lunedì 4 ottobre 2010

Oggi bevo: Monsaltus V.T. 2006 OP Riesling Doc - Marchesi di Montalto

Oggigiorno la tendenza omologante si respira nell'aria, il microcosmo del vino è per gli appassionati un raggio di sole, fatto di piccole o grandi realtà molto diverse tra loro, specchio del territorio e della cultura della gente che lo abita.
Il vino è immagine dell'Italia rurale, tradizione ed evoluzione della stessa in bottiglia, o almeno mi piace pensarlo. Fatto per essere venduto, questo è bene non dimenticarlo, perché anche il vignaiolo ha la brutta abitudine di mangiare, andare in macchina, pagare le tasse.Ecco, per fare un vino così ci vuole coraggio, perchè parliamo di un vino bianco, che esce sul mercato dopo 3 anni dalla vendemmia: il Monsaltus Vendemmia Tardiva,  riesling renano che arriva dall'Oltrepò Pavese, non dall'Alsazia, dalla Mosella o, per restare in Italia, dall'Alto Adige. Faccio queste puntualizzazioni perché non è un riesling normale questo, la vendemmia ad esempio: viene fatta tra dicembre e gennaio con le uve spinte ad una maturazione avanzatissima e in gran parte attaccate dalle muffe nobili, con rese nell'ordine dei 30 quintali per ettaro di vigna. Il mosto fa una macerazione in ambiente ridotto di 6 giorni, fermenta e riposa sui lieviti in acciaio per altri 8 mesi e completa il suo ciclo di affinamento in bottiglia per almeno 2 anni.Nel bicchiere è giallo dorato, carico ed intenso, la massa è viscosa e consistente. profumi intensi e complessi, dalla frutta gialla in confettura, albicocca disidratata, allo zafferano, noce moscata e accenni idrocarburici. In bocca entra grasso e morbido, speziato e molto intenso. Vino estremo e coraggioso quello dei Marchesi di Montalto, una piccola chicca dall'Oltrepò Pavese, territorio che merita sicuramente più di quanto si dice in giro.

4 commenti:

  1. Caro Gabriele,
    non lo conosco, cercherò il Monsaltus.
    Comunque per motivi, perlo più, irrazionali ho sempre avuto una attrazione verso l'oltrepo, per cui ogni volta che posso mi procuro e bevo con piacere vini opp.
    Il mc a base pinot nero per me è numero uno.
    il Riesling, mio amore, è ottimo ma con un profilo così lontano dalla germania (mio pase di riferimento) che per trovare un parallelo, forse, bisogna pensare alla Alsazia sopratutto nelle versioni più opulente.
    in opp fà caldo e le uve se ne accorgono.
    concordo sull'omologazione.
    bevuto un barone pizzini, buono, piacevole, pure bio ma omologato, industriale.
    meglio farsi tagliare la lingua da un faccoli o da arici.

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  2. Il riesling in opp va preso per quello che è, paragoni con germania, alsazia ma anche alto adige hanno poco senso, hanno però un cvarattere tutto loro con qualche bottiglia che in effetti si fa notare, penso (così su due piedi) al campo della fojada di Travaglino, o al vigna costa di Bruno Verdi, o alle bottiglie di Albani, a spulciare si trovano vini interessanti.
    Il Monsaltus fa storia a se, gioca con le muffe, surmaturazioni da passito, grassezze quasi fuorimoda. Adesso è uscito il 2007 (per questo ti ho scritto), sono curioso di provarlo.
    Bevuto anche io Barone Pizzini saten, a capodanno. Senza infamia e senza lode, comunque buono. Allora consiglio, per rimanere in opp il Profilo di Andrea Picchioni, adesso dovrebbe essere fuori con il '94 e il '98, scarni, essenziali ed evoluti, personalità stabordante, quasi come i vini di Casa Caterina.

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  3. So di dire una banalità, ma a me il nature brut millesimato di anteo mi piace molto.
    il riserva del poeta che ha un saldo di sciardonnè molto meno http://gliamicidelbar.blogspot.com/2010/12/anteopinotnero100natureecruoltrepopaves.html.
    Avevo preso un riesling secco di Ca del Gè (non ricordo il nome) che nella sua ridondanza ed eccesso poteva pure essere un fuori classe.
    purtroppo due su tre bott erano compromesse.
    anche il mc di ca del gè a 8euro è commovente.
    cercherò i casa caterina.

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  4. Con Ca del Gè sfondi una porta aperta! Il mc è una delle bolle col miglior rapporto q/p mai provate. Il riesling a cui ti riferisci probabilmente è il Marinoni, che fa un parziale affinamento in legno. Io ne ho presa qualche bottiglia, ma non ne ho mai beccata una a posto al punto da chiedermi se fosse una partita difettata. Invece mi è piaciuto molto il Filang Long, rieslin italico che fanno da una vigna di 70 anni circa li sotto l'azienda. Senza complessità particolari ha però nelle annate migliori una potenza e una compattezza notevoli. E vien via in cantina con 4.20€. Anche i rossi sono interessanti, tutti molto particolari, a partire dalla bonarda (15° e ancora un residuo avvertibile) per arrivare al dolcetto vendemmia tardiva.
    Devo farci un giro, se hai una mezza giornata da perdere andiamo insieme.

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