domenica 29 dicembre 2013

Oggi leggo: offerte natalizie!

Tra le tante mail che mi arrivano a scopo promozionale e che di norma cestino una mi ha colpito, trascrivo due paragrafi particolarmente significativi:

"XXXXX: DALLA NUOVA ZELANDA IL CEPPO DI LIEVITO PER UNO STILE INTENSO E FRUTTATO
Dalla Nuova Zelanda, terra di grandi Sauvignon Blanc, è arrivato un nuovo ceppo di lievito per la fermentazione di bianchi e rosati con una importante produzione di aromi fruttati. Si chiama 
XXXXX e produce grandi quantità di tioli, con bassissima formazione di vinil-fenoli grazie al carattere POF-, anche a basse temperature (10°C). Lo stile che ne deriva è quello intenso e marcatamente fruttato di Marlborough tra i più stimati e premiati al mondo. Da XXXXX nascono vini dalle spiccate note di frutta tropicale, pesca e albicocca, accompagnati da grande finezza ed equilibrio gustativo. Il lievito quest'estate ha avuto grande successo presso i nostri clienti!! Per maggiori info contatta il nostro responsabile tecnico biotecnologie."

Pensavate davvero che per bere un sauvignon di Marlborough una buona idea era bere un sauvignon di Marlborough? Stolti! Da ora in poi, sappiatelo, non è più così.

"XXXXX: PER DARE CONSISTENZA E CORPO AI VINI PIU' ESILI 
XXXXX, in versione White per i vini bianchi e Red per i rossi, arricchisce in mannoproteine e accelera l’autolisi della feccia fine esaltando la finezza gustativa. 
XXXXX esalta l’armonia gustativa, stabilizza il colore, aumenta rotondità e volume in bocca, migliora la stabilità tartarica e proteica. Dalla ricerca XXXXX è il preparato del momento per l'affinamento dei tuoi vini. Scopri le caratteristiche sulla sezione prodotti del sito XXXXXe rivolgiti al nostro responsabile tecnico biotecnologie XXXXX, sarai poi assistito dal nostro referente della tua zona."

Perché se sei un vignaiolo figo che vuol fare un vino figo allora DEVI affinare il tuo vino in modo figo. E XXXXX è il prodotto del momento che fa per te...

sabato 28 dicembre 2013

Oggi bevo: bottiglie


Il Maggiore 2012 - Ottaviano Lambruschi

Cuvée du Hordon - Pascal Redon

Braide Alte 2009 - Livon

Sangue d'Oro 2007 - Carole Bouquet

Oggi bevo: AA Sauvignon Puntay 2009 - ERSTE + NEUE


Il lavoro è quello che è ma far come Tafazzi non serve a niente vediamo di berci su.
Così in accompagnamento ad una cena a base di finocchi gratinati e Sofficini Findus stappiamo il Sauvignon Puntay 2009 di ERSTE + NEUE.
Bottiglia interessante, un vino tutto curve per capirci. Tipicissimo e strabordante al naso, in bocca è grande e grosso. Ma anche gustoso e saporito.
Non è certo un sauvignon sussurrato e minimalista però, anche se alla lunga può sembrare ridondante, si fa bere con piacere.
Discutendo sul voto gli abbiamo appioppato 87 punti su 100.
Nelle vene sulla fronte di Riccardo non scorre sangue ma sauvignon

martedì 17 dicembre 2013

Oggi bevo: Barolo Bussia 2008 - Fratelli Giacosa

Visto che al lavoro siamo nella merda a casa cerco di consolarmi come posso.
Ho stappato il Barolo Bussia 2008 di Fratelli Giacosa, vendemmia 2008.
Gran bottiglia: nonostante la gioventù è sorprendentemente pronto e buono già adesso. Un Barolo di stampo tradizionale e un'ottima annata, senza dubbio. Gioca le sue carte sull'eleganza e non sui muscoli ma la struttura non gli manca, anzi, durerà a lungo. Tra l'altro ha un ottimo rapporto q/p.
La foto l'ho presa dal sito aziendale.

giovedì 12 dicembre 2013

Oggi non vorrei scrivere...

