mercoledì 20 febbraio 2013

Oggi scrivo: la Franciacorta che mi piace (parte seconda): Az. Agricola Faccoli

Seconda tappa della gita Franciacortina ai piedi del Monte Orfano, azienda agricola Faccoli.
L'azienda di Claudio e Mario Faccoli è nata dal 1964 e vanta un nutrito gruppo di aficionados che ne cantano lodi ai quattro venti. Un motivo ci sarà, dico io.
Conosciamo Claudio Faccoli un sabato pomeriggio, sorridente, cordiale e divertente.
Pinot bianco in fase di potatura
La vigna di pinot bianco
La sua idea di vino si basa su tre punti fondamentali, inattaccabili: l'annata, il lievito e il dosaggio.
L'annata: tutti i suoi vini sono di fatto millesimati (hanno 5 o 6 ettari a vigna, per 50.000 bottiglie) e tutti hanno la stessa base, solo sul Dosaggio Zero verrà dichiarato il millesimo. Se l'annata è buona i vini saranno buoni, se l'annata lo è meno i vini anche.
Può sembrare un'ovvietà ma non lo è: a sentire colleghi e televisioni è sempre l'annata del secolo. Ammettere che non sempre è così è segno di onestà e coerenza.
Cos'è lo leggete da soli
Il lievito, ovvero l'affinamento in bottiglia: a Claudio piacciono i vini evoluti, piace l'azione del lievito sui vini. Più sta li e meglio è.
Il dosaggio: a Claudio piacciono i vini secchi. Anche il brut ha un dosaggio limitato ai 5/6 grammi di zucchero, ma soprattutto sono dosaggi poco invadenti: a parlare è il vino, non lo sciroppo aggiunto alla fine. Poi nessuna scorciatoia o passaggio particolare, pochi trattamenti in vigna e il meno possibile in cantina.
in cantina riposa qualcosa come 200.000 bottiglie...
Seduti al tavolo le aspettative erano - giustamente - alte.
Partiamo: brut base 2010 di due sboccature differenti. Meglio il secondo con tre mesi sui lieviti in più e un dosaggio leggermente più basso, ma si tratta di sfumature per un buon prodotto. Extra Brut e Rosè base 2009 hanno un'aromaticità che non mi aspettavo, storco un po' il naso. Claudio dice che dipende dall'annata e io ci credo. Lui fa il vino (bene), non i miracoli.
Claudio Faccoli nel suo caveau alla ricerca di un 2001
Poi stappa il Dosaggio Zero 2007: naso sui calici, un attimo di silenzio. Guardo prima Cristian, poi Marco. Standing ovation. Mamma mia che vino: dritto, salato, fiero, di un'eleganza rara. L'impressione è di star davanti ad un grande Franciacorta come se ne vedono (bevono) pochi.
Poi potrei raccontare della grande freschezza del Dosaggio Zero 2004 con quattro anni di tappo (in sughero) o dell'opulenza di un 2001 sboccato alla volée, ma ho deciso di fermarmi qui.
Meglio prendere la macchina e andare a trovarlo in cantina. Davvero, ne vale.

P.S.: l'azienda Faccoli NON fa Satèn. E io mi tolgo il cappello.

4 commenti:

  1. Questo personaggio è davvero da conoscere!!
    Bello vedere anche qui grande onesta intellettuale.

    Faccoli vale i Km fatti per andare a trovarlo, grande!!

    Sul Dosaggio Zero, ricordo benissimo, lo sguardo di tutti al tavolo...dopo un attimo di silenzio, grande brindisi!!!

    Salute!!

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  2. Se ti è piaciuto il '07 lanciati sul '08, veramente maschio!

    Noto con piacere che abbiamo gli stessi gusti, continuerò a seguirti assiduamente :)
    Passa anche dai giovani di CorteFusia!

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  3. Ps ho visto solo ora l'altro post, abbiamo proprio gli stessi gusti :)

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