mercoledì 26 giugno 2013

Oggi scrivo: Terroir vino 2013 - come è andata

Genova vista dal porto
La crisi picchia duro e non guarda in faccia nessuno. Figurarsi una merce come il vino, che più che alimento sta diventando un lusso
Neanche l'efficente macchina organizzativa Terroir Vino ha potuto far nulla: meno espositori e poco pubblico. Tant'è.
Ho saltato la scorsa edizione ma il ricordo che ho di quelle passate era ben diverso purtroppo.
Forse manca qualche nome di peso, forse Genova non è una piazza così interessante, forse le spese sono troppe, non saprei.
In realtà non ho suggerimenti concreti da dare, io sono il "consumatore finale" e dal mio punto di vista Terroir Vino emerge come una delle manifestazioni più attente e all'avanguardia sotto tutti i punti di vista. Spero che sappia reinventarsi per tornare in auge come merita.
Vabbè, ma avrai bevuto qualcosa -direte voi- no??
La batteria di Cheo
E certo, mica siamo qui a pettinar le bambole! Ad esempio mi sono piaciuti molto i vermentino di La Ghiaia: mare e petrolio (che detta così non suona tanto bene, ma fidatevi, sono buoni). Oppure i Cinqueterre di Cheo: annusarli è come sdraiarsi tra i cespugli profumati di quelle coste.
Colline della Stella aka Andrea Arici
Le bolle taglienti di Colline della Stella e la Riserva Moccagatta dei Produttori di Barbaresco. I Boca del Podere ai Valloni: per gli amanti del tannino, senza mezze misure.
Il riesling di Vajra non lo so, il 2012 è davvero troppo giovane. Però ho apprezzato molto il Barolo '08 di Baudana (recente acquisto di Vajra). I vini di Stefano Milanesi che segnalo anche se Stefano è un mio amico: Elisa (barbera) e Maderu (pinot nero) sono tanta roba. Anche il merlot rosato di Armin Kobler non era mica male.
Armin Kobler, alfiere del tappo a vite al grido di "o Stelvin o muerte!"
Alla fine sono tornato a casa con una bottiglia di ottimo verdicchio: il Rincirocca 2011 di La Staffa. Buono vero, per sette euro.

venerdì 14 giugno 2013

Oggi scrivo: TerroirVino 2013 - L'incontro tra Vino, Persone e Web

L'anno scorso purtroppo non ci sono stato, quest'anno vedrò di non farmela scappare: è la nona edizione di TerroirVino. L'evento che unisce i produttori, gli appassionati e professionisti del vino che durante l'anno gravitano virtualmente intorno a Tigulliovino.it e Vinix. Due creature in contino mutamento e sempre avanti curate dal vulcanico Filippo Ronco e la sua crew che contribuiscono in maniera sostanziale alla cultura del vino in rete.
E TerroirVino ne è la prova pratica: senza dubbio una manifestazione esemplare per organizzazione, temi e attualità.
Per chi ha tempo e voglia ci sono diverse iniziative collaterali una più interessante dell'altra (1 - 2 - 3 - 4 - 5).
Se tutto va bene ci vediamo lunedì.

TerroirVino -L'incontro tra Vino, Persone e Web
Lunedì 17 Giugno 2013, 10.00 - 14.00 stampa, blogger e operatori, 14.00 - 20.00 aperto al pubblico
Centro Congressi Magazzini del Cotone, Via Magazzini 16128 Genova
Ingresso: 20 € (pass degustazione, calice, tracolla, catalogo espositori) 

giovedì 13 giugno 2013

Oggi bevo: Chiavennasca Rosato Terrazze Retiche di Sondrio IGT 2008 - Renato Motalli

Voglio raccontarvi di un rosè piuttosto singolare bevuto in questi giorni.
Singolare per diversi motivi:
1°- la zona di provenienza: la Valtellina. Zona, non c'è bisogno di dirlo, famosa per i suoi rossi a base nebbiolo, detto in loco chiavennasca
2°- il vitigno: chiavennasca, appunto. Non ho dati alla mano ma credo di poter affermare che i rosati da uve nebbiolo (chiavennasca) non siano così comuni.
3°- l'annata: 2008. Ha spannometricamente quattro anni e mezzo di bottiglia ed è buonissimo.
4°- ancora l'annata: il 2008 ha regalato un vino diverso dal solito. Di norma questo rosato nasce secco, quest'anno ha un residuo zuccherino. E non chiedetemi il perché.
Avevo programmato di berlo tra sabato e domenica (leggi dieta...) ma ieri sera, verso le 23,45, mentre preparavo degli involtini di pollo per cena non ho resistito.
Un assaggio prima, un bicchiere dopo e mezzolitro è praticamente evaporato. Il resto oggi a mezzodì.
Bello il colore dove qualche riflesso granato inizia a vedersi sul classico buccia di cipolla. Al naso dice poco ma quel poco lo dice bene spaziando tra floreale di rosa e l'agrume rosso. La bocca spiazza: quel residuo zuccherino che non ti aspetti ma che è stranamente in sintonia con l'insieme grazie ad una freschezza che rende la beva dissetante e gaudente. E poi 12° alcolici che al giorno d'oggi suonano quanto meno anacronistici...
Lo fa Renato Motalli a San Giacomo di Teglio, in via Ravoledo 5.
Vorrei andare a trovarlo prima o poi.