Oggi vorrei scrivere dei vini bevuti in questi giorni, l'Aiperti 2011 o la schiava 2010 di Pranzegg o ancora lo chardonnay 1999 di Marchesi de Gresy.
Ma non scriverò di nessuna di queste bottiglie: due giorni fa è arrivata la finanza nell'azienda dove lavoro, hanno arrestato il grande capo e così, di punto in bianco mi trovo - ci troviamo - senza stipendio e con l'incertezza del domani. Per 120 dipendenti.
I contorni della vicenda non sono ancora chiari, le indagini sono in corso ma francamente adesso mi interessano poco. Verrà il tempo anche per quello.
Il vero problema è capire se riusciremo come azienda a tener botta e continuare a lavorare, il colpo a quanto pare è pesantissimo.
Conti correnti bloccati, fornitori che girano le spalle e clienti che si rivolgono alla concorrenza.
Speriamo che la situazione si sblocchi in fretta, almeno per capire cosa fare.
Si parla di frode fiscale, frode contributiva, associazione a delinquere.
Sono basito, come tutti i colleghi del resto.
Non so, staremo a vedere. Intanto stringiamo i denti.

giovedì 5 dicembre 2013

Oggi scrivo: Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2013

 Vorrei scrivere due righe ma senza scadere nei soliti elogi che, comunque, questa manifestazione merita.
Perché ne merita davvero: il posto, per dire. Facilmente raggiungibile, pratico, spazioso, luminoso e ben organizzato.
La qualità media dei vini in degustazione e di conseguenza il talento dei vignaioli dietro ai banchetti. L'alto numero dei vignaioli, circa 240 (tra grandi, piccoli, naturali e convenzionali): se il banchetto che in quel momento ti interessava era affollato ce n'era sicuramente uno libero con cui scambiare quattro chiacchiere e bere un vino finora sconosciuto.
L'acqua su ogni banchetto, sembra un dettaglio marginale ma non lo è.
Anche il pubblico sembrava particolarmente partecipante e soddisfatto.
Un appunto potrei farlo ai prezzi dei vini: due volte ad esempio mi è stato fatto uno sconto - sempre ben accetto - per arrivare al prezzo che poi era lo stesso praticato in cantina. Per non dar fastidio alle enoteche, dicono. Ma se è una mostra mercato promozionale non sarebbe meglio mettere un prezzo, appunto, promozionale? Mi dici: il vino in enoteca costa 10, in cantina costa 8 ma per farci conoscere e solo per questi tre giorni di fiera il prezzo è 7.
Vero che io il vino lo compro e non lo vendo, però non mi sembra un'idea così balzana. Tra l'altro sembra che l'equivalente francese della Mostra Mercato FIVI funzioni proprio così.
E' stato comunque un gran pomeriggio, peccato solo essere arrivato tardi - turno di notte, non pigrizia - mi sono perso un sacco di vini che mi ero segnato e che ho dovuto saltare. In compenso ne ho scoperti altri buonissimi come la sorprendente schiava 2010 di Pranzegg o il tesissimo pinot nero di Unterortl, ancora i grandi primitivo di Morella e i Chianti di Montebernardi.
Andrà meglio l'anno prossimo. Perché sicuro come l'oro che l'anno prossimo ci torno, arrivando prima e meglio organizzato.
E se accettate un consiglio, fate altrettanto.

P.S.: la disposizione a casaccio dei produttori sarà affascinante e molto free, ma in quanto a praticità...
La foto è pessima, ma da l'idea degli spazi della fiera, davvero una figata

lunedì 25 novembre 2013

Oggi bevo: Riesling OP doc Vigna Costa 2011 Bruno Verdi - Altonero 2004 igt Villaboni

