venerdì 30 dicembre 2011

Oggi scrivo: l'ultimo post dell'anno!!!

Non mi piace fare classifiche quindi non ne farò, anzi,preferisco preparare le munizioni per il cenone di sabato. Per ora ho li un Soave Vigne della Bra 2008, un riesling VT dolce di Ca di Frara, una boccia di Berlucchi Vintage 2005, un Grumello riserva Buon Consiglio '99 di ARPEPE e un pinot grigio '96 di Zin Humbrecht. Mancano ancora all'appello Champagne e Porto.
Come è andato questo 2011? Mediamente di merda, se mi passate il francesismo.
Una cosa positiva la ricorderò: è caduto berlusconi finalmente. Meglio tardi che mai.
Spero che il 2012 sia meglio anche se, a dirla tutta, non sono così ottimista ed ho paura che la bolla non sia ancora scoppiata.
Per fortuna ho ancora qualche buona bottiglia in cantina, finite quelle vedremo.
Quel che sarà sarà.
All'anno prossimo.

Gabry

mercoledì 28 dicembre 2011

Oggi scrivo: appunti sparsi di bevute natalizie

Il vino delle feste: Barbacarlo 2009 per due motivi: il primo è che ci sono affezionato, il secondo è perché a me le annate "minori" del Barbacarlo fanno impazzire: quelle dove il vino esaurisce tutti gli zuccheri e rimane secco e tagliente. Che poi questo 2009 mostra comunque un frutto pieno e maturo di gran classe, altro che annata minore.
La delusione: La Creatura 2005 di Fausto Andi, pinot nero vinificato in bianco. E' necessaria una premessa: La Creatura per Fausto Andi non è un vino qualunque, lo fa ogni anno in modo diverso: una specie di esperimento in continua evoluzione. Per quest'annata sono state fatte maturare le uve in cella frigorifera a 5° costanti per diversi mesi limitando la perdita di liquidi e portando avanti una surmaturazione estrema. Successivamente affinamento del vino in botti scolme con formazione della flor.
Il verdetto della tavola è stato impietoso: in due giorni e con 16 potenziali bevitori il vino non è finito. Il colore quasi bruno, spento e poco invitante, il naso ricordava frutta secca (noci), the freddo, pesca. Anche in bocca era molto particolare, tanto da non capire se il vino fosse proprio così o la bottiglia difettata. Rimane il fatto che non l'ha bevuto nessuno tranne il sottoscritto.
Altre bottiglie: buoni e freschi gli Champagne di Michel Pithois, spazzolata una magnum di Poggio Maestrino 2005 di Erik Banti (sangiovese, cab. e merlot) dal naso piacevolmente evoluto ma dal sorso ancora saldo e fresco, la barbera Console Marcello 2007 della Cantina di Casteggio, passata senza lasciare un particolare ricordo di sè, stuzzicante e ad alto livello di tracannaggio il trebbianino rifermentato in bottiglia (magnum) del mio amico Leonardo Bulli, chiusura con un fantastico e cremoso Asti metodo classico Gancia con 24 mesi di riposo in bottiglia sui lieviti, ancora non riesco a capire come fanno a farlo. Sicuro è che lo fanno bene.
Più o meno è tutto, l'idea è di far riposare il fegato almeno fino a sabato prossimo, quando saluteremo il 2012.

giovedì 22 dicembre 2011

Oggi scrivo: buone feste!

Stando alle previsioni Maya oggi inizia il conto alla rovescia per la fine del mondo, - 365 giorni! Se avessero ragione questo sarebbe l'ultimo Natale!
Va beh, se succederà me ne preoccuperò a tempo debito, intanto faccio gli auguri a tutti, anche a chi non frequenta...
Che sia un Natale felice e sereno che di guai ne sono passati abbastanza.
Un abbraccio virtuale di cuore a tutti.

