Per comprendere i vini di
Fausto Andi bisognerebbe conoscere lui prima di tutto perché, i vini, sono il prodotto finale di un progetto molto più ampio che si basa su concetti tanto alti quanto
condivisibili. Banalmente potrei riassumerli citando la pratica biodinamica in agricoltura, ma questo è solo un aspetto, o dell'
integrazione con altre realtà che ha portato alla nascita di laboratori per la
trasformazione della frutta con l'aiuto di ragazzi disabili e che sempre a seguito di questo progetto accredita l'azienda come fattoria didattica
riconosciuta, o ancora dell'agriturismo
ristrutturato interamente con materiali di recupero vecchi anche 500 anni con tecniche
tradizionali e andate ormai in disuso.
Insomma, i vini di Fausto
Andi sono figli di tutto questo, hanno un' identità precisa che nasce dalla coesistenza del pensiero e l'idea dell'uomo con la natura, dalla tradizione e dall'innovazione.
In questi due giorni ha
accompagnato la mia tavola la
bonarda, forse il vino più semplice che Fausto produce, o meglio produceva.

La
bonarda vivace (che poi non è una
bonarda ma un
IGT) in questione è millesimo 2006 ed è l'ultima che ha fatto. Perché? Semplice: secondo lui un grande vino rosso non può andare in bottiglia nella primavera successiva alla vendemmia. Così nel 2011 uscirà un vino frutto dell'
assemblaggio delle annate '07 e '08 maturate in legno più la '09 che ancora carica di zuccheri permetterà la
rifermentazione in bottiglia. Semplice no?
Tornando alla "nostra"
bonarda: è un
blend fatto dal 85% di
croatina e dal restante 15% diviso tra 9 vitigni autoctoni persi nel tempo che l'azienda sta recuperando,
vinificazione tradizionale in rosso e
rifermentazione in bottiglia, non ha etichetta ed ogni bottiglia è dipinta a mano e diversa dalle altre.

Versato nel calice la spuma è svelta a sparire e lascia che l'attenzione si concentri sul rubino brillante, compatto e di belle trasparenze luminose.
I profumi si sono arricchiti dalla permanenza in bottiglia restano comunque fragranti con un bel frutto in primo piano, ciliegia matura e croccante, poi la stessa sotto spirito tutto in un quadro fine, elegante e di una certa austerità. Il sorso attacca con un'
effervescenza sottile e carezzevole, dal corpo non eccessivo ma ricco di gusto, secco,
piacevolmente fresco e tannico,
godibilissimo.
Una
bonarda tradizionale e fuori dal coro allo stesso tempo, sicuramente buonissima.
In cantina costa 6€, più che meritate.
Loc. Moriano, 48
27040 Montù Beccaria (PV)
Tel. 0385277245
Maledettto Gabriele, questo Fausto Andi devo provarlo!
RispondiEliminaluigi