Per me il Vigna Costa di Bruno Verdi è uno dei migliori riesling fatti in Lombardia. In Oltrepo pavese sicuramente. Il 2011 adesso è una piccola bombetta: dritto e minerale, ha stile e personalità. Sacrifica il frutto più semplice ed ammiccante in favore di un rigore olfattivo petroso e minerale (lo so, l'ho già scritto una riga sopra...), la bocca acida e piena, davvero buono. Che poi in Alto Adige ce ne sono di migliori siamo tutti daccordo ma il Vigna Costa ha il suo perché. E poi è inconfondibilmente  renano, sembra una banalità ma chi frequenta i riesling dell'Oltrepo sa che non è così.
L'Altonero invece arriva dall'Emilia e lo fa Luigi Boni. trattasi di uvaggio bordolese puro e semplice: cabernet e merlot.
Evoluto ma no stanco, affascina. Morbido e disteso, sottobosco e ricordi di ciliegia. La terziarizzazione dei profumi arricchisce, sfuma e riempie il profilo olfattivo. Il sorso nonostante l'etichetta segni 12.5° è appagante e setoso. Non manca di una certa lunghezza. In terra di lambrusco è piacevole sorpresa, soprattutto all'alba del decimo compleanno.
 E scusate se è poco.

domenica 24 novembre 2013

Oggi bevo: Champagne...

Nemmeno mi metto scriverle le note. Perché non le ho prese e perché mentre bevevo  pensavo che per trovare il fianco a questi vini bisogna proprio cercarlo. Mi spiego meglio: c'era il vino più buono e quello meno buono ma tutti, proprio tutti, erano mediamente meglio di quello che di solito puoi bere con etichetta italiana. Il rosè di Gimonnet Oger ad esempio non mi ha fatto impazzire ma col senno di poi direi che è stato penalizzato dall'essere stappato per primo, probabilmente avrebbe meritato un diverso posizionamento durante la cena per esprimersi al meglio. Lo scrivo perché il loro selection blanc de blancs stappato per ultimo ha avuto da dire nonostante prima fossero partiti fior di millesimati. Lo Special Club 2006 di Hervieux Dumez ad esempio, o lo strabordante Cuvee du Hordon di Pascal Redon. Gran serata. Grazie Ricky e grazie Barbara.
Il mio amico Silvio dice: non è provato che bere Champagne allunghi la vita ma sicuramente la migliora.
Quanto ha ragione...

P.S.: Torracca a te l'onere e l'onore di raccontare ogni bottiglia nei commenti. Tiè.

venerdì 22 novembre 2013

Oggi scrivo: Golosaria 2013

Golosaria, chissà perché non ci sono mai andato prima.
E' la "rassegna di cultura e gusto del Club di Papillon".
Una girandola di sapori lunga tre giorni durante i quali, mi dice l'ufficio stampa, sono passate qualcosa come 40.000 persone. Mica male.
Il mio peregrinare tra i banchi di Golosaria si è svolto il pomeriggio di domenica più o meno tra un hamburgher (200g di black angus, scamorza affumicata, crema di broccoli al peperoncino e scarola ripassata con uvetta e pinoli. Micidiale) e tanti produttori di vino, la zona food per me era veramente troppo affollata ma l'offerta proposta sui banchetti era di prim'ordine.
Pensate a qualcosa di buono, bene, li c'era.
Ecco, con più calma e organizzazione - mia, non dello staff - mi sarebbe piaciuto partecipare ai vari eventi complementari come la degustazione degli spumanti da uve autoctone di domenica mattina o qualcuno dei tanti show cooking.
Cercherò di far meglio l'anno prossimo.
In compenso ho partecipato al concorso WineNot che consisteva nella degustazione di almeno otto vini dalle 17 alle 19 tramite un'app da scaricare sullo smartphone.
E mi sono portato a casa il volume "L'Ascolto del Vino" (Paolo Massobrio e Marco Gatti) risultando il migliore su più di 200 partecipanti, con tanto di premiazione sul palco, strette di mano e foto di rito. Una bella soddisfazione per Ambra - la mia compagna, che ha insistito per farmi partecipare - e per il mio fegato, fedele compagno di mille battaglie.
Paolo Massobrio, due ragazzi di Golosaria e il sottoscritto
Tra gli assaggi migliori piazzo un graffiante Barbacarlo 2010 del mitico Lino Maga e il Vesna di Stefano Milanesi, amico e vignaiolo di talento, col quale abbiamo alzato il calice per brindare.
Stefano, io e il Vesna
Pollice sopra: la cartella stampa: al posto del solito malloppo di carta un'elegante chiavetta USB con tutto quel che serve.
Pollice verso: il calice (?) da degustazione. L'impressione è che l'unico punto di contatto che lega quest'ultimo al vino sia la firma del suo ideatore: Luca Gardini. IMHO, ovvio...

