giovedì 29 luglio 2010

Oggi (ri) bevo: Dom Cabanon - Cabanon

Finita la bottiglia.
Il giorno dopo il vino è ancora perfettamente integro, anzi, al naso è uscita una nota agrumata che ieri non avevo notato, fresca ed invitante. In bocca non ho notato sostanziali differenze a parte la carbonica meno presente, ma nemmeno troppo, la bottiglia era tappata bene.
Discorso a parte merita l'ultimo bicchiere: quello "col fondo".
Se facendo attenzione gli altri bicchieri risultano abbastanza puliti l'ultimo è necessariamente torbido, i lieviti e le fecce ne marcano palesemente l'aspetto e i caratteri, sia olfattivi che gustativi, mi ricorda molto l'Ortrugo Sur Lie di Massimiliano Croci, o una birra weiss (cit.).
Può piacere o meno, personalmente lo preferisco pulito, magari la prossima volta proverò a scaraffarlo come suggerisce la retro-etichetta, o magari proverò la sboccatura home made...

mercoledì 28 luglio 2010

Oggi bevo: Dom Cabanon - Cabanon

Giornata no. Ho la luna storta.
Stamattina sono uscito e ho preso l'occorrente per fare una parmigiana di melanzane eretica, ovvero grigliata. E che nessuno venga a dirmi che la parmigiana esige la melanzana fritta, lo anche io cazzo. Lo sa anche la mia ragazza, ma se ne frega.
Già che c'ero ho anche preso un paio di bottiglie di vino, a mo' di consolazione.
Di solito a pranzo in settimana non bevo, magari una birra, però oggi, l'ho già detto è una giornata iniziata male.
Per dargli una svolta ho stappato il Dom Cabanon che avevo in frigo.L'azienda, Cabanon appunto, di cui avevo ho un turbo-sauvignon qualche giorno fa, è biologica dalla prima ora e propone una gamma composta da 22 (!!!) etichette.Questo è il loro metodo classico. Anzi no: in realtà non è "proprio" un metodo classico. Perché?
Non è sboccato. E quindi, dopo almeno due anni di rifermentazione e riposo sui suoi lieviti viene messo in vendita così come'è, col fondo. Come il PURO di Movia per capirci, solo che questo è meno mediatico, qui nessuno ti dice di sboccarlo a casa, te lo bevi coi lieviti che son loro a far la differenza. Oppure lo scaraffi. Insomma ti arrangi un po' e trovi una soluzione che non è così difficile.L'uvaggio è composto da sauvignon, chardonnay e pinot in percentuali non specificate.
Passiamo al vino: stappato e versato nel calice ha spuma leggera e svelta, il colore invece è un invitante paglierino carico e piuttosto pulito (i lieviti...), il perlage è rarefatto, molto sottile e continuo, bello, elegante.
Naso che apre su note classiche di lieviti e frutta gialla, impronta leggermente ossidativa, la vena aromatica del sauvignon arricchisce un quadro ricco, originale e per nulla ruffiano.
In bocca noti subito una bella carbonica, sottile e ripulente, l'acidità e un residuo zuccherino pari a zero, secco e dritto senza essere un cavadenti. La polpa non manca, anzi.
Non ha la perfezione aurea dei grandi MC ma ha carattere e personalità da vendere.
Molto buono, può tranquillamente reggere un pasto intero. E costa poco.
Consigliatissimo.

P.S.: ho bevuto la mezza bottiglia "pulita", domani tiro il collo al resto e vediamo che succede quando il vino arriva alla fine.

lunedì 26 luglio 2010

Oggi bevo: Opera Prima Cabanon Blanc 2005 - Cabanon

Mentre spulciavo le bottiglie sullo scaffale ho chiesto al commesso li vicino: "2005, vado tranquillo?" E lui: "Certo, se poi c'è qualche problema torni qui e ti cambio la bottiglia.".
Mi son fidato e l'ho comprato: Cabanon Blanc Opera Prima, 2005 appunto, sauvignon in purezza dell'azienda Cabanon, in quel di Godiasco, Oltrepò Pavese.E chi se lo immaginava, una figata!
Già il colore che sta su tonalità dorate ma con chiari riflessi verdi, un naso ricco che alterna frutta come il melone e l'ananas a profonde note minerali, si sente che è sauvignon di razza, perfetta lettura dei terreni calcarei che lo generano.Anche il sorso non tradisce, con una bocca fitta e una sapidità debordante, ha polpa e struttura, uno scheletro acido perfettamente integrato che rende la bevuta equilibrata ed appagante.
E' piaciuto anche a mio papà, che di solito i bianchi me li snobba...
Pagato poco più di 10€, che spenderò di nuovo molto volentieri.

