domenica 28 giugno 2009

News!

In arrivo direttamente da Castelnuovo Magra sulla macchina di Ambra 6 bottiglie della nuova annata dei cru di Ottaviano Lambruschi: Costa Marina e Sarticola.
Stay tuned...

Oggi bevo: Donnas 2005 - Caves Cooperatives de Donnas

Le cantine sociali e le cooperative non sono il massimo della vita, questa non è una novità. Meno male che le famose eccezioni che confermano la regola crescono sempre di più. Mi vengono in mente le cantine dell'Alto Adige, con quella di Terlano in testa, la Caves Cooperatives de Donnas è senza dubbio una di queste.Ho preso la bottiglia di Donnas al Carrefour a euri 7.80 attirato dalla buona recensione della guida dei vini de L'Espresso e dal prezzo decisamente conveniente. 90 % nebbiolo, 10% tra freisa e neyret coltivate in una delle zone enologicamente meno conosciute in Italia: la Val d'Aosta. Territorio molto bello ed interessante, dove la vite è coltivata su terrazze sorrette da muretti che arrivano anche a 4 metri di altezza. Caratteristiche l'accomunano ad un'altra delle terre d'elezione del nebbiolo: la Valtellina. Da sottolineare anche il depliant informativo al posto della retroetichetta che spiega le caratteristiche della zona, del vino e dell'annata in modo chiaro ed esauriente.
Nel bicchiere è rosso rubino, trasparente e brillantissimo, poco pigmentato ma non scarico, luminoso. Il naso apre su profumi netti di lampone e viola, più sfumate ma molto caratteristiche le note minerali di pietra e di fieno. In bocca è snello, sapidissimo e con una freschezza acida vibrante tipica dei vini di montagna, coerente con i profumi e tremendamente beverino. Sarebbe interessante vedere come evolve nel tempo ma già adesso è buonissimo. Se tutti i "vini base" fossero così...
E sono sempre più convinto che il nebbiolo sia il vitigno più interessante in Italia.

venerdì 26 giugno 2009

Oggi bevo: Lavico 2005 IGT - Duca di Salaparuta

Nerello mascalese con un piccolo taglio di merlot coltivati sulle pendici ad est dell'Etna, maturato per 12 mesi in legni piccoli, 6 mesi in bottiglia e poi in commercio.
La bottiglia è stata aperta ieri sera a cena, ma l'assaggio non è stato attento. Ho rimediato oggi dedicando al bicchiere l'attenzione che merita.Il colore è un bel rubino piuttosto trasparente e molto brillante, tira al granato sull'unghia che, tra l'altro, è segnata da una certa trasparenza glicerica. Roteando il calice il liquido scorre liscio, plastico e veloce con lente lacrime che scendono sottili. Portato al naso è uscita subito una fastidiosa nota alcoolica che è sparita dopo poco per lasciar spazio al frutto con la ciliegia in primo piano arricchito da spezie dolci e note minerali in sottofondo (probabilmente i legni usati per l'affinamento non sono nuovi). E' un quadro piuttosto fine ed elegante.
Secondo me le carte migliori le gioca in bocca dove attacca fresco e molto succoso, di medio corpo con tannini fini. Il sorso è ben sorretto da un'acidità presente ma mai sopra le righe, si allarga a centro lingua e scende lasciando la bocca pulita. Molto buona la corrispondenza naso/bocca. Anche adesso che fa caldo si lascia bere piacevolmente. Probabilmente quel 10% di merlot smussa gli spigoli del nerello e ne semplifica la beva, i puristi forse grideranno allo scandalo ma rimane un bel bicchiere.
Magari non se la gioca con i pesi massimi della zona ma il punto non è questo: è che l'ho pagato euri 7.50!
Devo aggiungere altro?

giovedì 25 giugno 2009

Oggi vedo: Lasciami entrare - Tomas Alfredson' 2008

E' la storia dell' incontro tra due bambini soli. Oskar ha 12 anni e i genitori divorziati, vive con la madre mentre il padre gli preferisce la bottiglia; a scuola è vessato in continuazione dai bulli di turno. Anche Eli ha 12 anni, ma da quanto tempo non se lo ricorda più. Eli e una vampira e come tale deve nutrirsi di sangue per vivere.
La cornice della loro storia è un freddo e desolato sobborgo svedese: periferia urbana e distese di ghiaccio e neve popolate da gente sola e triste. Si aiuteranno a vicenda per sopravvivere...

