
Da qui l'idea e l'inizio del film che ricostruisce con una sequenza di interviste e flashback la memoria perduta.
Tutto è raccontato con la tecnica dell'animazione che si interrompe solo alla fine del film quando, terminati i racconti il protagonista riesce a realizzare quel che successe nei campi profughi di Sabra e Shatila, quando anche lui era li.
L'angoscia traspare palpabile durante i flashback quando soldati stilizzati poco più che ragazzi avranno davanti solo morte e distruzione.
Toccante e didattico: una fotografia della guerra che non si dimentica, macchia indelebilmente la coscienza di ognuno di noi.
Una presa di coscienza sulle atrocità che furono compiute in quegli anni che culmina con gli ultimi fotogrammi che rimarranno impressi negli occhi dello spettatore molto a lungo.
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