Buon anno a tutti.
Con nove giorni di ritardo, ma tant'è.
Tra i buoni propositi per il 2016 c'erano in ordine sparso: lavare la macchina - fatto. E ha già piovuto - lavare il gilet del lavoro - fatto. Non dico quando l'ho lavato l'ultima volta perché mi vergogno - scrivere più spesso su queste pagine.
Iniziamo subito, che dite?
Quindi ecco gli stappaggi delle feste passate: Natale e Santo Stefano sono state le feste del nebbiolo. Quello buono, da Barolo a Gattinara passando per Barbaresco. Nebbiolo di stili diversi, eclettici, più o meno classici. Comunque affascinanti.
Poi è arrivato l'ultimo dell'anno.
Dall'Italia alla Francia: ho salutato il 2015 con uno strepitoso Champagne di Grognet: Carpe Diem extra brut. Base chardonnay, il 30% diviso tra meunier e pinot noir, sembra che le basi maturino per tre anni in legno prima del tiraggio. Almeno altri tre anno in bottiglia prima di essere sboccato e tappato con il sughero legato a spago.
Uno Champagne barocco e potente, profondo, fresco lungo e infiltrante. Una bolla che ti mette in pace con il mondo e con te stesso. Come fa uno ad essere astemio quando potrebbe bere roba così?
Poi è arrivato il turno del
Burgone Rouge Bedeau 2013 del Domaine de Chassorney. Un pinot noir tutto arancia rossa e melograno, semplice, anche rustico, dritto, freschissimo e molto gourmand. Vino da bere
. Infatti ho bevuto la bottiglia da solo.
Il 2016 lo abbiamo invece festeggiato con lo spumante italiano per definizione: Il Giulione! Qui proposto nel millesimo 2002, sboccato dopo dodici anni di riposo sui lieviti. E' sempre lui, un grandissimo chardonnay. Cremoso di burro e nocciola, fresco di agrume maturo e fiori bianchi. Bollicina da manuale, finissima e fittissima, Buonissima.
E buon anno a tutti!