Un film delicato e bellissimo.

martedì 23 giugno 2009

Oggi bevo: Filagnotti 2006 Gavi di Tassarolo - Cascina degli Ulivi

Qualche settimana fa ho fatto un gesto d'amore: ho accompagnato Ambra all'outlet di Serravalle, ci ero già stato solo una volta ed era il primo giorno di saldi. Non avevo nemmeno lontanamente immaginato cosa sarebbe successo (solo chi sa di cosa parlo può capirmi...) e mi promisi di non tornarci più. Invece...
Stavolta è andata meglio, oltre ad una clientela di umane proporzioni anche ho trovato nella piazzetta un bel gruppo di gazebo con produzioni agroalimentari locali. L'unico neo è che i vini in degustazione erano proposti a temperatura ambiente, più o meno 35°. Tra gli altri c'era Cascina degli Ulivi, ne avevo già sentito parlare con commenti positivi, ma non mi era capitato mai nulla nel bicchiere. Ne ho approfittato comprando un paio di bottiglie: un Montemarino 2007 e un Filagnotti 2006, tutti e due da uve cortese in purezza, il secondo un Gavi docg. E ieri sera, mentre preparavo un ottimo filetto di salmone con porri, salvia e olive nere ho ben pensato di metterlo in fresco...
Il vino in questione arriva da terreni argillo-ferrosi, viene vinificato e maturato in grosse botti di acacia e non viene aggiunta solforosa in nessuna fase della lavorazione. Devo dire che trovo sempre più interessante la schiera dei vini naturali che incrocio sulla mia strada. Questo in particolare si presenta con un bel colore giallo paglierino piuttosto carico e trasparente, con piccolissime particelle in sospensione dovute alla filtratura non effettuata. Bello e brillante. Il naso è affascinante: apre su profumi di mela matura (almeno credo...) per lasciar spazio a note minerali molto caratteristiche. Mineralità che si ripresenta in bocca, con un sorso largo ma non molle e di un cero peso, con le componenti sapide in evidenza. Sapidità che ne caratterizza anche il finale.
A tre anni dalla vendemmia è ancora in formissima, per un prezzo sotto i dieci euri è un affare.

Oggi guardo: immagini dal concerto dei Depeche Mode.


giovedì 18 giugno 2009

Oggi vedo: The Wrestler - Darren Aronofsky, 2008


"...e adesso, sono un vecchio pezzo di carne maciullata.
E sono solo, me lo merito di essere solo.
Vorrei soltanto che tu non mi odiassi, ok?"

mercoledì 17 giugno 2009

Domani: CONCERTO A SAN SIRO DEI DEPECHE MODE!!!

Non vedo l'ora...

Oggi scrivo: dell'incontro a Cascina Grande di Rozzano.

