venerdì 29 maggio 2009

Oggi bevo: Vermentino Poggio Paterno 2006 - Il Monticello, Castel del Monte chardonnay 2006 - Rivera

Stappate e bevute ieri sera a cena insieme ad Ambra, Rossana e Pippo.
La prima è un vermentino dell'azienda agricola il Monticello di cui ho già parlato ieri, il Poggio Paterno è però una selezione particolare, fatta solo nelle annate migliori che segue una lavorazione differente rispetto al base, fa intanto una breve macerazione sulle bucce, la fermentazione malolattica e un affinamento di un anno circa in legni di secondo passaggio per il 50% della massa del vino, in più esce in commercio un anno dopo rispetto al base. E proprio rispetto al base le differenze sono molte, qui il colore perde i riflessi verdolini e si fa più carico, un giallo dorato intenso e luminoso, anche il liquido nel bicchiere sembra avere una consistenza superiore. I profumi sono meno intensi ma complessi, con una nota minerale in evidenza e spezie dolci in sottofondo. Il legno è ben integrato e il sorso non può che giovarne, piuttosto secco, anche qui la mineralità è avvertibile, mentre la componente fruttata c'è ma più calda e sfumata. Per quel poco che ne conosco è un vermentino dei colli di Luni piuttosto atipico, ma comunque riconoscibile. Un buon prodotto, non c'è che dire. Il Monticello tra l'altro fa anche un rosso a base sangiovese veramente fico.
Il secondo vino arriva dalla Puglia, è uno chardonnay le cui uve arrivano tutte dallo stesso vigneto che da il nome al vino. Qui nessuna permanenza sulle bucce, fermentazione e successivo affinamento in barrique nuove per 8 mesi, imbottigliato senza filtrazione e poi in commercio. Qui la tavola si è divisa: chi non è avvezzo ai bianchi affinati in legno è rimasto spiazzato dalle note speziate sia al naso che in bocca, mentre prima aveva apprezzato il vermentino che, in misura minore, faceva lo stesso legno. Intendiamoci: il vino è buono, nulla di caricaturale o eccessivo, però è un classico chardonnay barricato, con tutto il corredo aromatico tipico al seguito. La vaniglia e la nocciola, la banana e così via. Si beve comunque bene, grazie ad un'acidità che ne snellisce il sorso, piuttosto grasso ed appagante.
Vino di impronta moderna, buono, ma se non ti piacciono i bianchi barricati non fa per te. A me è piaciuto.
I prezzi: il Poggio Paterno costa 10€ in cantina mentre il Lama di Corvo dovrebbe costare grossomodo 15€ in enoteca.

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