giovedì 6 giugno 2013

Oggi scrivo: Pavia Wine 2013


Domenica prossima (09/06/2013) ci sarà la terza edizione di Pavia Wine.
Le prime due le ho perse, magari a questa vado.
Se bevi paghi 5€ (per il calice) se no niente, ti fai una passeggiata.
E il posto merita: il Castello Visconteo di Pavia.
Vedremo...

Aggiornamento del 10/06/2013: niente da fare, blocco del traffico, brutto tempo e pigrizia anche quest'anno hanno avuto la meglio.

sabato 1 giugno 2013

Oggi scrivo: l'Osteria del Dosso, la Valtellina, Bitto e Valgella.

Proprio ora è passata una settimana dall'ultima scorribanda all'Osteria del Dosso.
Vale la pensa spendere due parole per sottolineare il bel lavoro che Marco Riva e lo chef Roberto Andreoni stanno portando avanti, seguendo il principio del km0 (o quasi).
Le serate a tema ne sono l'aspetto più evidente: pensate e realizzate per la promozione e la divulgazione delle eccellenze che ci circondano e di cui spesso ignoriamo l'esistenza.
L'ultima alla quale ho partecipato era dedicata al Bitto. 
Con ogni probabilità passando davanti al banco del formaggi di un supermercato ben fornito lo avrete visto, vero? No, sbagliato.
Qui si parla del Bitto dell'Associazione Produttori Valle del Bitto (link1, link2) che esattamente dieci anni fa è stato riconosciuto come Presidio Slow Food. E la differenza tra quest'ultimo e le forme standardizzate che si trovano nei banchi frigo della gdo è abissale e didattica.
Abissale perché nonostante il nome e la denominazione di origine siano gli stessi sono a tutti gli effetti due formaggi diversi sia per metodo di produzione che, soprattutto, per le caratteristiche organolettiche. Per dire: il Bitto storico (chiamiamolo così) è un vero formaggio da invecchiamento capace di maturare evolvendo per due lustri. Non so se rendo l'idea.
Didattica perché mettendo di fianco i due formaggi è chiara la differenza tra un prodotto pensato e concepito per il consumo su larga scala e un vero prodotto artigianale. A voi la scelta.
La degustazione era composta da tre formaggi: 2011, 2010 e 2005 (!!!). Le tre annate erano scelte apposta per evidenziare le diverse fasi della stagionatura: dal 2011 dalla consistenza ancora burrosa al 2005 molto più simile ad un ottimo parmigiano stravecchio (parlo di sensazioni tattili). Tutti formaggi molto saporiti ma mai aggressivi, in perfetto equilibrio tra sapidità e dolcezza. Capolavori dell'arte casearia, davvero.
Per accompagnar le libagioni Valtellina Superiore ça va sans dire. In particolare i Valgella di Renato Motalli, arzillo ottantenne che coltiva i suoi due ettari di vigna in Valgella, appunto.
Amo i vini della Valtellina: nebbioli quintessenziali, perfetta sintesi tra uva e territorio. Vin de Terroir direbbero i francesi. Vini sottili, umorali, delicati e profondi. Vini eroici (ma davvero!), figli di una viticultura quasi dimenticata fatta di terrazze e muretti a secco, di tanto lavoro dove le macchine possono poco e niente.
I vini di Renato Motalli ne è sono un fulgido esempio.
La foto dei formaggi non la ho, li ho mangiati prima.
Abbiamo bevuto Valgella 2002, Valgella Le Urscele 2006, Valgella 1998 e Valgella 1997. Uno su tutti il 1997. Avete presente i famoso arco evolutivo del vino? Ecco, l'impressione e che quel vino fosse li, sulla cima. Nel punto più alto dove potesse arrivare. Evoluto, profondo, disteso. Una culla per il naso e seta in bocca.
I vini di Motalli hanno anche i tappi più brutti di tutta la Valtellina, ancora non mi spiego come facciano a tenere tutti quegli anni.
Tralascio per pudore il resto della serata che ha visto stappamenti di ogni forma e colore senza soluzione di continuità.
Aggiungo solo che siamo andati a casa alle 4.00 del mattino. Casa di Marco perchè alla mia non sarei mai arrivato. Ma si sa, queste serate sai come iniziano e non sai mai come vanno a finire. O forse si...
A farne le spese è stato Patrizio (che leggerà queste righe).
Con lui sarei dovuto andare il sabato pomeriggio al Vinissage ad Asti.
Ho provato. Giuro che ho provato. Ho resistito fino all'imbocco della tangenziale poi Patrizio ha fatto marcia indietro e sono andato a dormire, esausto e beato, fino a domenica mattina.