Cara Golosaria ti saluto.
Ci vedremo l'anno prossimo.




giovedì 14 novembre 2013

Oggi scrivo: Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

Autunno, tempo di fiere, degustazioni ed incontri.
Ecco, il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti organizzato dalla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, appunto) è uno dei più interessanti del momento.
Perché? Perché si smarca da qualsiasi idea politica e si concentra su una cosa: il prodotto artigianale. Indipendentemente dal fatto che un'azienda segua pratiche agronomiche biologiche o meno, che decida di usare lieviti selezionati o fermentazioni spontanee l'importante è che segua il percorso che va dalla gestione del vigneto fino alla vendita della bottiglia.
Ci mettono la faccia. La ricerca di qualità, per me, ne è una diretta conseguenza.
Ne vale la pena, ci vedremo li.

Piacenza Expo – Quartiere Fieristico di Piacenza
Fraz. Le Mose, Strada Statale 10 per Cremona, 29100 Piacenza

30 novembre - 1 dicembre 2013
Orari 11,00 - 19,00
Ingresso 15€

Oggi bevo: vdt Bianco Testalonga (lotto 2010) - Antonio Perrino

Lo scritto che segue non è mio ma del buon Riccardo Torracca, che sono felice di ospitare su queste pagine.
I pranzi in settimana sono rari qui al nord, ma talvolta Gabriele ed io riusciamo a ritagliarci degli spazi "enogastronomici" che illuminano queste giornate novembrine.
Siamo indecisi su cosa bere, ci viene in mente una bottiglia che sonnecchia in cantina ormai da quasi un anno...
E' il Bianco Testalonga di Antonio Perrino, vignaiolo a Dolceacqua (IM). E' vermentino, dicono.
Il primo incontro è spiazzante :ricorda i vecchi vini dei nonni, dalla volatile accesa. Forse anche troppo accesa.
Poi... Poi inizia ad aprirsi e migliora di minuto in minuto.
Sapido, salmastro. Ricorda la riviera di Ponente che lo ha generato. Il suo giallo paglierino opalescente ricorda i raggi di sole che filtrano tra i vicoli di Dolceacqua.
Si beve bene, l'alcol è contenuto e il sorso equilibrato. Finiamo la bottiglia in men che non si dica e il nostro pomeriggio milanese avrà un tocco di salsedine d'antan...
Un pensiero speciale all'amica Nadia, sponsor della bottiglia...

Cara Nadia, io non ti conosco ma il primo brindisi era per te. Grazie!

giovedì 7 novembre 2013

Oggi bevo: Trentodoc Blauwal - Az. Agr. Cesconi

Bello spumante quello di Cesconi, a partire dall'etichetta originale e divertente.
Chardonnay in purezza, prima fermentazione in legni vecchi e quaranta mesi sui lieviti.
Un bel giallo paglierino luminoso e brillante. Lo senti che è chardonnay con quel timbro così giallo,  frutta e fiori, poi il burro e l'agrume.  La lunga lisi dei lieviti lo ha arricchito.
Bel sorso, cremoso e corrispondente. Secco e sapido.
Mi è piaciuto molto.
Lo ha preso Riccardo per 27€ in un'enoteca di Milano, non sono pochi ma non sono di certo buttati.

mercoledì 6 novembre 2013

Oggi bevo: Chianti Classico Castello di Ama 2002 - Castello di Ama

Colore perfetto, nessun cedimento: rubino scuro, limpido, trasparente, brillante, belle sfumature granata.
Il naso parte in sordina ma col passare dei minuti tira fuori delle affascinanti note di sottobosco, pelliccia e selvatico da strabuzzare gli occhi. Terziarizzazione da manuale.
In bocca il vino era saldo, compatto, succoso, snello, saporito e terribilmente buono.
Se penso che la 2002 fu probabilmente la peggior annata del decennio scorso mi rendo conto che a Castello di Ama hanno fatto un lavoro da togliersi il cappello.
Ho letto in rete che quell'anno fu l'unico Chianti prodotto dimezzando la normale produzione e mettendo in commercio solo 70.000 bottiglie. Il frutto di tanto rigore è un vino che a dispetto dell'annata ha ancora molto da dire e, adesso, sta vivendo una fase davvero luminosa.
Buono vero, non avrei detto.