mercoledì 21 luglio 2010

Oggi vedo: Harry a Pezzi - Woody Allen, 1997

Visto e rivisto, non riesco a stancarmi.
Con Harry a Pezzi Woody Allen, che si conferma (se mai ce ne fosse bisogno) ancora una volta una delle penne più felici del cinema al mondo, ci presenta Harry Block, scrittore di origini ebree, rigorosamente ateo, depresso e in balia di whisky, pillole e puttane.
Che poi era esattamente quel che l'America pensava di lui.
Alla vigilia dell'onoreficenza che la sua vecchia università, dalla quale era stato cacciato per il tentativo di fare un clistere alla moglie del preside, Harry fa i conti col passato e il presente, le tre moglie e le varie amanti, gli amici, l'arte, la vita e la morte.
Su questo filo narrativo il film procede tra battute taglienti che non risparmiano nessuno, dal perbenismo bigotto della middle class alle assurde tradizioni ebree, con invenzioni filmiche e di regia ricche ed efficacissime. Politicamente scorretto ed esilarante, assolutamente geniale.
Imperdibile.

mercoledì 14 luglio 2010

Oggi bevo: Oltrepò Pavese DOC Barbera 2005 - Albani

I vini di Albani non li bevo spesso, non perché non mi piacciano, anzi, è che non si trovano facilmente.
Hanno però uno stile che li contraddistingue, possono piacere o meno, ma è comunque segno di carattere, ad esempio è consuetudine presentare i vini dopo lunghi affinamenti in bottiglia.
La barbera non fa difetto in merito, questa è della vendemmi 2005 e credo sia l'ultima in commercio. Il colore è compatto ma non impenetrabile, riflessi ai bordi ancora giovani che nulla concedono al tempo. Mossa nel bicchiere disegna archetti grassi e precisi, muovendosi comunque abbastanza agilmente. Al naso un po' spiazza, molto alcolico, con quest'amarena sotto spirito e la spezia dolce, non so se rendo l'idea, note di evoluzione che mi ricordano qualcosa, un'impressione, ma non riesco a sintetizzarla . Intensità e profondità non mancano.
Il sorso ha corpo non eccessivo, secco e ricco di dolcezze alcoliche bilanciate dalla giusta freschezza della barbera. Buona la lunghezza e coerenza con quanto sentito al naso.
Da provare, costa più o meno 10€.

Foto in arrivo.

Oggi bevo: Il Piriolo 2008 Colli Piacentini DOC Malvasia Passita - Lusenti

Splendida e lucente malvasia passita dell'azienda Lusenti, bevuta insieme ad un amico, Riccardo Torracca, col quale mi piacere condividere bottiglie preziose, autore delle righe che seguono.

"L'estate della bassa è entrata a pieno regime nelle nostre giornate. E, a volte, la risposta all'arsura è meno scontata di quel che si possa pensare...
La mia risposta oggi è la malvasia passita Il Piriolo 2008: la profondità di uno sguardo Felliniano e i toni di una taranta. Rotonda come un quadro di Botero... Pistacchio e bologna. Pregnante, dalle infinite sfumature. Caramello, prugna, albicocca e fichi passiti. Un Pedro Ximenez piacentino."
Riccardo Torracca.

Oggi bevo: Langhe Bianco doc Coste di Riavolo 2004 - San Fereolo

Ecco, io non me lo aspettavo. Almeno non così. Perché il vino l'avevo si assaggiato a Terroir Vino, ma è anche vero che prima ce n'erano stati molti di bicchieri.
Coste di Riavolo 2004, Langhe Bianco doc San Fereolo. Dogliani.
L'uvaggio, 70% gewurztraminer e 30% riesling, atipico in Italia, figurarsi in Piemonte. Agricoltura biodinamica, fermentazione spontanea in botti da 500 litri e affinamento nelle stesse sui lieviti per un anno, poi bottiglia senza nessuna filtrazione.Dicevo, non me lo aspettavo. Abituato ai traminer altoatesini urlati, dove alcol, zuccheri e glicerina ne fanno vini da degustazione e stop, qui siamo su altri lidi.
Il colore è giallo dorato, carico, luminoso, ricco e sfumato, al naso le dolci note aromatiche del traminer si fondono con la mineralità idrocarburica del riesling, in un quadro di grande eleganza e compostezza. Un vino che ha tanto da dire, lo fa con la grazia e il rigore tradizionalmente piemontesi (e penso ai grandi nebbioli).
La bocca è lontana dalle concentrazioni e dolcezze dei cugini altoatesini, pur avendo forza, struttura e sostanza non indifferenti, eleganza e verticalità, equilibrio, classe.
Per quel che conta il mio parere un gran vino, davvero.

