giovedì 31 dicembre 2009

Auguri a tutti!

Il titolo del post è chiaro: questi sono i miei auguri per chi legge e per chi no.
Che sia un anno carico di felicità e di buone bevute, da soli o in compagnia ma sempre con un bel sorriso sulle labbra.
E che la fortuna passi un po' a darci una mano in un periodo non facile ma che ci vedrà vincitori (speriamo...).
Alla faccia di chi ci vuole male.
Alzo il calice ad un 2010 sereno per tutti.
Ci si sente l'anno prossimo.

Gabry

Oggi bevo: Vigna del Mattino 2003 Chardonnay OP - Il Montù

Ok, lo ammetto: sono tutt'oggi affascinato da pratiche enologiche estreme, quando spulciando tra gli scaffali di un'enoteca in Oltrepo ho trovato questo chardonnay non ho saputo resistere.
La cantina è IL MONTU', il vino uno chardonnay dall'omonima vigna "vigna (appunto) del mattino.Targato 2003 in etichetta dichiara una permanenza in legno di oltre 20 mesi. C'è da far tremare le gambe a ben più blasonati rosso da invecchiamento...
E sia, sborso la cifra richiesta e porto a casa la bottiglia.
Il colore è prevedibilmente dorato carico ma di una brillantezza viva e solare, il naso alterna a echi fruttati ben più marcate note di spezia e sbuffi minerali, l'affinamento in legno si palesa con la classica vaniglia e la nocciola ma in un amalgama che non stanca, ben evoluto direi.
Il sorso è potente, piuttosto secco e ancora in forze, certo largo e polputo ma dal piglio rigoroso. Lungo quanto basta per dire: però!Rimane un bicchiere impegnativo ma che, soprattutto a tavola, può strappare più di un sorriso.

Pagato all'enoteca dell'Iper a Montebello della Battaglia il non indifferente prezzo di (quasi) 16€.

Il mio voto: 7,5/10

venerdì 25 dicembre 2009

Oggi bevo...

Charles Gardet 1999
Montebuono 2007 Lino Maga
Brunello di Motalcino 2004 Fonterenza
Barbacarlo 2007 Lino Maga
Asti MC 24 mesi 2006 Gancia
Grappa F.lli Berlucchi
Nocino mamma Imile

Basta, no?

Buon Natale!

A te che non hai niente di meglio da fare che leggere il mio blog vanno i miei auguri. Ma anche a chi queste righe non le leggerà mai.
Che sia un bel Natale per tutti.

Auguri!

martedì 22 dicembre 2009

Oggi bevo: Montevolpe bianco 2007 Garda DOC 2007 - Az. Agr. Bertagna

E' difficile che a pranzo in settimana mi vediate stappare bottiglie ma ieri è stata una giornata particolare: facevo il secondo turno e ho iniziato a lavorare alle 15 come al solito, aveva appena iniziato a nevicare... Sono tornato a casa alle 4 del mattino. Stamattina mi han svegliato alle 10.
Un calice di vino a pranzo mi è sembrato il minimo.
Allora, dalla sponda mantovana del Garda arriva questo vino: il Montevolpe bianco 2007 dell'az. ag. Bertagna.Trattasi di chardonnay in purezza, rese di 1,5 Kg per pianta, leggero appassimento delle uve e 12 mesi in tonneaux. Un bel giallo dorato brillante, appena versato spara subito nocciola e vaniglia, subito dopo leggeri sbuffi metallici. Cala d'intensità e arriva il frutto decisamente caldo e maturo, tipo ananas e banana. Il sorso è coerente con quanto percepito al naso, entra caldo e leggermente alcolico, non difetta in acidità ma secondo me è poco fragrante. Non è male, un bicchiere forse poco emozionante ma corretto.
Il mio voto: 6,5/10.
Il prezzo dovrebbe essere inferiore alle 10€ in cantina, se non ricordo male.

mercoledì 16 dicembre 2009

Oggi scrivo: domenica è sempre domenica!