giovedì 15 dicembre 2011

Oggi bevo: Colli Tortonesi Timorasso Derthona 2009 - Claudio Mariotto

Stasera ho stappato il Derthona 2009 di Claudio Mariotto.
Grande Vino per Slowine e grande vino anche per me!
Vanto poche frequentazioni col timorasso, uva autoctona dei colli tortonesi che da vini di gran pregio.
Il Derthona è , diciamo, il vino "base", nel senso che Claudio Mariotto propone anche due selezioni che non ho avuto ancora il piacere di assaggiare.
Paglierino carico e lucente, naso di pera e fiori, maturo, caldo e minerale, preciso e intenso.
Il sorso è di spessore: potente e largo, più minerale che fresco regala un frutto molto dolce e succoso, di grande personalità. Si tatua sul palato e, nonstante i 14° segnalati in etichetta lo bevi e lo ribevi. Chiude secco e minerale, lunghissimo. La vendemmia 2009 credo sia l'ultima in commercio: già buonissima ora, farà felice chi avrà la pazienza di aspettarla, anche qualche anno.

mercoledì 14 dicembre 2011

Oggi bevo: Grecale 45 2010 - Denny Bini

Oggi sono andato dal dentista: due otturazioni, 20 minuti di lavoro in totale per 240€, naturalmente senza fattura (se no addio tredicesima). Ne ho altre due piccoline ma ho deciso di farle con la mutua, e cazzo, va bene che son professionisti e la salute è importante, che gli affitti degli studi sono cari e che loro hanno studiatoper anni. Tutto quello che vuoi, però qui si sta perdendo il senso della realtà. Ma questo è un'altro discorso.
Insomma, per riprendermi dalla sacrosanta incazzatura sono tornato a casa e ho stappato il Grecale 45 versione 2010. Fresco di cantina mi ha tirato su il morale.
E' il vino che preferisco dei frizzanti di Denny Bini (passato alle cronache recentemente per l'onoreficenza avuta da Slowine con un'altra etichetta), forse quello dal carattere più introverso e terroso.
Malbo gentile in purezza, rifermentato i bottiglia. Scuro il giusto ma non nero, spumeggia allegro. La vendemmia 2010 mi è sembrata riuscita, con un bel frutto maturo e succoso al naso, arricchito da note di grafite e terra. Il sorso conferma, scorrevole ma non magro, secco e tannico in chiusura. Livello di tracannaggio molto alto e prezzo popolare.
Nel caso sappiate che la bottiglia da 75cl è monodose, siete avvertiti.

martedì 6 dicembre 2011

Oggi scrivo: tannini, chiarificanti, lieviti e chi più ne ha più ne metta...

Io non faccio vino, mi limito a berlo e scriverne, sperando di farlo nel migliore dei modi.
Del vino mi interessa tutto, dalla terra alla bottiglia.
Quando un amico mi ha chiesto di accompagnarlo al SIMEI non ci ho pensato due volte.
Molte le cose interessanti, altre meno, è una fiera altamente specializzata e la maggior parte delle attrezzature esposte non sapevo nemmeno da che parte guardarle.
Mi ha colpito in particolare lo stand della Laffort, azienda dalla quale il mio amico compra i lieviti per la fermentazione: c'erano una serie di bottiglie contenenti lo stesso vino (barbera del Monferrato 2010, affinamento in acciaio) addizionato con diversi prodotti, nel caso tre chiarificanti più quattro o cinque tipi di tannini diversi.
E' stato interessante tastare con mano (palato, pardon) come le chiarifiche ingentiliscano il vino smussando i tannini, impoverendo il sorso allo stesso momento.
Ancor più interessante è stato osservare l'azione dei tannini aggiunti allo stesso vino: era tardi e la fiera stava per chiudere, quindi ho chiesto di poter assaggiare un calice che potesse dar prova palese di cosa si può ottenere con l'aggiunta di tannini. Mi hanno versato la barbera addizionata di un mix di tre qualità diverse: 2g/hl per il tipo "QUERTANIN", 16 g/hl per il tipo "QUERATNIN SWEET", e 20 g/hl per il tipo "plus"(non ricordo se era un tipo di tannino o una specie di collante).
Il risultato è stato impressionante, due vini completamente diversi: se la prima senza nessun additivo aggiunto era molto riconoscibile come barbera, quindi con una spiccata acidità, un fruttato fragrante e fresco e un tannino leggermente polveroso sul finale (il vino base non era ne filtrato ne chiarificato), il secondo dava l'impressione di essere più pieno e vellutato, il sapore e i profumi erano arricchiti da evidenti speziature e l'acidità era passata in secondo piano.
Ammesso e concesso il fatto che un dosaggio così massiccio di tannini sia stato fatto per mostrare le effettive potenzialità del prodotto, l'idea che il vino si possa fare con le "polverine" è davvero molto forte...