Puntualmente dopo il sabato arriva la domenica.
E, meno
puntualmente, arriva anche il pranzo. Della domenica, è chiaro.
Stavolta si era in otto a tavola. Mica male. Io, mamma, papà, nonna, mia sorella Rossana e il suo compagno Davide detto Pippo, Teresa e
Nando. Insomma una bella tavolata, non c'è che dire. L'occasione era di quelle grasse, ma sul serio: la
cassoeula.
Ora io non sono mai andato matto per la carne, figuriamoci per le cotenne, piedini e altre
"prelibatezze" del genere, tra l'altro come antipasto c'era una bella frittura di interiora d'agnello. Fate voi...
Insomma, mi son preparato qualche bella fettina di maiale magra magra con degli ottimi porcini e un bel
carciofo crudo in pinzimonio.
E da bere (direte voi)? Siam partiti con uno splendido, sapido e minerale vermentino
Sarticola di
mr. Lambruschi che anno dopo anno si conferma essere uno dei migliori interpreti del vermentino in Italia, con la
cassoeula invece abbiam stappato due lambruschi, uno il
Piafoc di cantine
Virgili: dal mantovano con furore,
fruttato e sbarazzino si rivela essere bevuta molto piacevole ed equilibrata, dal residuo zuccherino non invadente ma avvertibile, sorso polposo e dinamico. Il secondo è stato il Barbacane dell'azienda
Quarticello tra Parma e Reggio Emilia, il Barbacane è invece lambrusco dal piglio più austero, piuttosto secco e un filo tannico, l'ho preferito al primo.
La coccola finale è stata il
Gaggiarone 2004,
bonarda di
Rovescala da un vigneto di 50 anni, basse rese e due anni in vasca di cemento. Vino molto
interessante e
territoriale, dal fascino artigiano. Vino genuino, dalla massa e dal tenore alcolico (14.5°) non
indifferenti e al tempo stesso molto
equilibrato.
Dopo tutto questo ben di dio Pippo, geometra convertito a pasticcere, per concludere in dolcezza sfodera una torta
chantilly dalla bellezza (e dalla bontà) commovente.
Sul ricordo della panna montata chiudo un resoconto che non interesserà a nessuno
probabilmente, ma come si dice in questi casi: chi se ne frega.