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Genova vista dal porto |
La crisi picchia duro e non guarda in faccia nessuno. Figurarsi una merce come il vino, che più che alimento sta diventando un lusso
Neanche l'efficente macchina organizzativa Terroir Vino ha potuto far nulla: meno espositori e poco pubblico. Tant'è.
Ho saltato la scorsa edizione ma il ricordo che ho di quelle passate era ben diverso purtroppo.
Forse manca qualche nome di peso, forse Genova non è una piazza così interessante, forse le spese sono troppe, non saprei.
In realtà non ho suggerimenti concreti da dare, io sono il "consumatore finale" e dal mio punto di vista Terroir Vino emerge come una delle manifestazioni più attente e all'avanguardia sotto tutti i punti di vista. Spero che sappia reinventarsi per tornare in auge come merita.
Vabbè, ma avrai bevuto qualcosa -direte voi- no??
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La batteria di Cheo |
E certo, mica siamo qui a pettinar le bambole! Ad esempio mi sono piaciuti molto i vermentino di La Ghiaia: mare e petrolio (che detta così non suona tanto bene, ma fidatevi, sono buoni). Oppure i Cinqueterre di Cheo: annusarli è come sdraiarsi tra i cespugli profumati di quelle coste.
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Colline della Stella aka Andrea Arici |
Le bolle taglienti di Colline della Stella e la Riserva Moccagatta dei Produttori di Barbaresco. I Boca del Podere ai Valloni: per gli amanti del tannino, senza mezze misure.
Il riesling di Vajra non lo so, il 2012 è davvero troppo giovane. Però ho apprezzato molto il Barolo '08 di Baudana (recente acquisto di Vajra). I vini di Stefano Milanesi che segnalo anche se Stefano è un mio amico: Elisa (barbera) e Maderu (pinot nero) sono tanta roba. Anche il merlot rosato di Armin Kobler non era mica male.
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Armin Kobler, alfiere del tappo a vite al grido di "o Stelvin o muerte!" |
Alla fine sono tornato a casa con una bottiglia di ottimo verdicchio: il Rincirocca 2011 di La Staffa. Buono vero, per sette euro.