Sono in ferie fino al 10, in attesa che arrivi la cucina nella casa nuova siamo a deliziare panze e palati in quella vecchia, di casa dico.
Ad esempio adesso (in questo esatto momento!) Ambra si sta dilettando nella preparazione del pollo al curry, accompagnato da dell'ottimo riso venere.
E giusto per non farci mancare nulla abbiamo stappato una bottiglia reduce dai botti di capodanno: il Cellarius 2007 di Berlucchi. Ora tutti gli enofili sanno che Berlucchi produce milioni di bottiglie di metodo classico che si possono trovare in tutti i supermercati della penisola, il Cellarius è una selezioneche si può acquistare, questa volta nelle enoteche, comunque su vasta scala ad un prezzo non popolare ma onesto senza dubbio, circa 15€.
Base chardonnay e saldo di pinot nero, almeno 30 mesi sui lieviti e una piccola parte del mosto fermentata e successivamente affinata in barrique, poi in bottiglia per la rifermentazione che durerà almeno 30 mesi.
Paglierino scarico, spumeggia allegramente. Perlage di buona (non ottima) finezza persistenza. Naso timido all'inizio, sensazioni bianche che col passare del tempo e l'alzarsi della temperatura si arricchiscono con note di pesca, glicine e vaniglia, non di grande complessità ma sicuramente fine e piacevole.
Anche il sorso, più di curve che di spigoli, va via liscio. Tecnicamente ineccepibile ma carente nell'anima è comunque una bottiglia sincera che non ti tradirà mai.
Tra l'altro un recente godurioso assaggio di un 2004 in magnum conferma la bontà del prodotto.
57 minuti fa
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