Artigianato è spesso sinonimo di qualità, va a braccetto con piccoli numeri e col legame al territorio d'origine. Se si parla di vino il discorso non cambia, anzi. Per vie traverse sono venuto a conoscenza dell'incontro che si è svolto sabato in una sala della Cascina Grande a Rozzano, appena fuori Milano e a due passi da casa mia. Incontro, appunto, con tre artigiani del vino: Alessando Dettori, Frank Cornelissen e Jean Pierre Robinot.
I vini di Cornelissen e Dettori li conoscevo di fama, vini che fanno discutere, che si amano o si odiano senza mezze misure. E questo, secondo me, è un ottimo biglietto da visita. Frutto di scelte radicali, portate avanti con coerenza per preservare la natura del vino, il suo essere figlio della terra, del vigneto e di chi lo produce. Perché il vino lo fa l'uomo, e anche le scelte meno interventiste ne caratterizzano il risultato.
Sono andato senza preconcetti ma pieno di sana curiosità, ho conosciuto Marco: simpaticissimo campano trapiantato a Milano che ha organizzato tutto. Eravamo non più di 10 persone, e mi son fermato li più di due ore.
Ho ascoltato molto, sia le parole che i vini. Vini che hanno molto da raccontare: paradigmatica l'interpretazione del cannonau di Dettori: 3 vigneti con età diverse che vanno dai 40 anni del Tudei, ai agli 80 (credo) del Tenores fino ai 120 e più del vigneto a piede franco dove nasce il Dettori. Vini molto caldi, arrivano in annate particolari anche a più di 17° alcoolici, che sulla carta spaventerebbero anche il più smaliziato tra i bevitori. In realtà ho trovato vini molto eleganti e territoriali: provate ad immaginare un vecchio vigneto sardo sotto il sole di agosto, assaggiate il vino e capirete cosa intendo. Provare per credere.
Robinot è un pazzo scatenato: si è presentato con una camicia di raso a scacchi bianchi e neri che molto probabilmente andava di moda nelle comuni degli anni '70. Peccato che io capisco il francese come il mio cane capisce il polacco. La conversazione è stata praticamente assente, mi sono limitato a degustare i vini in sequenza, ma senza dedicare loro l'attenzione che avrebbero meritato. Cercherò di rimediare in futuro.
Di Frank Cornelissen ci sarebbe da parlar per ore: belga trasferitosi in Sicilia anni fa, sulle pendici dell'Etna dove coltiva e vinifica nerello mascalese e altre uva locali. Vinifica in modo assolutamente naturale: senza solforosa, lieviti selezionati ne quant'altro di chimico ci possa essere. Quando la sera mia mamma a tavola ha bevuto il primo sorso del Contadino di Frank, senza sapere cosa fosse ha detto: "buono, sembra il vino del contadino". Nemmeno a farlo apposta. Il Contadino in particolare è un assemblaggio di varie uve locali, fa poi il Mongibello bianco e rosso e, da una vigna a piede franco con un'età stimata in 150 anni a 900 m. di altezza il Magma rosso. I vini di Frank sono molto minerali, la matrice vulcanica delle terre da cui vengono ne segna il profumi e il gusto
Il Magma è austero, delicato e potente allo stesso tempo, con un tannino fitto e molto elegante, il colore sembra quello di un barolo d'antan. Affascinate come pochi.
Incontro veramente interessante, se a te lettore dovesse capitare l'occasione non dubitare.
Alla prossima!