giovedì 31 ottobre 2013

Oggi bevo: Barbaresco riserva 2000 vigneti in Rabajà - Produttori del Barbaresco

Cantina Sociale dei Produttori del Barbaresco.
Cantina Sociale, proprio così. Normalmente sarebbe sinonimo di vini mediocri che non valgono i pochi soldi che costano. Mai come in questo caso il condizionale è d'obbligo: da questa cantina escono vini di pregio universalmente riconosciuto, capaci spesse volte di mettere in fila molte etichette ben più blasonate e costose.
Questa magnum di Riserva 2000 vigneti in Rabajà è stata stappata venerdì scorso per il compleanno del mio amico Marco, a fine serata ne era avanzata più di metà e me la sono portata a casa.
Annata calda quella del 2000, non sfiderà il tempo ancora per molto e già adesso è perfettamente godibile: disteso, evoluto, setoso e delicato. Da bere.

mercoledì 30 ottobre 2013

Oggi scrivo: Vinix Grassroots Market Live - 9 novembre 2013, Milano

Tra una decina di giorni si terrà il primo Vinix Grassroots Market Live.
Sarà nella splendida Cascina Cuccagna a Milano.
Potrei spiegare io di cosa si tratta ma per mera pigrizia copio e incollo il comunicato stampa.

Si terrà sabato 9 novembre dalle 14.30 alle 22.00 a Milano il primo incontro tra i produttori della piattaforma di social commerce Vinix Grassroots Market, i gruppi di acquisto e il pubblico. L’evento sarà ospitato da Cascina Cuccagna (via Cuccagna 2), dove saranno allestiti i banchi d’assaggio dai quali si potranno assaggiare i prodotti in vendita diretta nel mercato dal basso di Vinix.

Vinix Grassroots Market
è un modo alternativo di concepire l'acquisto e la vendita diretta online. Non un comune ecommerce quindi ma un sistema di vendita sociale - leale, diretto, dal basso - con prezzi decrescenti all'aumentare delle quantità ordinate, basato sulla logica dei gruppi di acquisto e quindi fortemente orientato alla disintermediazione e alla filiera corta.

L’incontro di Milano sarà il primo di una serie di appuntamenti che porterà i protagonisti di Vinix Grassroots Market in giro per l’Italia. Pensato per favorire l’incontro e le relazioni tra produttori e gruppi di acquisto nati e gestiti sul network, è aperto a tutti coloro che vogliano scoprire questo nuovo modo di fare mercato in rete sfruttando la tecnologia messa a disposizione da questa innovativa piattaforma.

E’ un evento aperto a tutti e un’occasione per conoscere da vicino questa idea di mercato.

Durante la giornata, alla presenza dei produttori, sarà possibile degustare i prodotti in degustazione e incontrare i gestori dei gruppi di acquisto. Sarà inoltre possibile iscriversi ad uno o più gruppi di acquisto già esistenti o aprirne di nuovi ed eventualmente ordinare direttamente online, il tutto tramite un apposito banco informazioni connesso a rete wi-fi presso il quale sarà possibile avere risposte sul funzionamento della piattaforma.

Dettagli dell’evento del 9 novembre 2013

Luogo dell’evento: Cascina Cuccagna (primo piano), Via Cuccagna 2, Milano
Orari: dalle ore 14.30 alle ore 22.00 circa
Ingresso: 10,00 euro (capi cordata 5,00 euro)
Cauzione per calice (sarà restituita alla riconsegna del calice): 5 euro
Sarà fornita: tracolla, calice degustazione, lista espositori cartacea
Hashtag ufficiali: #vgm, #vgmlivemilano


Espositori di questa edizione:

