Mentre Ambra opta per il famoso analcolico biondo, io addocchio un frigorifero in fondo al locale e, dopo dodici secondi di dubbi e riflessioni scelgo una birra toscana alle castagne: la LOM. Non la conosco, ma mi intriga.
Molto buona, niente da dire. Un solo neo: la bottiglia da mezzolitro è costata dieci euro.
La retro etichetta recita:
L’uomo,
la luce.
Qui
si dice Lom per entrambi.
I
lom a merz sono i fuochi accesi nei campi l’ultima notte di febbraio, quando l’uomo
aiuta il sole a sorgere. È un rito primordiale che i nostri contadini
celebrano da sempre. Sono loro a prendersi cura dell’albero che dà un frutto
straordinario: il pregiato Marron Buono di Marradi, apprezzato in tutta
Europa fin dal medioevo per il suo sapore unico. Questa birra è per loro. I
nostri nonni l’avrebbero bevuta l’estate, nei campi inondati di sole.
Ieri
come oggi, Lom è questo.
Vero che mio nonno non faceva il contadino, ma dubito fortemente che avrebbe speso per la birra quarantamila lire al litro...
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