Oggi scrivo: Terroir vino

La mia giornata è iniziata alle 6.05 del mattino, quando la sveglia sul telefono ha trillato, e già faceva caldo... Dritto dal panettiere: brioche di rigore e dritto al lavoro.
Ecco, il racconto dovrebbe forse partire da qui: quando vero le 12 ho preso la macchina per andare a Pavia in stazione e ho girato come un cretino per mezz'ora prima di riuscire a trovare un parcheggio che non fosse a pagamento, alla fine l'ho beccato, ma è stata un'impresa. All'una sul treno che, con più di mezz'ora di ritardo (e quando mai!) mi ha portato a Genova. Caldo feroce, tanto che, arrivato a destinazione più che un calice di vino avrei voluto una doccia...
Ed eccomi qui: davanti a Palazzo Ducale, pronto per iniziare un viaggio tra i vini d'Italia che Tigulliovino.it ha selezionato tra i tanti recensiti durante l'anno: circa 130 produttori per oltre 500 etichette. Il primo plauso va a Filippo Ronco: il padre di Terroir vino, che ha messo in piedi il meeting meglio organizzato e riuscito che abbia mai visto: iniziando dalla Sala del Maggior Consiglio, assolutamente splendida ed affascinante, al servizio: camerieri che giravano con vassoi colmi di torte salate di vari gusti, pani e focacce a disposizione di tutti, secchielli del ghiaccio sempre in ordine e bottiglie d'acqua su ogni tavolo. Nemmeno una sbavatura, complimenti.
Ho conosciuto molta gente e assaggiato molti vini (anche troppi...), dall'aglianico delle Cantine del Notaio, vinificato in tutte le sue declinazioni, mi è piaciuto un sacco Il Rogito: un rosato di un certo peso, forse un filo impegnativo ma buonissimo.
A seguire i vini dell'Az. Agricola Campi di Fonterenza, che presentava in sequenza: Rosato di Fonterenza (sangiovese), Sangiovese, Rosso di Montalcino (annata 2007 ancora in affinamento), Brunello di Montalcino 2004 e Lupo di Fonterenza (Cabernet S.). Tutti ottimi, legati da una forte matrice territoriale, cabernet compreso, capitanati da un Brunello al primo anno di produzione con classe da vendere: scuro e austero, un sangiovese di razza. E poi c'è Francesca Padovani: persona squisita e carinissima.
Passeggiando incontro Giuseppe Ferri che con la moglie Lodovica conduce la cantina Lusenti, con lui le piacevoli chiacchierate non mancano mai, bisogna prima o poi che faccia un giro in cantina. Ho provato il loro Fiocco di Rose: pinot grigio vinificato con una leggera macerazione sulle bucce che ne caratterizza il colore, un bel ramato. Effervescenza delicata, beva molto piacevole. La malvasia Bianca Regina è una delle mie preferite: ferma, profumi tipici molto intensi, in bocca invece è secca e polputa. Solo mi incasino quando devo abbinarla al cibo, ma fa niente. Da segnalare i vini di Massimiliano Croci di Castell'Arquato, senza lieviti selezionati e tutti i frizzanti rifermentati in bottiglia, in particolare l'ice-wine Emozione di Ghiaccio: da brividi.
Altro produttore appassionato è Guido Zampaglione della Tenuta Grillo, viticoltore campano trapiantato in Monferrato che presentava tutta linea, vini tipici piemontesi, caratterizzati da lunghe macerazioni (anche i bianchi) e affinamento in legno grande. Giocati sul filo della riduzione, vini veri ed originali, ma il mio preferito è il Don Chisciotte: fiano macerato per 40 giorni e affinato in acciaio, da un vigneto a 800 metri d'altezza in Irpinia. Ancora: la bella sezione dedicata alla Liguria, dove c'era la possibilità di provare numerose espressioni dei vitigni più tipici, come il vermentino, il pigato e il rossese. Qui segnalo i favolosi pigato di Bruna: con due etichette la cui unica differenza è il vigneto, composto uno da terra bianca e l'altro da terreno rosso con notevoli quantità di argilla. Più fruttato il primo e più minerale il secondo. C'è poi la selezione U Baccan, ottenuta dalle piante più vecchie dei due vigneti, in degustazione c'era il 2007 e il 2004. Passaggio d'obbligo al banco del Monticello dove ho provato le nuove annate dei vermentino, il base si conferma ottimo: fresco, salato, buono buono; il Poggio Paterno è ancora marcato dal legno, già piacevole ora, riserverà belle sorprese.
Menzione particolare per Fausto De Andreis, produttore in quel di Albenga con l'azienda Le Rocche del Gatto: lui è la mano e la mente che han creato lo Spigau Crociata, splendido pigato di cui già avevo scritto qualche tempo fa. Proprio lo Spigau era presentato nelle annate dal 2007 al 1999!
Per non far torto a nessuno dovrei scrivere ancora molto: dei vini di La Stoppa (Dinavolo 2005 di Giulio Armani), Baraccone, Kobler, Poggio Argentiera, La Porta di Vetrine, Francesco Candido, Luciano Capellini, Mandino Cane e tanti altri, ma sono stanco e mi fermo qua...
L'ultima riga la dedico a Pino Ratto, produttore settantacinquenne (anno più anno meno) del miglior dolcetto d'Ovada che io conosca e personaggio dal carisma eccezionale. La dedico a lui perché non c'era, han detto che non è stato bene. Questi sono i miei auguri perché guarisca presto.

