Ho saputo della sua morte solo qualche minuto fa.E mi dispiace molto, è stato uno dei grandi.
Addio.
Immagine da internet
L'Ascaro di Fausto Andi è una barbera, vendemmia 2005 vinificata in maniera tradizionale e fatta maturare prima dell'imbottigliamento in botti di legno di grandi dimensioni. Color rubino, scuro ma non impenetrabile e dai bei riflessi, pulito e luminoso, profumi di frutta nera in confettura, prugna, ciliegia matura, fresche note vegetali e fiori secchi e forse il cuoio, eteri importanti, una rustica eleganza sarà l'idea che avrai ragionandoci un po'.
Piace parecchio, e finisce che te ne versi al volo un'altro bicchiere.
Oggi è il 59° compleanno di mio papà, ormai da qualche anno è tradizione, in un modo o nell'altro, stappare una boccia di Barbacarlo.
In effetti il 2007 è stata un'annata particolarmente azzeccata da buon Maga, che ci dona un rosso rubino vivissimo e spumeggiante dal naso dolce e sincero, di frutta rossa, matura e succosa con sottolineature minerali appena accennate. La bocca ha carbonica molto fine e da un impianto tannico che lo farà durare anni ma già perfettamente integrato. L'annata calda segna il sorso con un lieve residuo zuccherino, si beve con gusto e soddisfazione, è succoso e solare, interpretazione del millesimo coerente e riuscita.
Curioso blend di incrocio manzoni e chardonnay in non precisate proporzioni, parziale fermentazione ed affinamento in barriques francesi. Eraora lo fa Arrighi sull'isola d'Elba, a Porto Azzurro, è frutto di una sperimentazione per osservare l'adattamento di vitigni alloctoni sull'isola.
Bel vino, paglierino di media intensità, molto limpido e lucente, profuma di pesca e albicocca, fiori bianchi, accenni mediterranei. All'assaggio risulta piacevolmente morbido e di buon corpo, il legno non si avverte al gusto ma ne plasma la struttura, ottime corrispondenze gusto olfattive, una leggera traccia sapida e una discreta lunghezza completano un quadro pulito ed armonico, vino estivo e solare.
Stappata domenica a pranzo, qualcuno ha storto il naso. Fatto sta che ne è avanzata mezza bottiglia.
Dicevo che ne è avanzata mezza bottiglia, ergo non tutti l'hanno apprezzato.
Aperta a pranzo due giorni fa, ne ho tenuto da parte quattro dita per berla con l'attenzione che merita.
Dal colore, che a sei anni dalla vendemmia non accenna cedimenti, rubino scuro, fitto e compatto. Naso di marasca matura e spezie e terra, minerale con eleganti sbuffi eterei, originale e sincero.
E' arrivato mio zio dalla Sardegna, potevo mica lasciarlo a bocca asciutta, no?
Ecco, il Terrazze Brut è uno spumante che non ti aspetti. Non te lo aspetti perché non sapevi che in Brianza facessero vino, tantomeno bollicine metodo classico. Non ti aspetti l'uvaggio che scoprirai essere un insolito blend tra sauvignon e viogner. Ed è anche buono!
Poi, a tavola, il Pico di Angiolino Maule vino simbolo della viticoltura naturale: garganega in purezza, fermentazione in tini aperti, macerazione sulle bucce di qualche giorno, affinamento di un anno in botti da 1.500 Lt, nessuna filtrazione e nessuna aggiunta di solforosa.
Giovanissimo, giallo dorato carico che tende all'ambra, piuttosto limpido e pulito (il "fondo" è rimasto sul fondo), naso caldo e agrumato (nespole, buccia d'arancia?), profondamente minerale, quasi sulfureo, è solo all'inizio del suo percorso. Il sorso ha una struttura imponente, da rosso incazzato per intenderci, ma vibrante e tesa, minerale e salata, chiude lungo e leggermente mandorlato.