Ieri è stata una giornataccia, il perché ve lo risparmio ma tant'è.
Arrivo a casa alle 23,20 che ancora dovevo cenare, perché uscendo ho dimenticato il panino che, di conseguenza, mi aspettava in frigorifero.
Avevo bisogno di coccolarmi un po'.
Di solito se mangio a quest'ora non stappo vino, preferisco una birra meno impegnativa, ma chissenefrega ho pensato.
Ho tirato su dalla cantinetta una bottiglia presa ad Agazzano: la ribolla gialla 2004 di Franco Terpin.Ed eccomi qui, col mio panino stagionato 11 ore e il calice con questa ribolla atipica se pensiamo alla maggior parte dei bianchi in circolazione ma ben ancorata e fedele al suo territorio, il collio, dove la vinificazione in rosso per i vini bianchi è di antica memoria. Non è solo questo a caratterizzare la ribolla e tutta la produzione di Franco Terpin, ma l'intera filiera produttiva che vede alla base di tutto il rispetto della terra, della natura e dei suoi frutti.Rapisce già dal colore: oro antico e luminoso, attraversato da un finissimo velo materico si muove nel calice compatto e viscoso.
Al naso è profondo e ricco, frutta gialla matura e disidratata, vaniglia, miele, quasi sembra uscire una nota che richiama l'origano, poi agitando il bicchiere i profumi si alzano su freschi richiami vegetali, intenso, ricco e affascinante.
Il sorso è perentorio: grasso, materico e al tempo stesso attraversato da una vibrante acidità salina a bilanciare la struttura poderosa, ricco di sapore, rimane attaccato al palato strappando più di un sorriso e, soprattutto, un'altro bicchiere.
Un vino eccellente e senza compromessi.
Costa intorno a 20€.
Il mio voto è un 9/10.
2 giorni fa
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