martedì 9 giugno 2009

Oggi bevo: Greco di Tufo Vigna Cicogna 2006 - Benito Ferrara

Sono tornato da Sorrento da una settimana e già mi manca. Mi sono innamorato della costiera Amalfitana. Luoghi bellissimi ed affascinanti, gente cordiale e cucina splendida.
E, sono convinto, è una delle regioni più interessanti enologicamente parlando. Le uve locali unite a terreni di origine vulcanica, il clima e alla crescente perizia di chi vinifica danno prodotti di assoluta eccellenza. Ho preso qualche bottiglia mentre ero li, una di queste l'ho stappata domenica a pranzo, a tavola con i miei.Il Greco di Tufo Vigna Cicogna millesimo 2006 dell'az. agricola Benito Ferrara, una delle più rappresentative per il greco di qualità. Il Vigna Cicogna, le cui uve arrivano dall'omonimo vigneto, è il bianco di punta della produzione aziendale, la vendemmia è posticipata fino a fine ottobre, poi vinificato in bianco e maturato per 7 mesi in acciaio prima dell'imbottigliamento. Leggendo in giro sulla rete si trovano pareri contrastanti: in molto gli preferiscono il base, ottimo prodotto ma meno concentrato e più espressivo. Ho però notato che i commenti sono spesso relativi al vino appena imbottigliato...
Ora, io il greco base non l'ho mai assaggiato, ma il Vigna Cicogna con un anno di affinamento in bottiglia è da urlo! Se la tua idea di bianco è un vino sottile e scarico questa bottiglia non fa per te. Concentrato e profumatissimo, bocca grassa ma assolutamente equilibrata dalle componenti acide e sapide, sarà anche più morbido che fresco, ma che buono! Bevuto su un fritto di acciughe, gamberi e calamari è finito in fretta.
Vivamente consigliato.
Pagato 14€ ad Amalfi, dove non mi aspettavo regali.

Oggi scrivo: degustazione a Cascina Grande, Rozzano.

A chi sabato prossimo, 13 giugno 2009 non avesse già impegni improrogabili segnalo un'interessantissima degustazione che si terrà dalle mie parti, dove saranno a presentare i loro vini:
- Frank Cornelissen - Etna -Sicilia
- Alessandro Dettori - Badde Nigolosu - Sardegna
- Jean Pierre Robinot - Loira francese
Sarà molto interessante, sono tre produttori che credono nel rispetto assoluto del vitigno e della terra, riducendo le operazioni in vigna e in cantina al minimo indispensabile. Arrivano da zone altamente vocate e fortemente caratterizzanti, fanno vini sicuramente non semplici ma di estremo interesse e di alto livello qualitativo.
Io ci sarò.

lunedì 8 giugno 2009

Oggi scrivo: TERROIRVINO 2009

Si avvicina il 5° appuntamento con Terroirvino (lunedì 15 di questo mese), appuntamento annuale organizzato dal mo sito di riferimento per quel che riguarda il vino, ovvero Tigulliovino. La quinta stagione del salone ma la prima per me, per diversi motivi non vi ho mai partecipato, non ultima la distanza. Quest'anno invece no: prendo qualche ora di permesso dal lavoro, mi infilo sul primo treno disponibile e ci si vede a Genova. La lista dei produttori presenti è molto interessante, con realtà in arrivo da ogni parte d'Italia e qualche incursione dall'estero.
Le premesse sono ottime.
Stay tuned...

giovedì 4 giugno 2009

Oggi vedo: Ex Drummer - Koen Mortier, 2007


"volevo uscire dal mio mondo felice, calarmi nella profondità della stupidità umana, nella bruttezza dell'essere ottuso, sleale, falso. Comprendere la vita dei perdenti ma senza appartenere a quel mondo e sapendo di poter sempre tornare indietro"

Violento, cinico, sporco e cattivo. Sottoprodotti urbani di una società malata senza vinti ne vincitori.
Film interessante, per stomaci forti.

mercoledì 3 giugno 2009

Oggi scrivo: Sorrento, parte prima.

Brevemente, sono tornato ieri sera da un weekend lungo 4 giorni sulla costiera Amalfitana e questi sono i souvenir che mi son portato a casa:
Colli di Lapio - Fiano 2007
Vadiaperti - Fiano 2007
Benito Ferrara - Greco di Tufo vigna Cicogna 2006
Marisa Cuomo - Fiorduva 2006
Marisa Cuomo - Furore rosso riserva 2005
Il racconto di quel che è successo sara invece a cura di Ambra, e appena lo avrà scritto potrete leggerlo su queste pagine.
State sintonizzati...