Puntualmente dopo il sabato arriva la domenica.
E, meno puntualmente, arriva anche il pranzo. Della domenica, è chiaro.
Stavolta si era in otto a tavola. Mica male. Io, mamma, papà, nonna, mia sorella Rossana e il suo compagno Davide detto Pippo, Teresa e Nando. Insomma una bella tavolata, non c'è che dire. L'occasione era di quelle grasse, ma sul serio: la cassoeula.
Ora io non sono mai andato matto per la carne, figuriamoci per le cotenne, piedini e altre "prelibatezze" del genere, tra l'altro come antipasto c'era una bella frittura di interiora d'agnello. Fate voi...
Insomma, mi son preparato qualche bella fettina di maiale magra magra con degli ottimi porcini e un bel carciofo crudo in pinzimonio.
E da bere (direte voi)? Siam partiti con uno splendido, sapido e minerale vermentino Sarticola di mr. Lambruschi che anno dopo anno si conferma essere uno dei migliori interpreti del vermentino in Italia, con la cassoeula invece abbiam stappato due lambruschi, uno il Piafoc di cantine Virgili: dal mantovano con furore, fruttato e sbarazzino si rivela essere bevuta molto piacevole ed equilibrata, dal residuo zuccherino non invadente ma avvertibile, sorso polposo e dinamico. Il secondo è stato il Barbacane dell'azienda Quarticello tra Parma e Reggio Emilia, il Barbacane è invece lambrusco dal piglio più austero, piuttosto secco e un filo tannico, l'ho preferito al primo.
La coccola finale è stata il Gaggiarone 2004, bonarda di Rovescala da un vigneto di 50 anni, basse rese e due anni in vasca di cemento. Vino molto interessante e territoriale, dal fascino artigiano. Vino genuino, dalla massa e dal tenore alcolico (14.5°) non indifferenti e al tempo stesso molto equilibrato.
Dopo tutto questo ben di dio Pippo, geometra convertito a pasticcere, per concludere in dolcezza sfodera una torta chantilly dalla bellezza (e dalla bontà) commovente.
Sul ricordo della panna montata chiudo un resoconto che non interesserà a nessuno probabilmente, ma come si dice in questi casi: chi se ne frega.

sabato 12 dicembre 2009

Oggi bevo: gutturnio riserva Ronco Alto 2006 - Az. Ag. Baraccone

Preso tempo fa al gutturnio festival stasera il Ronco Alto 2006 è finito in tavola.
Prodotto in 2.500 pezzi dall'azienda agricola Baraccone dall'omonimo vigneto, vecchio e a 400 metri d'altezza, barbera al 70% il resto croatina, fermenta in acciaio, matura 12 mesi in barrique e poi bottiglia.
Aperto due ore prima di cena per fargli prendere un po' di confidenza con l'ambiente.Versato nei calici è rubino scurissimo, di materia fitta e brillante con unghia porpora. La massa si muove dinamica e compatta, lascia lacrime che scendono lente e grasse sulle pareti del bicchiere. Portato al naso sconta peccati di gioventù: la materia è compressa su se stessa, scura, speziata, ha bisogno di tempo per distendersi. Il sorso è tanta roba, l'estratto ha a corredo una spina acida e un'impianto tannico di tutto rispetto, secco ed avvolgente, ha stoffa e diversi anni davanti a se.
Non può che migliorare.

Il mio voto 8/10 (in prospettiva).

giovedì 10 dicembre 2009

Oggi bevo: Cinque Campi rosso VDT 2007 - Az. Ag. Cinque Campi

Vino da tavola vendemmia 2007 a base lambrusco grasparossa, malbo gentile e un saldo di marzemino (!!!) prodotto e imbottilgliato da Cinque Campi, azienda biologica in quel di Puianella di Quattro Castella (RE).
Vinificato in tini di rovere e castagno aperti, senza lieviti aggiunti e senza controllo delle temperature, affinato in acciaio e rifermentato in bottiglia.E' assaggio difficile ma di indubbio fascino il Cinquecampi rosso: appena versato nel calice la spuma accesa e svelta color viola lascia presto il campo ad un vino molto pigmentato, rubino scurissimo, disegna archi glicerici piuttosto atipici per la tipologia.Al naso è scontroso e reticente, scuro e vegetale, terroso. Il sorso è decisamente secco e tannico, la spina acida e la carbonica sottile ricordano che si tratta comunque di lambrusco.
In chiusura il tannino lascia il segno.
Un bicchiere che farà discutere.

In fiera al Leonkavallo è costato 5.50€.

Il mio voto 7,5/10

Oggi bevo: Bacchus 2008 Rosso Piceno - Ciù Ciù

Potevamo stupirvi con effetti speciali...

Invece no, ma con un frutto così dolce, immediato, maturo e succoso da mettere il sorriso!
Il rosso piceno della cantina Ciù Ciù gioca le carte della piacevolezza e della semplicità con eleganza e simpatia, senza nascondersi dietro inutili orpelli.
Buono!

Foto tratta dal sito aziendale.

martedì 8 dicembre 2009

Oggi bevo: Despina 2007 malvasia - Az. Ag. Quarticello

La prima boccia ad essere finita sulla tavola da La Terra Trema è la malvasia frizzante de Il Quarticello: non filtrata e rifermentata in bottiglia, proposta in commercio a più di due anni dalla vendemmia. Versione interessante e anacronistica di un vitigno sorprendente. E' color paglierino chiaro e leggermente velato, spuma evanescente e perlage finissimo. Il naso è sottile e reticente, agrumi e fiori, pesca bianca croccante, varietale. L'attacco al palato è secco, dritto e percorso da un'acidità tagliente, torna la percezione d'agrumi bilanciata dall'aromaticità tipica della malvasia. L'effervescenza è sottile, morbida e stuzzicante.Un vino dal piglio un po' rustico, non banale e genuino.
Il prezzo pagato in fiera era di circa 5 euri
Si becca un bel 6-7/10.

