giovedì 29 settembre 2011

oggi bevo: Palazzotto 2008 cabernet sauvignon - Maculan

Palazzotto, cabernet sauvignon in purezza. Dalle cantine di Maculan, in Veneto .
Non c'è una virgola fuori posto in questo vino, dal colore alla consistenza entrambi intensi, la pulizia olfattiva, al naso ci senti tutto il campionario di frutta scura, una tipica e discreta traccia vegetale, la liquirizia e un bel tostato. Il sorso composto e di peso, dalla bella presa tannica e dall'ottima persistenza. E a dispetto dei 14,5° si beve anche bene.
Che poi io preferisca vini dal profilo più sottile, magari più snelli non cambia nulla, il Palzzotto è buono davvero.
E grazie a Patrizio, che ha deciso di condividere questa bella bottiglia. E' sempre un piacere bere con lui.

mercoledì 28 settembre 2011

martedì 27 settembre 2011

Oggi scrivo: lacrime e birra

Settimana scorsa, nonostante le ristrettezze economiche e l'acquisto dell'ennesimo paio di scarpe (mica per me...), mi sono concesso un aperitivo.
Mentre Ambra opta per il famoso analcolico biondo, io addocchio un frigorifero in fondo al locale e, dopo dodici secondi di dubbi e riflessioni scelgo una birra toscana alle castagne: la LOM. Non la conosco, ma mi intriga.
Molto buona, niente da dire. Un solo neo: la bottiglia da mezzolitro è costata dieci euro.
La retro etichetta recita:
L’uomo, la luce.
Qui si dice Lom per entrambi.
I lom a merz sono i fuochi accesi nei campi l’ultima notte di febbraio, quando l’uomo aiuta il sole a sorgere. È un rito primordiale che i nostri contadini celebrano da sempre. Sono loro a prendersi cura dell’albero che dà un frutto straordinario: il pregiato Marron Buono di Marradi, apprezzato in tutta Europa fin dal medioevo per il suo sapore unico. Questa birra è per loro. I nostri nonni l’avrebbero bevuta l’estate, nei campi inondati di sole.
Ieri come oggi, Lom è questo.
Vero che mio nonno non faceva il contadino, ma dubito fortemente che avrebbe speso per la birra quarantamila lire al litro...

martedì 13 settembre 2011

Oggi bevo: Smilzo 2010 - Vittorio Graziano

Vittorio Graziano non lo conosco di persona, ma basta fare una googolata e le risposte non tarderanno.
Dicono faccia del lambrusco spettacolare, grasparossa ovvio, che lui vien da Castelvetro.
Per caso, il lambrusco, lo trovai nella carta dei vini di un bar a Vignola mentre ponevo rimedio all'arsura bevendo una granita. Lo chiesi, e manco a dirlo, era finito. Ripiegai sullo Smilzo: rosato rifermentato in bottiglia.
L'ho stappato giusto ieri: tornato a casa dopo l'ennesimo preventivo per la macchina nuova, accaldato come può essere solo un motociclista nel traffico milanese. Provate voi a guidare una moto da 300 kg alle sei di sera in centro Milano, con 30°, casco, giubbotto di pelle e guanti, mentre la ventola di raffreddamento ti spara aria bollente sugli stinchi. Non è proprio una figata.
Comunque, dopo una doccia veloce mi sono messo ai fornelli per preparar la cena. "Sentiamo com'è 'sto Smilzo" mi son detto. Fai che più o meno erano le sette, Ambra sarebbe tornata di li a un'ora.
Ho fatto il pollo con i peperoni e a tavola ho bevuto acqua. Il vino è finito prima.
Di una semplicità disarmante, secco e tremendamente buono. Spoglio da ogni dolcezza, frutto in secondo piano, lieviti e freschezza a go-go.
L'unico inconveniente è che lo bevi a secchi, con tutte le conseguenze del caso. Merito di un mix acido-sapido che lo rendono dissetante come l'acqua, ma molto più buono.
Pagato meno di 10€, fate voi.
Ho anche la foto, che prima o poi arriverà.

lunedì 12 settembre 2011

Oggi bevo: Alto Adige Cabernet riserva 2008 Mumelter - Cantina Produttori di Bolzano

Cabernet (sauvignon?)  della Cantina di Bolzano, prende il nome del maso dal quale arrivano le uve, Mumelter appunto.
La scheda tecnica dice che il vino fa una classica fermentazione in rosso, matura per dodici mesi in barrique, quattro in acciaio e poi bottiglia. Questa è la riserva 2008.
Vino da bel color rubino intenso, scuro e brillante. Taglio moderno dove il frutto è protagonista assoluto. Al naso frutta nera di rovo, piccola, dolce e matura. L'anima vegetale del cabernet è diligentemente tenuta a bada.
Sempre la scheda tecnica parla di profumi di mirtilli rossi, ribes nero e more. Non saprei trovare riconoscimenti più azzeccati.
L'asticella dell'alcol si ferma alla ragguardevole quota di 14,5°, in verità non così rari da qualche anno a questa parte.
Come da copione il vino in bocca è ricco, materico, plastico e morbido.
Anche troppo. Soprattutto in chiusura, dove si percepisce un netto residuo zuccherino.
Per dover di cronaca: la guida dell'Espresso, che stimo senza remore, gli diede 17/20.
Indubbiamente una buona bottiglia, a patto di apprezzarne l'impostazione e lo stile. Che non è il mio preferito, ma ogni tanto ci stà.
La foto l'ho presa dal sito del produttore.

mercoledì 7 settembre 2011

Oggi scrivo: Montalcino, il sangiovese e basta

Si è conclusa poche ore fa l'assemblea indetta dal Consorzio del Brunello di Montalcino che cercava di autorizzare l'utilizzo di vitigni diversi dal sangiovese per il Rosso di Montalcino (leggittimando implicitamente la presenza di questi negli appezzamenti del Brunello).
Oltre l'80% degli aventi diritto al voto erano presenti all'assemblea che così si è espressa: il 69% dei voti ha votato NO, impedendo così l'introduzione di altre uve nel Rosso di Montalcino, preservando l'unicità data dalla simbiosi del sangiovese con Montalcino.
Bravi, non è la via più semplice quella che porta più lontano. Cabernet e merlot, ottime uve per carità, laciatele ad altri, che non ne avete proprio bisogno.
Notizie più approfondite le trovate su Intravino e su Vino al vino, ai quali devo il costante aggiornamento sulla vicenda.
E buon sangiovese a tutti!

P.S.: la foto arriva da Wikipedia...

martedì 6 settembre 2011

Oggi bevo: Lambrusco del Fondatore 2010 - Chiarli, Radice 2009 - Paltrineri

Si parla di lambrusco, quello serio.
Sorbara in purezza e rifermentazione in bottiglia, come tradizione vuole.
Il Fondatore è di precisione chirurgica, un quadro (olfattivo) di Mondrian. Il Radice l'ho  preferito in virtù di un carattere più austero e personale, complice forse il millesimo più anziano.
Minimali nella struttura e taglienti come spade, colori in sottrazione e bevibilità da primato.
Buoni, che dir di no sarebbe una bugia.
Epperò non m'han rubato il cuore. Insomma, non è scattata la scintilla.
Per dover di cronaca scrivo che la temperatura di servizio non era perfetta Il Radice, povero, è stato maldestramente sballottato e intorbidito da un seppur breve viaggio in auto.
Forse preferisco i cugini più scuri, dei quali ricordo preziose scoperte.
L'esborso richiesto per le due bottiglie, una per l'altra, è sotto le 10€ sullo scaffale dell'enoteca.
Ben spesi, aggiungo io.