Borgo dei posseri, Trentino Alto Adige - http://borgodeiposseri.vinix.com
Boscaini, Veneto - http://boscaini.vinix.com
Cirotto, Veneto - http://cirotto.vinix.com
Piovene, Veneto - http://piovene.vinix.com
La Basia, Lombardia - http://labasia.vinix.com
Grosjean, Valle d'Aosta - http://grosjean.vinix.com
Bricco Cucù, Piemonte - http://briccodelcucu.vinix.com
Cascina I Carpini, Piemonte - http://carpini.vinix.com
Fratelli Durando, Piemonte – http://durando.vinix.com
Le Marne, Piemonte - http://lemarne.vinix.com
Le Rocche del Gatto, Liguria - http://lerocchedelgatto.vinix.com
Palazzo Vecchio, Toscana - http://palazzovecchio.vinix.com
Podere Sanlorenzo, Toscana - http://sanlorenzo.vinix.com
Sara Carbone, Basilicata - http://carbone.vinix.com


Per informazioni dettagliate, baratto wine day, cena, parcheggi:

Per informazioni generali su Vinix Grassroots Market:

Per conoscere in dettaglio il funzionamento del market:


Per informazioni sull’evento:
347 2119450 (Filippo Ronco)

mercoledì 23 ottobre 2013

Metti una sera a cena...

Un sabato sera -che la domenica serve per riprendersi- quatto amici che dovevano essere sette ma in serata sono diventati cinque. Qualche buon piatto e giusto un paio di bottiglie da condividere:

Tisbrino 2008 - Luigi Boni: dalla seconda pressatura delle uve destinate al metodo classico nasce questo sur lie che riposa in bottiglia tre anni prima di essere venduto. Vino da merenda, è tagliato spesso ma ha carattere.
Haderburg Pas Dosè 2008: dev'essere il frutto di un'annata calda, più rotondo di quanto mi aspettassi. Bello spumante comunque, niente da dire.
Soave Classico Alzari 2007 - Coffele: forse il vino più ambizioso di Coffele, il 40% viene fatto appassire per più di un mese, poi legno da 1500 l. Non so, non mi ha convinto. L'ho trovato poco agile, pesante. Lo abbiamo stappato ad inizio cena, forse questo lo ha penalizzato un po'.
Verdicchio riserva Gli Eremi 2010 - La Distesa: uno dei migliori verdicchio mai assaggiati, non mi stancherò mai di dirlo. Il 2010 a Cupramontana fu annata assai felice, niente malolattica per un vino che unisce la carica aromatica di un verdicchio di razza con una verticalità quasi nordica. Se penso che costò meno di 10€ a bottiglia mi vien da piangere per non averne presa almeno una cassa.
Sauvignon 2010 - Falkenstein: mi ha sorpreso! Nonostante i 15° in etichetta mantiene un profilo tipicissimo e di una freschezza disarmante, facendo un paragone cromatico ha un naso molto più verde (ma non acerbo, attenzione) che giallo, sfaccettato e ricco allo stesso tempo. In bocca l'alcol c'è ma è ben integrato, acidità e struttura non mancano. Molto buono, d'altro canto Falkenstein è una garanzia.
Sassella Ultimi Raggi 2002 - ARPEPE: dalla vendemmia dell'annata 2002 (tanto grande in Valtellina quanto pessima nel resto d'Italia) la risposta dei Pellizzati Perego all'affermarsi dello Sforzato (l'Amarone valtellinese per capirci): vendemmia tardiva e legni da 500 litri. Mi aspettavo grandi cose, purtroppo non è andata così. Il vino era segnato da un'alcolicità pungente che ne appesantiva il sorso, un profilo olfattivo che non si è mai aperto. Dopo un'oraetta nel calice si è arricchito con delle belle note di radice di liquirizia ma senza mai prendere il volo. Peccato.
Friulano Vigne Cinquant'anni 2006 - Le Vigne di Zamò: la selezione più importante del tocai friulano (si si, proprio tocai) della maison. Vigne vecchie e grande selezione delle uve, riposo per 10 mesi in acciaio sulle fecce. Frutto tropicale, banana disidratata, papaia, prendendo aria si arricchisce con una speziatura fine e belle note salate. Bocca grassa, secca, evoluta. Agli antipodi rispetto al verdicchio e al sauvignon ma buono vero.
Gewurztraminer Lunare 2011 - Cantina Terlano: il gewurztraminer proprio non è il mio vino. O meglio, non lo è stato fino ad oggi. Il lunare di Terlano mi ha rimesso in pace con la tipologia: ricchissimo, speziato, opulento. Con un piatto di formaggi è stato amore a prima vista.
Loghetto 2011 igt - Fratelli Agnes: da una vigna ottuagenaria di bonarda (clone pignolo) e facendo appassire moderatamente le uve raccolte l'azienda Fratelli Agnes ottengono questa bonarda leggermente dolce. Da un paio d'anni viene fatta fermentare dai lieviti indigeni e non viene fatta rifermentare in bottiglia. La versione 2011 l'ho trovata ancora troppo primaria e sul frutto per i miei gusti, mi ricordavo un 2010 più sfumato e complesso ma forse ha solo bisogno di tempo. Comunque ai miei commensali non è dispiaciuta affatto.