lunedì 7 dicembre 2009

Oggi scrivo: La Terra Trema 2009

Cavoli, io mi son dato da fare! Ho scritto sul blog, su facebook, ho mandato mail e chiamato gli amici e alla fine con chi sono andato a La Terra Trema? Da solo. Forse devo farmi qualche domanda...
Ma chissenefrega, il Leonka è bello anche se ci vai da solo, ancora di più se ci vai a degustare vini e scambiare opinioni.
Perché la gente li arriva da ogni dove: trovi l'appassionato, il degustatore professionista, il gaina che al banco d'assaggio ti chiede del "rosso".
Gente spesso curiosa e interessata, sempre sorridente.
E tra una chiacchiera e un calice ho scoperto e ritrovato realtà vinicole molto interessanti, piccoli numeri e grande livello qualitativo. Vini spesso molto personali e caratteristici, come quelli di Cinque Campi: azienda nel reggiano che interpreta i vini classici del luogo con rigore e naturalità, o i vini della Tenuta Grillo nel Monferrato, tutti legati da un filo rosso che li accomuna ma solidamente rappresentativi delle rispettive tipologie; ancora: i vini di Porta del Vento: dalla Sicilia ottime espressioni di nero d'avola e cataratto non solfitati, oppure il Gaggiarone di Annibale Alzati: una bonarda tradizionale, ferma e dalla struttura imponente.
Ho incontrato vecchie conoscenze e ne ho fatte di nuove, vignaioli, agricoltori e allevatori appassionati con tanto da raccontare, con parole e, soprattutto, con i frutti della terra.
Piccole sfaccettature di un'Italia artigiana che bisogna valorizzare di più nella sua dimensione. Dove la qualità, la genuinità, il rispetto per il prodotto e per il produttore, per colui che poi lo consumerà sono il fulcro su cui tutto ruota attorno.
L'idea di un'agricoltura a misura d'uomo e di Terra non può che giovare a tutti noi.
Al prossimo anno spero di restarci qualche ora in più, e scrivere un resoconto più dettagliato perché, fidatevi, se lo merita.

venerdì 4 dicembre 2009

Oggi scrivo: sullo scrivere...

Rileggevo prima il post sul Rosso d'Asia di Andrea Picchioni (bel vino!) e, pensavo, oggi lo scriverei in maniera completamente diversa.
Non c'è nulla da fare, per scrivere bene ci vuol l'ispirazione.

mercoledì 2 dicembre 2009

Oggi bevo: Rosso d'Asia 2005 - Andrea Picchioni

Si fa un gran parlare di quanto servano o no le guide cartacee, del futuro sempre più 2.0.
il parer mio è che le guide servono, spesso mi hanno aiutato ad orientarmi in zone che conoscevo poco o niente ma non per questo prendo quel che leggo come oro colato: in fondo quando poi verso un vino nel bicchiere sono io che lo bevo e a me deve piacere, con buona pace di tutti i degustatori delle guide...
E così ho fatto con i vini di Andrea Picchioni: incuriosito dai giudizi positivi (io ho quella del Gambero e quella dell'Espresso) sono andato in azienda e ho preso qualche bottiglia.
Domenica sera è toccato al Rosso d'Asia 2005 I.G.T. : croatina 90% , il resto ughetta di solinga, fermentazione di 10/15 giorni e successivo passaggio in legni piccoli per 12 mesi. E' a tutti gli effetti una bonarda ma per scelta commerciale viene imbottigliato come IGT.
L'nterpretazione della croatina di Picchioni è misurata ed elegante: a partire dal colore giustamente scuro ma al tempo stesso dotato di trasparenze luminose, naso giocato su frutti scuri e suggestioni speziate, la bocca è di estrazione calibrata, ottimo frutto, tannini fini (vera croce e delizia della croatina) e legno ben dosato. Il risultato è un vino dalla struttura importante ma che conserva ottime doti di bevibilità e versatilità sulla tavola. A me già piace così, ma può tranquillamente affronate diversi anni in cantina.
In cantina 10,50€.
Il mio voto 7-8/10.

Foto tratta dal sito aziendale.

Oggli scrivo: LA TERRA TREMA 2009

Parte venerdì 4 dicembre prossimo la tre-giorni enogastronomica autogestita e resistente del Leonkavallo "LA TERRA TREMA". Numerosi viticoltori da tutt'Italia presentano al pubblico i loro vini, dichiarando il prezzo sorgente per un idea di commercio a filiera che più corta non si può a tutto vantaggio del produttore e del consumatore.
La manifestazione di solito è molto ben organizzata e vale la pena andarci sia per i prodotti assoluta qualità (ad esempio ROAGNA dalle Langhe o AURORA dalle Marche) che per il programma che prevede numerose iniziative, incontri, concerti e proiezioni. E se ancora non bastasse c'è anche la cucina con cena a filiera zero con menù diversi per tutte e tre le sere.
Ci vediamo al Leonka al grido di Terroir Resistance!