giovedì 21 luglio 2011

Oggi bevo: Harmoge vdt 2007, Prima Terra

Metti una sera a cena, una qualunque come oggi. Da solo, perché la mia compagna è stata invitata da colleghi di lavoro. Io faccio il turno di notte e l'ho scampata. Non ho nemmeno voglia di cucinare. Ho però un bellissimo pomodoro cuore di bue dall'orto di mammà.
Tiè, la cena è pronta: insalata di pomodoro con tonno (quello buono), capperi, cipolla, una spolverata di pepe e origano, olio (sempre quello buono) e sale dolce di Cervia. Una focaccia toscana scongelata alla bisogna e il gioco è fatto.
Manca solo il vino, in fresco ho solo birra da battaglia e una mezza bottiglia di Barbaresco che non ho voglia di finire. Faccio lo sforzo di rimettermi i pantaloni e scendo in cantina.
Deciso: Harmoge 2007, Prima Terra.
L'ultima tornata di assaggi dei vini di Walter De Batté (TerroirVino 2011) mi aveva lasciato perplesso, con un vermentino al profumo di terme di Saturnia che non sono riuscito ad apprezzare...
Sono comunque fiducioso, dell'Harmoge ho altri ricordi.
Stappo: tutto a posto, sughero di ottima qualità.
Oro antico, riflessi verderame. Luminoso e denso. La macerazione ci mette il suo.
Naso salino e minerale. Pietra focaia, spezie e frutta gialla, nespole e pesca matura e vaniglia e cannella.
Il sorso è di spessore, torna il frutto, maturo e dolce, l'alcol ne arrotonda gli spigoli. Chiude minerale tatuandosi alla bocca. Gran vino.
Harmoge vuol dire armonia. Armonia di luoghi e armonia di uve. Il vermentino  arriva dalla Val di Magra, mentre il bosco e l'albarola da un vigneto a Manarola, tra lo splendore delle Cinque Terre.
Macerazione dicevamo, ma non in stile gravneriano che oggi va tanto di moda, qui si parla di 4/5 giorni che, secondo De Batté, sono quelli che servono per legare il terroir al vino. Affinamento in legni da 500 l e, dopo un passaggio in acciaio va in bottiglia, senza filtrazione o chiarifica di sorta. Il tempo ha fatto il resto.
Mi spiace solo di non averne più.
P.S.: la foto l'ho presa dal sito, spero non me ne vogliano.

4 commenti:

  1. Ciao Gabriele,
    visto che hai stappato l'Armoge che ti era rimasto in cantina, mi confermi il fatto che, probabilmente, quello che avevo bevuto io era difettato.
    Purtroppo non lo conoscevo prima e, fidandoci del ristoratore che ce lo aveva consigliato,
    e sapendo che DeBattè lavora in modo particolare, ci aspettavamo una ripresa che non c'è stata.
    Dovevamo farci cambiare la bottiglia.
    Se avrò la possibilità, proverò un riassaggio.
    Se passi nei pressi di Parma ti indico dove lo puoi trovare.
    Magari se vieni a Fornovo in novembre ti ci porto io.
    Ciao.

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  2. Ciao Daniele, credo che il problema non sia tanto De Battè quanto tutti i vini "naturali". Purtroppo spulciando in rete puoi trovi esperienze negative con bocce di ben altro calibro, tipo Soldera. Con Emidio Pepe, ad esempio, una va bene e l'altra no, almeno questa è l'impressione che mi sono fatto sentendo in giro.
    Inconvenienti, per mia esperienza, non così frequenti a dire il vero.
    Detto questo il riassaggio dell'Harmoge te lo consiglio davvero. A me è piaciuto molto.
    Domani a cena finisco la mezza bottiglia che ho avanzato, poi ti dirò.
    Ciao!

    P.S.: Fornovo è in calendario.

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  3. come sai Gabri i vini di De Battè mi hanno sempre attirato per l'aura eroica che li sottende ma poi dal punto di vista organolettico mi hanno un po' deluso.
    Forse l'Harmoge è quello che mi ha convinto di più, bisogna insistere e provarli più volte e più millesimi diversi, anche se reperibilità e costi non lo rendono un intento molto praticabile.
    Luigi

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  4. Ciao Gigi, io ho poca esperienza con i vini di De Battè, soprattutto per le caratteristiche che sottolinei alla fine del tuo commento.
    Detto questo anche io mi trovo in una condizione di odio-amore, ma se proprio dovessi scegliere tra le due allora sceglierei la seconda.
    Rimangono vini affascinanti, e quando la bottiglia è giusta allora godi.
    Assaggiai solo una volta, e ormai diversi anni fa il suo Cinqueterre. Tu hai esperienze più recenti?

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