domenica 11 luglio 2010

oggi bevo: Pigato Le Russeghine 2007 - Az. Ag. Bruna

Due anni di bottiglia hanno accentuato la mineralità donata dai terreni argillosi dove nasce questo pigato dell'azienda agricola Bruna. Profumi di frutta ed erbe aromatiche, salvia e resina. Buon corpo, agile e secco, di buona spalla acida, buona anche la corrispondenza gusto olfattiva. Di carattere e impronta mediterranei.Costa circa 10€ che, con questo caldo, sarai ben felice di aver speso.

venerdì 9 luglio 2010

Oggi non vorrei scrivere.

Leggo solo ora che un brutto incidente in moto ha portato via a Luciano Pira e Maura Alessandria, tenutari dell'azienda agricola Schiavenza a Serralunga d'Alba, il loro figlio Umberto di soli 21 anni.
Non conosco personalmente ne Luciano ne la sua compagna Maura, ma a loro vanno le mie sincere condoglianze, come uomo, come amante del vino e come motociclista.

giovedì 8 luglio 2010

Oggi bevo: California Chardonnay 2004 - Manzanita Canyon

L'altro giorno, facendo un po' di spesa in grande ipermercato mi sono fermato, manco a dirlo, al reparto vini.
Ultimamente sono preso bene con le offertone delle ultime bottiglie, tipo questa: chardonnay californiano a 2€ la bottiglia. 2€!
Ora, non è che mi interessasse particolarmente, chissà da quanto tempo era sullo scaffale. Incuriosito, più dal prezzo che da altro, prendo la bottiglia in mano e scopro che è importato nientepopodimenochè da Mr. Gaja, che, mi dicono, non è un pirla.
Deciso: faccio questo investimento e compro 2 bottiglie. Ne lascio li una, casomai qualcun'altro volesse provare l'ebrezza dello sciardonè californiano d'antan...L'ho stappato oggi a pranzo, mentre mangiavo comodamente svaccato sul divano un'insalatona con tutto quello che ho trovato in frigo.
Insomma, nulla di che. Il colore è giallo carico, ha i suoi annetti ma ancora una bella lucentezza, naso prevedibile di frutta tropicale, banana e vaniglia (barrique? Trucioli?), certo non fresco come il mattino ma nemmeno da buttare. Evoluto, direi. Anche la bocca, seppur priva di guizzi era ancora in piedi.
Probabilmente anche in vendemmie più recenti non deve essere un campione della sua categoria, ma giuro che pensavo peggio.
Magari l'altra bottiglia la faccio provare a qualcuno senza dirgli nulla e vediamo che succede.

mercoledì 7 luglio 2010

Oggi bevo: Al Poggio 2007 - Castello di Ama

Castello di Ama non ha bisogno di presentazioni, dalle sue cantine escono ogni anno bottiglie che ogni appassionato di vino sogna di stappare.
Al Poggio è l'unico bianco che producono, blend di charonnay e pinot grigio.
Lontano da concentrazioni ha struttura comunque salda, piglio aromatico d'impronta elegante, dalla sottile speziatura ad un frutto croccante (pesca), di buona intensità e carattere. Snello senza esser magro, si lascia bere con piacere, buono, e senza cercare di essere il primo della classe.
Costa intorno alle 20€, e non son pochi. Il vino è buono ma, ahimè, il blasone si paga...

P.S.: tappo in sughero agglomerato, anche no...

lunedì 5 luglio 2010

Oggi non bevo.

Che poi, non è vero. Qualche bevuta interessante l'ho fatta in questi venti giorni.
Sono stato all'isola d'Elba, ho preso il sole e nessun appunto sulle bottiglie stappate, ecco perché l'assenza dalle pagine del blog. Qualche foto però prometto di postarla.
Ma la novità più eccitante è un'altra, eccola:Alla prossima!