giovedì 30 settembre 2010

Paperblog

Ho validato l'iscrizione di questo blog al servizio Paperblog con lo pseudonimo gabriele.
Quindi mi troverete anche li.

sabato 25 settembre 2010

Oggi bevo: Al Poggio igt 2006 - Castello di Ama

Devo avere ancora una boccia del 2007 nascosta da qualche parte, che a dirla tutta non mi aveva fatto entusiasmare. In questi giorni invece ho stappato l'unica bottiglia del 2006 che avevo.
E perdincibacco mi è piaciuta! Se il 2007 mancava di ciccia nei punti giusti qui è tutto al posto giusto, scorre bene in bocca ma ha un bel corpo e un'ottima spalla acida, molto secco e saporito. Moderno ma elegante, mai sgraziato, profuma di burro, ananas, banana, vaniglia, ci senti pure l'agrume candito.
E il tappo è come si deve.

La foto l'ho presa dal sito dell'azienda, spero non me ne vogliano.

martedì 21 settembre 2010

Oggi bevo: Dominariu 2006 - Melis

Curiosamente quest'anno è arrivato in omaggio, molto gradito, da Nando e Teresa di ritorno dalla Sardegna una bottiglia di Dominariu: bovale in purezza delle cantine Melis a Terralba. Curiosamente perché se la volta scorsa era del 2007 questa è del 2006.
Sempre buono il Dominariu, maturato per 12 mesi in acciaio e 6 in bottiglia prima della messa in commercio.
Purtroppo non ho preso appunti, bevuto qualche giorno fa, ho pensato di scriverne per fare un mini confronto tra le due annate. Vado a memoria...
E devo dire che al palato ho preferito la versione del 2007, più calda e solare, il 2006 ha invece trame più scure, terrose. Mi è piaciuto ma mancava quella dolcezza di frutta matura che mi ricordavo. Hanno sicuramente influito il riposo in bottiglia e, ancor di più, il carattere dell'annata.
Complimenti comunque alle cantine Melis, che scopro hanno anche un eccellente rapporto qualità/prezzo, per dire: il Dominariu vien via con meno 10 euri.
Assolutamente consigliato.

venerdì 17 settembre 2010

Oggi bevo: Valtellina Superiore DOCG Inferno Riserva 2003 - Pietro Nera

Quando non so cosa bere mi girano le balle. Divento insofferente, passo le bottiglie e le scarto per i più svariati motivi (il più gettonato è perché una volta bevute, non ci sono più...), finisce che stappo una birra. Ecco, martedì scorso era un giorno di questi, così ho preso la drastica decisione: pesco a caso e quel che esce esce.
Sperando di non beccare l'unica bottiglia di Coulee de Serrant o il Barbaresco Riserva di Roagna ho infilato la mano in una cassa e ho tirato fuori l'Inferno Riserva 2003 di Pietro Nera, una delle cantine più grandi (la più grande?) di tutta la Valtellina.
E' un regalo di mio cugino Paolo, tornato dalle vacanze, appunto, in Valtellina.
Annata calda il 2003, ero in effetti curioso.
Bello il colore: un rubino granata limpidissimo e carico di riflessi, molto elegante alla vista. Mosso nel calice il vino lascia tracce gliceriche sottili e trasparenti, ma compatte e ben adese al vetro.
Il naso non è male ma non fa scintille, è di buona intensità e dal timbro caldo e balsamico, il frutto (ciliegia o marasca) è maturo e quasi sotto spirito, qualche accenno terroso, comunque elegante e composto, manca però il guizzo minerale delle rocce valtellinesi.
In bocca è di buona struttura, non opulento e piuttosto scorrevole, di ottima acidità e dai tannini levigati e morbidi, torna la ciliegia al gusto. Il finale non è lunghissimo ma piacevole.
Boh, magari l'annata calda non ha giovato a questa bottiglia, che sia chiaro è comunque un bel bere, ma io preferisco altre espressioni dei nebbioli di montagna, tipo questa.

giovedì 16 settembre 2010

Oggi bevo: Bonarda frizzante 2009 - Cantina di Casteggio

Stamattina sono andato a pranzo da mammà.
Minestrone, fagioli borlotti con cipolle, un pezzo di pecorino e una vagonata di porcini fritti. E da bere?
Francamente, credevo si fosse salvata una o due bottiglie di spumante dalla festa di domenica per i 90 anni di mia nonna (AUGURIII!), ma sbagliavo clamorosamente, il frigo era desolatamente vuoto, tranne che per questa bonarda della Cantina di Casteggio.
Che ha fatto egregiamente il suo lavoro.
L'abbiamo bevuta senza troppe cerimonie e, a bottiglia finita, abbiamo commentato che in effetti non era mica male, anzi! Un vino da tavola, nel senso più alto del termine: accompagna un pasto e stuzzica il palato, non diventa mai protagonista ma si fa bere con piacere. Non ha la struttura di altre bonarde della zona (penso alla Rubiosa di Le Fracce o al Cresta del Ghiffi di Agnes) ma è equilibrata, facile e piacevole comunque.
Poi guardi lo scontrino e vedi che l'esborso per questa bonarda è stato di euri 3.30 (in cantina), sorridi soddisfatto e passi al caffè.

