio. Devo dire che io ho un debole per i vini di Guido Zampaglione, ma questo fiano è davvero splendido, ha una marcia in più: coi suoi profumi di pesca, di nespola, di buccie e fieno, una spiccata mineralità e una bocca sapidissima e dinamica, dolce e fresca, con un finale leggermente tannico e lunghissimo. Equilibrismi tra forma e sostanza, cerebrale nel porsi diventa viscerale la beva, quasi compulsiva.
Non ce n'è più in giro, ma se vi capita di trovare una bottiglia non lasciatevela scappare.

mercoledì 6 ottobre 2010

Oggi bevo: AOC Patrimonio 2009 - Clos Marfisi

Ho tirato il collo al souvenir corso arrivato sulla mia tavola dalla mia sorellina (grazie!!!): AOC Patrimonio, Clos Marfisi. Non avevo idea di cosa fosse finché lui, illuminandomi e facendo tornare i conti, mi disse "è sangiovese"!
Rubino accesso di media consistenza e bella brillantezza, nel calice scorre agile e preannuncia un corpo snello nonostante i 13.5° alcolici. Naso fresco che profuma di lamponi e ciliegia con sfumature floreali e mediterranee (rosmarino), dopo un giorno il frutto richiama netto il succo di mirtilli ed esce qualche antipatica nota verde.Beverino e piacevole, in bocca è sottile e succoso, dalla vena acida ben percepibile e un accenno tannico sul finale. Chiude leggermente amarognolo e con una lunghezza sufficiente. Insomma, non è da strapparsi i capelli ma accompagna degnamente un pasto, se cercate un vino poco impegnativo ma versatile e sincero il Patrimonio AOC di Clos Marfisi fa per voi.

Oggi scrivo: Timorasso Spumante Brut Cascina I Carpini - Tasting panel

Dalle vulcaniche cantine di Cascina i Carpini e dalla disponibilità di Andrea Petrini/Percorsi di Vino nasce il tasting panel per il nuovo Chiaror sul Masso, per testare appunto, una nuova interpretazione per uno dei più sorprendenti vitigni del Nord Italia: il Timorasso.
Famoso per essere tornato in auge negli ultimi 10 anni come eccellente bianco da invecchiamento, questa volta viene proposto in un'innovativa versione spumantizzata.
A presto le mie impressioni.

lunedì 4 ottobre 2010

Oggi bevo: Monsaltus V.T. 2006 OP Riesling Doc - Marchesi di Montalto

Oggigiorno la tendenza omologante si respira nell'aria, il microcosmo del vino è per gli appassionati un raggio di sole, fatto di piccole o grandi realtà molto diverse tra loro, specchio del territorio e della cultura della gente che lo abita.
Il vino è immagine dell'Italia rurale, tradizione ed evoluzione della stessa in bottiglia, o almeno mi piace pensarlo. Fatto per essere venduto, questo è bene non dimenticarlo, perché anche il vignaiolo ha la brutta abitudine di mangiare, andare in macchina, pagare le tasse.Ecco, per fare un vino così ci vuole coraggio, perchè parliamo di un vino bianco, che esce sul mercato dopo 3 anni dalla vendemmia: il Monsaltus Vendemmia Tardiva,  riesling renano che arriva dall'Oltrepò Pavese, non dall'Alsazia, dalla Mosella o, per restare in Italia, dall'Alto Adige. Faccio queste puntualizzazioni perché non è un riesling normale questo, la vendemmia ad esempio: viene fatta tra dicembre e gennaio con le uve spinte ad una maturazione avanzatissima e in gran parte attaccate dalle muffe nobili, con rese nell'ordine dei 30 quintali per ettaro di vigna. Il mosto fa una macerazione in ambiente ridotto di 6 giorni, fermenta e riposa sui lieviti in acciaio per altri 8 mesi e completa il suo ciclo di affinamento in bottiglia per almeno 2 anni.Nel bicchiere è giallo dorato, carico ed intenso, la massa è viscosa e consistente. profumi intensi e complessi, dalla frutta gialla in confettura, albicocca disidratata, allo zafferano, noce moscata e accenni idrocarburici. In bocca entra grasso e morbido, speziato e molto intenso. Vino estremo e coraggioso quello dei Marchesi di Montalto, una piccola chicca dall'Oltrepò Pavese, territorio che merita sicuramente più di quanto si dice in giro.

venerdì 1 ottobre 2010

Oggi bevo: Il Grigio Chianti Classico Riserva docg 2006 - San Felice

Nel vastissimo (troppo?) panorama del Chianti, mi è capitata tra le mani questa riserva 2006: Il Grigio dell'Agricola San Felice.
Sangiovese 100%, e di questi tempi non è poco, matura per 18 mesi in legno di diverse dimensioni e sull'etichetta c'è scritto che è un "valido connubio tra tradizione e modernità".
Mica male: un bel rosso rubino compatto, naso di amarena e frutta scura, dolcezze che ricordano la marmellata di ciliegia e l'arancia candita, poi una bella nota speziata (cannella) stuzzicante. Il sorso è pieno, avvolgente e senza esagerazioni. 13° alcolici, tannini fini e dolci e la componente acida in sottofondo che però bilancia il tutto.
Costa una quindicina di euri, forse meno. Per me ben spesi.