E adesso dovrei raccontare anche di quelle piccole cose che fanno grande una serata, sorvolo per eleganza.
Ma un abbraccio, quello si, in attesa della prossima volta.
Grazie ancora per la bella serata.

venerdì 18 ottobre 2013

Oggi scrivo: Giornata dello Champagne 2013

Giornata dello Champagne 2013.
Dovrebbero farne una alla settimana...
Circa 120 etichette per 39 maison di Champagne (meno dell'ultima edizione, mi dicono).
Per gli addetti ai lavori che di  degustazioni del genere ne vedono molte è stata davvero una bella festa, la gente non si contava da quan'era. Ma per me, uomo della strada, che l'agognato vino francese lo vede molto più raramente di quanto vorrebbe -sempre troppo poco, comunque- è stato come per un bambino andare a Disneyland.
La qualità dei vini era davvero molto alta, anche i vini meno pregiati (magari delle cantine cooperative, spesso dal grande rapporto qualità-prezzo) erano comunque molto piacevoli e centrati.
Poi c'erano le grandi bottiglie: alcuni millesimati di una bontà commovente, col pregio di riuscire a fondere complessità siderali con un'eleganza regale.
Ho un caro amico che è solito dire che lo Champagne è il più grande vino del mondo.
Non so se ha ragione, ma se così non fosse non sbaglia di molto.
Solo due appunti: una all'organizzazione che ha mostrato solo una sbavatura: il pane.
A centro sala c'erano dei cestini con pezzetti di pane per dar modo di pulire la bocca a chi ne avesse bisogno. In futuro suggerirei di curare di più la qulità di quest'ultimo.
L'altro è per Salon: è vero che costa un occhio della testa ma aprire una bottiglia all'ora con la coda davanti di persone per elemosinarne unn goccio non è stata una bella figura. IMHO. Però che Champagne...
Bedel: tra i miei assaggi preferiti

Boizel: il 2002 mi è piaciuto molto

Collet: mica male il 2004

Audon Damiperre

De Sousa tutti molto buoni, gran bere

Delamotte, tesi e minerali

Goutorbe, lo Special Club su tutti

Probabilmente il miglior SA assaggiato

Henriot 1998, sboccato sei mesi fa. Grande

Jaquart, semplici e ben fatti

Lanson, buono il 2004, meglio ancora l'Extra Age

Lenoble

Pannier

Salon 1999. Tanto poco quanto buono. Grande davvero...

