venerdì 20 settembre 2013

Oggi bevo: Gavi Bruno Broglia 2010 - Az. Ag. Piero Broglia

Non incrociavo il Bruno Broglia da tre anni, allora fu la vendemmia 2007.
Ricordo che mi piacque molto. Ricordo un vino molto elegante, maturo e fine allo stesso tempo.
L'impressione è che la vendemmia 2010 sposti il registro su potenza ed estrazione che forse sull'eleganza.
Un Gavi pieno e maturo, 12.5° che all'atto pratico sembrano di più.
Forse è cambiato lui o forse son cambiato io. Forse tutti e due.
Rimane un'ottima bottiglia, dire il contrario sarebbe falsità.

lunedì 9 settembre 2013

Oggi bevo: Gattinara DOCG 2004 - Petterino

E' stata una bottiglia discussa.
Bevuta alla cieca (il 2001) qualche tempo fa, un palato ben più esperto e attento del narratore non lo beccò.
E li iniziò la discussione sulla non tipicità di questo Gattinara che, secondo il sostenitore della tesi difettava in potenza secondo i canoni della zona.
Prendendo ad esempio i nomi più famosi verrebbe da dire che ha ragione, è anche vero che la famiglia Petterino fa Gattinara ormai da parecchi anni e sempre allo stesso modo.
In ogni caso bicchieri vuoti e discussione chiusa.
Tempo dopo, si stava assaggiando qualche annata di pinot nero.
Mi arriva un bicchiere, un bel rubino granata, brillante e lucente. Il profumo tracima letteralmente dal calice: lo sentivi a tre dita di distanza. Un fruttino rosso, una fragolina di una dolcezza e fragranza da strapparti un sorriso. Il sorso era un mix vibrante di acidità, tannino e beva assassina. Sottile, succoso, teso, davvero buono.
Ormai avevo in testa il pinot, mi ero fissato su uno lavorato in acciaio venuto particolarmente bene.
Niente di più sbagliato: Gattinara Petterino 2004. Ultima annata in commercio a 9 (nove!) anni dalla vendemmia.
Giusto il colore poteva svelarne l'età. Dai profumi non avrei detto la metà, giuro.
Se questo da un lato conferma la poca tipicità (attualità?) dall'altro rivela un vino di una bontà disarmante, forse anacronistico, che non vuol essere il primo della classe e, con la consapevolezza di non essere il migliore, se ne frega e va sereno per la sua strada.
Il 2001 nella foto lo abbiamo stappato dopo il 2004, buono, molto buono, molto più nebbiolo. Però gli ho preferito il fratellino più giovane.
Ah, quasi dimenticavo: per 7 (sette) € in cantina, credo. Fate voi...

sabato 7 settembre 2013

Oggi scrivo: sofismi degustativi

Ripensavo ad un episodio successo qualche tempo fa.
Al tavolo di un bel ristorante milanese, di fronte ad un calice di veltliner austriaco con qualche anno sulle spalle. Noi, gli uomini, cercando di coglierne tutte le sfumature sapide e minerali, pescando a mano bassa tra ricordi e suggestioni.
Quando Ambra, dopo vari sproloqui uditi, sentenziò solenne: "per me 'sto vino sa di tonno in scatola".
Il dono della sintesi.

venerdì 6 settembre 2013

Oggi bevo: Tisbrino 2008 - Az. Agr. Bonluigi

Di Luigi Boni ho già scritto in passato, mi piacciono i suoi vini e mi è simpatico lui.
Ho bevuto il Tisbrino 2008, vale la pena spendere due parole su questo vino.
Dalla seconda selezione dei mosti di chardonnay e pinot nero (il fiore è destinato al più nobile metodo classico) Luigi fa il Tisbrino: si tratta di un bianco rifermentato in bottiglia, metodo ancestrale (quindi col fondo). La vera particolarità di questo vino è l'affinamento: viene messo in commercio dopo almeno due anni in vetro. Fate conto che adesso è fuori col 2009.
Immaginate le difficoltà a spiegare al poco esperto che non è un fondo di magazzino...
Bisogna berlo per capire che l'affinamento è parte fondamentale nello sviluppo di un vino così: certo, non ha finezza, sfumature e precisione del MC ma è piacevolmente evoluto, la lisi dei lieviti lo ha arricchito, ha struttura e freschezza e non gli difetta originalità stilistica. A proposito: tappo a corona!
Io l'ho bevuto molto volentieri.
Ne fa una versione sboccata, la prossima volta lo assaggerò.