L'insensatezza e l'inutilità di questa IGT si palesa, a mio modo di vedere, dall'accozzaglia di territori comunali compresi e dei quali solo pochi sono VERAMENTE COSTIERI. Mi chiedo cosa cavolo c'entrino con la COSTA i comuni lucchesi non situati in Versilia (addirittura vi sono stati inclusi alcuni comuni della Media Valle del Serchio, della Gafagnana e della Lunigiana !!!!) o diversi comuni del livornese e del grossetano (Castel del Piano sulla costa? sono io che ho le traveggole e lo ricordo territorio ai piedi dell'Amiata o s'è spostato ultimamente?) Per non parlare poi delle varietà ammesse - praticamente tutte !! Quando invece ci sarebbero un considerevole numero di varietà autoctone da sviluppare ed incoraggiare, partendo dal re Vermentino, poi Masseretta/Barsaglina, Pollera, Albarola, Bosco, Ansonica, Aleatico, Ciliegiolo, Aleatico bianco, Vermentino nero etc. etc. Senza parole. Riccardo Francalancia, enologo, dalla Versilia.
Buongiorno Riccardo, quoto tutto. Probabilmente a qualcuno dai grandi numeri serve una bella etichetta per del vinaccio da mettere nella gdo, non vedo perché un produttore che ricerchi la qualità debba aver bisogno di una DOC che oltre ad avere i costi che ben conosci non ha assolutamente nessun valore, proprio per le cose che hai scritto sopra. Grazie della visita, a presto!
Di per sè questa IGT non sarebbe poi così inutile, a mio avviso, specie per una zona come la Versilia che è enologicamente poco più che neonata (ma non dal punto di vista viticolo). Purtroppo il disciplinare ha due punti da mani nei capelli. Uno è di tipo geografico e l'altro è di tipo viticolo. Sto scrivendo un articolo in proposito, che spero mi pubblicheranno su "Il Tirreno" o sul web. staremo a vedere. Ric.
E siamo al punto di partenza: se vuol dire tutto e niente quest'IGT diventa una scritta inutile sulla bottiglia, al consumatore non è di nessun aiuto. Se, escludendo vini di fascia bassissima da offerta sulla GDO, si cerca di valorizzare prodotti che auspicano ad una territorialità riconosciuta un'IGT così fatta non ha senso. E non è caso raro in Italia. Mi piacerebbe che mi avvertissi per la pubblicazione dell'articolo, vorrei davvero leggerlo. A èresto Riccardo, e buona giornata.
Ho 39 anni e, tra le altre cose, una sana passione per il vino che cerco di coltivare in vadi modi. Il blog è uno di questi.
Passione e, spero, competenza, quel che leggerete sono solo impressioni di un semplice bevitore.
Naturalmente aperto e ben disposto al dialogo.
Se volete contattarmi potete farlo qui: crash1979@gmail.com
L'insensatezza e l'inutilità di questa IGT si palesa, a mio modo di vedere, dall'accozzaglia di territori comunali compresi e dei quali solo pochi sono VERAMENTE COSTIERI. Mi chiedo cosa cavolo c'entrino con la COSTA i comuni lucchesi non situati in Versilia (addirittura vi sono stati inclusi alcuni comuni della Media Valle del Serchio, della Gafagnana e della Lunigiana !!!!) o diversi comuni del livornese e del grossetano (Castel del Piano sulla costa? sono io che ho le traveggole e lo ricordo territorio ai piedi dell'Amiata o s'è spostato ultimamente?) Per non parlare poi delle varietà ammesse - praticamente tutte !! Quando invece ci sarebbero un considerevole numero di varietà autoctone da sviluppare ed incoraggiare, partendo dal re Vermentino, poi Masseretta/Barsaglina, Pollera, Albarola, Bosco, Ansonica, Aleatico, Ciliegiolo, Aleatico bianco, Vermentino nero etc. etc. Senza parole.
RispondiEliminaRiccardo Francalancia, enologo, dalla Versilia.
Buongiorno Riccardo, quoto tutto. Probabilmente a qualcuno dai grandi numeri serve una bella etichetta per del vinaccio da mettere nella gdo, non vedo perché un produttore che ricerchi la qualità debba aver bisogno di una DOC che oltre ad avere i costi che ben conosci non ha assolutamente nessun valore, proprio per le cose che hai scritto sopra.
RispondiEliminaGrazie della visita, a presto!
Gabry
Di per sè questa IGT non sarebbe poi così inutile, a mio avviso, specie per una zona come la Versilia che è enologicamente poco più che neonata (ma non dal punto di vista viticolo). Purtroppo il disciplinare ha due punti da mani nei capelli. Uno è di tipo geografico e l'altro è di tipo viticolo.
RispondiEliminaSto scrivendo un articolo in proposito, che spero mi pubblicheranno su "Il Tirreno" o sul web. staremo a vedere.
Ric.
E siamo al punto di partenza: se vuol dire tutto e niente quest'IGT diventa una scritta inutile sulla bottiglia, al consumatore non è di nessun aiuto. Se, escludendo vini di fascia bassissima da offerta sulla GDO, si cerca di valorizzare prodotti che auspicano ad una territorialità riconosciuta un'IGT così fatta non ha senso. E non è caso raro in Italia.
RispondiEliminaMi piacerebbe che mi avvertissi per la pubblicazione dell'articolo, vorrei davvero leggerlo.
A èresto Riccardo, e buona giornata.