mercoledì 6 novembre 2013

Oggi bevo: Chianti Classico Castello di Ama 2002 - Castello di Ama

Colore perfetto, nessun cedimento: rubino scuro, limpido, trasparente, brillante, belle sfumature granata.
Il naso parte in sordina ma col passare dei minuti tira fuori delle affascinanti note di sottobosco, pelliccia e selvatico da strabuzzare gli occhi. Terziarizzazione da manuale.
In bocca il vino era saldo, compatto, succoso, snello, saporito e terribilmente buono.
Se penso che la 2002 fu probabilmente la peggior annata del decennio scorso mi rendo conto che a Castello di Ama hanno fatto un lavoro da togliersi il cappello.
Ho letto in rete che quell'anno fu l'unico Chianti prodotto dimezzando la normale produzione e mettendo in commercio solo 70.000 bottiglie. Il frutto di tanto rigore è un vino che a dispetto dell'annata ha ancora molto da dire e, adesso, sta vivendo una fase davvero luminosa.
Buono vero, non avrei detto.

2 commenti:

  1. Che Buono era???? Cavoli....questa è la dimostrazione che le annate minori ben interpretate sono la differenza tra chi fa ottimi vini e chi ci prova e basta...

    Cmq sempre a Merano ho parlato al banchetto con una signora che non so se fosse la proprietaria o cosa...dicendole della nostra bevuta mi ha confermato che anche a lei era stato un millesimo molto bello e da non condannare cosi' tanto.

    Misteri della fede o di intenditori forse un pò troppo rompi palle...mha..

    Salute!!

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    1. No dai, la vendemmia 2002 è stata mediamente pessima quasi in tutta Italia.
      La realtà sta nelle prime righe del tuo intervento:
      le annate minori ben interpretate sono la differenza tra chi fa ottimi vini e chi ci prova e basta...
      Aggiungo io che, oltre al manico in cantina, bisogna avere le possibilità per far fronte a difficoltà. Castello di Ama fece quel vino grazie a vigne di pregio assoluto e alla possibilità di dimezzare la produzione senza tanti patemi d'animo.
      Comunque tanto di cappello.

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