lunedì 13 settembre 2010

Oggi scrivo: Claude Chabrol

Il mio ultimo saluto a Claude Chabrol. Regista sopraffino, fondatore della Nuovelle Vague se n'è andato oggi ad 80 anni.
Stasera rivedrò Il buio nella mente, sarà il mio omaggio al grande regista che non c'è più.

giovedì 9 settembre 2010

Oggi vedo: Visitor Q - Takashi Miike

Una riflessione sulla famiglia, sulla riscoperta degli affetti e di se stessi.
Ma non lasciatevi ingannare: tutto questo è filtrato dallo sguardo di Takashi Miike, mente allucinata e geniale, regista visionario, ironico e altamente disturbante.
Sconsigliato a moralisti, bigotti e facilmente impressionabili.
DA VEDERE!!!

Oggi bevo: O.P. DOC Riesling 2007 - Albani

Dei vini di Albani ho già scritto, perché a parer mio è una delle più interessanti realtà oltrepadane, almeno nella zona di Casteggio.
Vini particolari, dallo stile inconfondibile che può piacere o meno, ne apprezzo la coerenza e la costanza che mantengono comunque nonostante il mercato e le mode. Vini dal timbro evoluto e parecchio alcolici di solito, dal carattere marcato e ben definito, che vengono messi in commercio dopo il giusto periodo di affinamento in bottiglia.
Il riesling ad esempio. Oggi potete trovare ancora bottiglie del 2005 e del 2006 in commercio, l'annata più recente è comunque il 2007. E siamo a fine 2010.
Ed è proprio del 2007 che volevo parlare, perché a fronte di un grado alcolico che nelle annate precedenti era sempre attorno ai 14° quest'anno l'etichetta ne dichiara 12,5°. Cosa che mi ha incuriosito molto quando ho preso la bottiglia, perché era proprio il grado alcolico elevato e una freschezza non sufficiente a frenare la beva di questo vino, che mi piaceva comunque. Parere mio, ovvio.
Rimane un vino particolare, molto. Ora, io con le corrispondenze non ci azzecco molto, vado più per macro elementi, impressioni generali e qui l'impressione è di tremenda mineralità, ma dimenticate il famoso idrocarburo del riesling, qui siamo su note molto più salate e salmastre, ricorda i vini di Angiolino Maule per capirci. Poi macchia mediterranea, la salvia, un'idea di cera. Ecco, se devo fargli un appunto è che il riesling non me lo ricorda proprio. In bocca ha finalmente l'acidità che si merita, struttura importante ma non esagerata, forse un filo inferiore agli millesimi più vecchi. Bello secco, di buone corrispondenze e lunghezza.
Mi piace.

martedì 7 settembre 2010

Come back home (again).

Rieccoci qui, anche quest'anno le ferie sono finite. Mi è andata di lusso però: invece delle canoniche due settimane che la ditta concede senza troppi drammi, quest'anno ne ho fatte tre!
Riposato, col solito Kg d'ordinanza sul girovita che mi porto come souvenir da qualsiasi posto vacanziero, sono già tornato al lavoro.
Contento però. Non del lavoro, ma dei bei posti visitati: la costa croata tra Split e Sibenik, dove oltre ad un mare che non ha nulla da invidiare alle nostre coste migliori, si riesce a pranzare mangiando dell'ottimo pesce con una ventina di euri a testa, che qui in Italia ci paghi quasi il coperto.
Massacrante il viaggio: siamo partiti in sella alla moto carichi come muli dall'appenino emiliano e siamo arrivati a destinazione dopo undici ore con le chiappe martoriate. Ma anche questo fa parte del gioco, no? Li siamo andati sull'isola di Zlarin col traghetto, lasciando la moto a terra, l'isola è piccolissima e non girano mezzi a motore che comunque non servirebbero. Un borgo centenario dal fascino antico e nient'altro, mare, passeggiate, buon cibo e tanta birra.
Per godersi la vacanza al massimo in Croazia servirebbe però una barca, l'arcipelago di isole che si staglia davanti alla costa ne comprende più di 140, e muoversi con i traghetti è decisamente limitante, tra l'altro mi dicono che si possono comodamente affittare barche e gommoni di una certa stazza potendo approfittare di prezzi ancora competitivi anche per l'attracco ai porti. La costa è quasi tutta scogliera con delle orrende banchine di cemento che servono sia da passeggiata che da prendisole, le spiagge sono poche, almeno quelle che ho visto io.
Sui vini croati invece non mi pronuncio, ero in ristrettezze economiche per bere bene, e quel che ho provato non era certo memorabile, un paio di bottiglie però le ho portate a casa, vedremo.
Poi, per non farci mancare niente, tornati in Italia ci siamo sparati anche un'altra decina di giorni in relax all'isola d'Elba, che non sono male.
Avrei anche delle belle foto da postare ma non trovo il cavo per scaricarle sul computer.
Detto questo, visto che son quasi le quattro del mattino, la pianto di scrivere e vi saluto.
Alla prossima!