giovedì 10 ottobre 2013

Oggi bevo: Vino rosato "Pista e Mutta" 2008 - Az. Agr. Calabretta

Sto seriamente iniziando a pensare di essermi infighettato troppo.
Calabretta è uno dei nomi di riferimento di una zona di riferimento per i vini piu fighi in Italia: l'Etna.
Biodinamica, lieviti indigeni, lunghi affinamenti, incensi e ori da destra e manca, sembra immancabile nella cantina di ogni bevitore iniziato. Va da se che quando ho trovato il rosato 2008 (a listino nel cat. on line di Velier) ho messo mano al portafogli e sganciato le 18 virgolaqualchecosa euro richieste e l'ho portato a casa.
L'ho stappato sabato a pranzo, l'occasione e i commensali meritavano una bottiglia speciale, pensavo facesse giusto al caso mio.
Sbagliavo. Il vino non era a posto e puzzava, in più era decisamente andato. Vecchio, passato.
Abbiamo provato a lasciarlo aperto un'oretta ma niente da fare. Finito nel lavandino.
Ora i casi sono due: o -come dicevo prima- mi sto infighettando troppo e non tollero più certe sbavature (!!!) che prima mi affascinavano oppure quel vino era impresentabile. Delle due l'una.
Appena ripasso dall'enoteca dove l'ho preso chiedo lumi, vuoi vedere che sia la solita bottiglia sbagliata?

P.S.: hanno anche il rosso 2002 che ho intenzione di provare, magari mi andrà meglio con quello.

giovedì 3 ottobre 2013

Oggi scrivo: Giornata Nazionale dello Champagne 2013

Ci siamo, manca poco ormai.
Lunedì 7 ottobre 2013 dalle 14.00 alle 20.00 si terrà a Milano presso l'hotel Principe di Savoia di Milano la Giornata Nazionale dello Champagne.
Evento imperdibile -destinato agli operatori del settore- che metterà in degustazione gran parte della produzione oggi disponibile in Italia, dai brut sans année ai grandi millesimati che si tratti di grandi maison o piccole realtà artigianali.
A presto le cronache di quella che sarà, già pregusto, una grande giornata.

venerdì 20 settembre 2013

Oggi bevo: Gavi Bruno Broglia 2010 - Az. Ag. Piero Broglia

Non incrociavo il Bruno Broglia da tre anni, allora fu la vendemmia 2007.
Ricordo che mi piacque molto. Ricordo un vino molto elegante, maturo e fine allo stesso tempo.
L'impressione è che la vendemmia 2010 sposti il registro su potenza ed estrazione che forse sull'eleganza.
Un Gavi pieno e maturo, 12.5° che all'atto pratico sembrano di più.
Forse è cambiato lui o forse son cambiato io. Forse tutti e due.
Rimane un'ottima bottiglia, dire il contrario sarebbe falsità.

lunedì 9 settembre 2013

Oggi bevo: Gattinara DOCG 2004 - Petterino

E' stata una bottiglia discussa.
Bevuta alla cieca (il 2001) qualche tempo fa, un palato ben più esperto e attento del narratore non lo beccò.
E li iniziò la discussione sulla non tipicità di questo Gattinara che, secondo il sostenitore della tesi difettava in potenza secondo i canoni della zona.
Prendendo ad esempio i nomi più famosi verrebbe da dire che ha ragione, è anche vero che la famiglia Petterino fa Gattinara ormai da parecchi anni e sempre allo stesso modo.
In ogni caso bicchieri vuoti e discussione chiusa.
Tempo dopo, si stava assaggiando qualche annata di pinot nero.
Mi arriva un bicchiere, un bel rubino granata, brillante e lucente. Il profumo tracima letteralmente dal calice: lo sentivi a tre dita di distanza. Un fruttino rosso, una fragolina di una dolcezza e fragranza da strapparti un sorriso. Il sorso era un mix vibrante di acidità, tannino e beva assassina. Sottile, succoso, teso, davvero buono.
Ormai avevo in testa il pinot, mi ero fissato su uno lavorato in acciaio venuto particolarmente bene.
Niente di più sbagliato: Gattinara Petterino 2004. Ultima annata in commercio a 9 (nove!) anni dalla vendemmia.
Giusto il colore poteva svelarne l'età. Dai profumi non avrei detto la metà, giuro.
Se questo da un lato conferma la poca tipicità (attualità?) dall'altro rivela un vino di una bontà disarmante, forse anacronistico, che non vuol essere il primo della classe e, con la consapevolezza di non essere il migliore, se ne frega e va sereno per la sua strada.
Il 2001 nella foto lo abbiamo stappato dopo il 2004, buono, molto buono, molto più nebbiolo. Però gli ho preferito il fratellino più giovane.
Ah, quasi dimenticavo: per 7 (sette) € in cantina, credo. Fate voi...